di Luca Patrassi
Un sindaco apre, un altro chiude, il terzo con calma invita a rispettare le regole, meglio se altrove. Il mese più importante dell’anno per i fatturati delle attività commerciali sta passando facendo registrare crolli che sarebbero augurabili solo se rapportati alla curva dei contagi. Non solo i decreti vari obbligano gli operatori a rispettare protocolli di sicurezza – sanificazione, distanze, mascherine – ma anche a tener chiusi nel caso operino nei centri commerciali medie superfici di vendita, dette Msv, nei weekend, festivi e prefestivi.
Una regola uniforme, logicamente applicata a tutti? Visto da come viene applicata la norma, è facile dire di no. Basta guardare le immagini che circolano in questi giorni, in particolare nei centri costieri e in alcuni centri storici. Basterebbe la vicenda del Corridomnia per capire che un conto è firmare decreti, altro ottenere esiti del tipo forse programmati. Barbara Cacciolari, imprenditrice, esponente della famiglia che gestisce i punti vendita di Shoes&Company, e Awlab, evidenzia cosa sta accadendo ai danni non solo della sua attività ma delle diverse centinaia di persone che in provincia ruotano attorno a quel mondo, commercianti ed anche dipendenti. «E’ una lotta tra poveri, nell’ultimo dpcm sono state inserite tutte le strutture senza considerare che veniamo già da un lockdown forte. Dicembre è il mese più importante dell’anno dal punto di vista economico ed invece siamo costretti a veder chiuse le medie strutture di vendita come la nostra al Corridomnia, ma i centri storici aperti. Peraltro le medie strutture vengono chiuse a Corridonia ma restano aperte a Civitanova, in effetti competerebbe al sindaco verificare e imporre di chiudere: il prefetto ci intima di chiudere ma gli altri allora? Chiediamo di lavorare in modo sereno e libero, nel rispetto dei protocolli come abbiamo sempre fatto con grandissima attenzione. La situazione ora sta diventando insostenibile, impossibile andare avanti in questo modo, bisogna averne consapevolezza».
La logica dei decreti e le applicazioni territoriali: « Le Marche – analizza Barbara Cacciolari – hanno 1.5 milioni di abitanti, una concentrazione di popolazione che non è evidentemente quella di Milano e Roma: di spazi ce ne sono tanti, disseminati nel territorio. La chiusura dei centri commerciali produrrà tanti danni, perdite insostenibili di fatturato, chi ha fatto queste leggi di commercio non ne capisce. Nella prima fase della pandemie le aziende produttrici ci sono venute incontro, ora non possono più farlo: è demandato tutto alla nostra responsabilità, abbiamo cercato di sopravvivere in tutti i modi, oggi tutto questo salta. Su un calendario di 31 giorni lavoriamo solo 18 giorni, chiusi nei festivi e prefestivi, sabato, domenica ieri e oggi: un danno incredibile, non so più come spiegarlo, non ci sono più le condizioni per andare avanti. Il prefetto deve garantire l’ordine pubblico, io sono una media struttura e mi intimano di rimanere chiusa mentre a Civitanova strutture analoghe nella zona commerciale vicina all’autostrada restano aperte, mentre il corso brulica di persone con i negozi uno attaccato all’altro. Se deve essere una questione di principio, il principio deve valere per tutti e non essere applicato solo nell’entroterra già penalizzato fortemente dal terremoto. Nelle nostre zone i centri commerciali sono posti sicuri, hanno grandi spazi a disposizione dei clienti che entrano secondo le regole».
Al di là di alcuni sindaci che non intervengono, Barbara Cacciolari offre un’altra lettura dei vari dpcm: « Una mossa del Movimento Cinque Stelle per dare forza ai centri storici, e per trovare il modo di distruggere i centri commerciali: non considerano che i centri storici da decenni si sono spopolati e hanno perso molte attività, sono rimaste quelle della ristorazione. Bisognerebbe avere dei progetti di valorizzazione e dare servizi alle aree prima di decidere per decreto la fine di alcune attività che pure sostengono l’economia dei territori dando occupazione e pagando le tasse». Il messaggio finale di Barbara Cacciolari: «I sindaci ottemperino tutti alla norma, l’entroterra resta penalizzato, c’è una eclatante e ben visibile disparità a vantaggio della costa. Abbiamo diritto di lavorare, invece ci intimano di star chiusi e non sono previsti ristori di alcun tipo, solo la cassa integrazione per i dipendenti a distanza di mesi».
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Ma non so vergogna ???? Un minimo do ripresa ai piccoli commercianti dei centri storici e un po ' di schivismo in meno hai lavoratori costretti a lavorare 7giorni su 7 ....vicina.alla lega ?? Bho!!!!!
Ma magari. I centri commerciali hanno. Provocato la desertificazione dei centri storici magari riuscissero a distruggerli sarebbe un vantaggio per tutti.
Poteva essere una qualunque e invece è proprio della lega
Cioè. Una impendritrice di un cento commerciale che dice che vogliono scatenare la guerra tra poveri. Ora dico... Ma con che faccia può solo pensare una cosa del genere? Ma non ha un minimo di pudore? Se per sbaglio in Italia arriverà un giorno il socialismo... Pregate che non accada che verba volant, scripta manent.
Cari commercianti, voi che in certe città marchigiane avete dato l'anima alla lega, prendete nota, quello che dice la signora è quello che la destra cerca in realtà di fare. Da sempre io, di centrosinistra. ho sognato l'impostazione dei centri storici come centri commerciali con negozi divisi anzichè da cartongesso, da piazzette, vicoli, mostre, musei ecc.
Dice la Cacciolari: "I centri storici da decenni si sono spopolati e hanno perso molte attività". Ora alla Cacciolari vorrei fare una domanda a risposta multipla: perché hanno perso molte attività? a) è colpa di una congiunzione astrale negativa sfuggita alle previsioni di Paolo Fox b) è colpa di Babbo Natale c) è colpa proprio dei centri commerciali. Sono curioso della risposta...
Io sono dalla parte dell'imprenditoria ...hanno investito molti soldi per le loro attività dando lavoro a tantissimi giovani e non...non possono essere trattati così...di sicuro chi ha scritto certi commenti lavora nel pubblico impiego o non ha problemi di lavoro. Per mia esperienza personale posso solo dire grazie a questi coraggiosi imprenditori!!
Capisco gli interessi privati della Cacciolari visto che il marito è titolare di negozi di scarpe nei centri e parchi commerciali ... Però dopo tante agevolazioni come la liberalizzazione delle licenze commerciali fatta da Prodi nel 1998 e il regime di scontrini non fiscali per medio grandi negozi fatta nel 2003 da Tremonti ... Oggi in questo periodo col pericolo di assemblamento perso che la vostra chiusura è il male minore ... Per il commercio dobbiamo pensare ai piccoli negozi nelle città sennò morirà il patrimonio storico culturale dei centri storici ...
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Mi raccomando inseguiamo il dio denaro, se poi le persone si ammalano e qualcuna muore, pace. Una domanda? Se io voglio quel paio di scarpe che magari sono anche più convenienti e oggi,festivo, non posso comprarlo, pensate che non me lo compro nei prossimi giorni? Quante parole al vento solo per fare polemica politica spicciola : se volesse Acquaroli potrebbe cambiare le cose, come fa il suo collega abruzzese, cosa ci azzeccano allora i 5S???? Sappiamo solo fare polemica!!!! Basta governa anche la Lega, che faccia!!!
E niente, un’altra che ancora non ha capito che l’epidemia non se l’è inventata il governo e che le chiusure non sono un suo capriccio.
Comunque, che i negozi siano chiusi o aperti, finché l’epidemia non è sotto controllo io per negozi non ci vado; e credo di non essere l’unico a pensarla così, nonostante ci siano comunque molte persone che continuano a pensarla diversamente (si vede da come si comportano).
“Vicino alla Lega”. Finalmente qualcosa di nuovo. A volte o sempre se si parla di Lega e qui deve essere quella che fa capo a Salvini, si è portati a pensare che si tratti di menti ammassate sullo stesso mucchio…ideologico. Invece non è così, perlomeno non sempre. La bestialità detta da questa signora che c’è una congiura da parte dei caparbi titolari dei negozi del centro storico per annientare i centri commerciali dovrebbe essere immortalata affinché non si pensi che ci possano essere limiti all’uso della fantasia. Detto questo, salta all’occhio la differente visione dell’Oltreleghista che amministra Macerata, disposto a tramutare in poco tempo i polmoni dei non fumatori che abitano in centro come quelli di chi fuma quaranta sigarette al giorno da trent’anni per poter salvare i piccoli negozi storici ancora rimasti e vittime dell’abuso dei centri commerciali. Quel concetto che sia “Una lotta tra poveri ” si commenta da solo ed è meglio… non commentarlo.