Blitz dei vigili al Corridomnia,
controllo dopo il nuovo Dpcm
Il legale: «Non è un parco commerciale»

CORRIDONIA - La polizia locale sta svolgendo un sopralluogo nei negozi da questa mattina. Il sindaco: «Verifiche a 360 gradi. La norma non è chiara e speriamo in un intervento di prefetto o Regione». L’avvocato Andrea Calzolaio: «Non rientra tra le attività del decreto. Sono una serie di negozi, con ingresso indipendente, che hanno davanti un parcheggio pubblico». Il direttore del centro commerciale La Rancia: «Chi trova escamotage per aggirare i divieti non arreca solo un danno alle strutture chiuse ma concorre a far diventare la sua un potenziale diffusore del virus. Ho interpellato l’assessore al Commercio Carloni»

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ll Corridomnia questa mattina

 

di Gianluca Ginella

Vetrine illuminate, festoni natalizi, persone in giro con le borse degli acquisti: al Corridomnia di Corridonia è tutto come la settimana scorsa. O quasi. Di mezzo c’è il nuovo Dpcm che impone la chiusura di negozi, nei giorni festivi e prefestivi, non solo dei centri commerciali canonici, ma anche dei parchi commerciali. Ma il Corridomnia rientra in questa categoria? Per il legale della Alba srl società che ha realizzato il Corridomnia, no. Il Comune comunque vuole vederci chiaro e sono partiti questa mattina dei controlli da parte dei vigili che sono proseguiti nel pomeriggio.

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Paolo Cartechini

«I vigili stanno facendo gli accertamenti su ogni negozio e verificano lo stato dell’arte. Poi vediamo se saranno necessari dei provvedimenti. Intanto facciamo una fotografia, verifichiamo quali attività sono aperte, il numero di persone all’interno di ogni negozio, la presenza di igienizzanti per le mani. Insomma è un controllo a 360 gradi» spiega il sindaco Paolo Cartechini. Ma in negozi possono o meno stare chiusi? «La normativa, uscita ieri, dà spazio ad ampia interpretazione. Spero che da qui a qualche giorno vengano fatti chiarimenti da parte di prefetto, Regione». In caso venisse accertato che in negozi non potevano stare aperti, «c’è una multa di 400 euro e la sospensione dell’attività per 5 giorni» spiega il sindaco.

La questione viene seguita anche dal legale di alcune società, tra cui la Alba srl, l’avvocato Andrea Calzolaio.

corridomnia-1-650x367«Non è un parco commerciale, non esiste questa tipologia nelle Marche. Inoltre nel Dpcm si parla di esercizi che sono all’interno dei parchi commerciali, ciò fa supporre ad una struttura chiusa o una aperta ma con accessi che possano qualificare un dentro e un fuori. Ma al Corridomnia non è così. Sono una serie di negozi che si affacciano su di un parcheggio pubblico – spiega Calzolaio -. È simile ad una serie di negozi che si possono trovare in un centro cittadino e che stanno uno di fianco all’altro e si aprono su di una strada. Non c’è un interno ed un esterno, ogni negozio ha un accesso autonomo. Quindi si fa fatica a riconoscersi nella definizione data dal Dpcm, anche perché è previsto che le medie strutture di vendita possano restare aperte. Aggiungo che comunque la norma, purtroppo, non è chiara. La situazione è controversa e si spera in un chiarimento regionale».

E poi ci sono gli altri centri commerciali, che lamentano il fatto che al Corridomnia i negozi siano aperti. «Se ci sono dei furbetti che trovano degli escamotage per aggirare i divieti e restare aperti, questi, non arrecano solo un danno economico alle strutture chiuse ma con tale atteggiamento concorrono a far diventare quella determinata struttura un potenziale diffusore del virus» dice Marco Massucci, direttore del centro commerciale “La Rancia” di Tolentino. «La ratio della legge – dice Massucci che questa mattina ha prontamente portato a conoscenza del caso l’assessore regionale al commercio Mirko Carloni e il dirigente dell’ufficio commercio della regione Marche Pietro Talarico – non è quella di impedire ai titolari di attività posti nei centri commerciali e similari di non lavorare ma quella di preservare la salute pubblica evitando gli assembramenti. Se lungo l’asse Tolentino- Civitanova – aggiunge il direttore – ci sono circa sei centri commerciali o similari, è chiaro che la gente si accalcherà nell’unico che ha trovato il modo di restare aperto. La mia segnalazione – conclude amareggiato Massucci – è stata fatta perché credo che in momento tanto difficile ognuno debba prendersi le proprie responsabilità».

 

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