Alexander Antonuzzo
di Marco Ribechi
Due maceratesi a difesa dei parchi di divertimento italiani. Si chiama Anbi – Associazione Nazionale Bowling e Intrattenimento – la nuova realtà associativa italiana nata proprio nelle Marche per proteggere un settore messo a dura prova dalla pandemia. Tra i membri del direttivo Romina Mariani e Alexander Antonuzzo, entrambi responsabili dello Strapark di Macerata. Romina Mariani ha assunto le funzioni di Tesoriere, mentre Alexander Antonuzzo è Consigliere. «Purtroppo la nostra attività raggruppa una moltitudine di settori e siamo esclusi dai provvedimenti del Governo – spiega Antonuzzo – da un lato, pur avendo attività di ristorazione, non siamo un bar o un ristorante e quindi non possiamo usufruire degli orari di apertura, dall’altro gli spazi dei parchi divertimento come il nostro sono in genere molto grandi e l’affitto grava su tutti noi, mettendo in crisi il nostro comparto a livello nazionale. Nel 2020 siamo rimasti aperti solo pochi giorni».
Allo Strapark di Macerata, aperto da qualche anno, sono presenti le più diverse attività connesse al divertimento. «A breve, emergenza Covid permettendo – continua Antonuzzo – abbiamo intenzione di mettere in funzione dieci piste da bowling. Molto del nostro lavoro è orientato a rispondere alla voglia di divertimento di giovani e meno giovani ma anche di altre categorie, disabili, giocatori e studenti. Siamo luoghi importanti nel difficile compito della socializzazione e del sano divertimento, e di questo ne siamo ben consapevoli». Con la nascita dell’Anbi, dopo oltre sessant’anni di attività di bowling in Italia, gli imprenditori del settore si sono uniti per far sentire la propria voce. «Stiamo muovendo i primi passi – dice Romina Mariani – ma non è facile vista la situazione emergenziale. Gli impianti di bowling e divertimento sono in grave sofferenza in tutta Italia. Il nostro comparto non è mai stato indicato nei vari Dpcm.
Romina Mariani
Dal lockdown di fine febbraio ci è stato concesso di riaprire parzialmente nel nostro peggior periodo lavorativo (luglio). Abbiamo sostenuto tante spese per mettere i nostri locali in sicurezza ma la chiusura disposta a metà ottobre ci ha messo ancora di più in difficoltà. Molti dei nostri associati impossibilitati a sostenere la situazione stanno meditando lo smantellamento delle loro attività». Dopo circa 20 giorni dalla fondazione dell’associazione i primi segnali positivi sono evidenti: sono quasi 40 gli impianti che hanno aderito. «L’obiettivo è ambizioso – concludono Mariani e Antonuzzo – diventare l’Associazione di riferimento dell’intero comparto per fare in modo, da subito, che sia riconosciuto il nostro diritto nella determinazione dei ristori, per sopravvivere e avere almeno una possibilità di riprendere il nostro lavoro e continuare a far divertire coloro che decidono di entrare nei nostri locali».
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