Alessandra Fioretti
di Federica Nardi
«Non rientrerò più a scuola, anche perché per motivi di salute non posso espormi a un pericolo del genere né posso esporre la mia famiglia. Rischierei veramente di stare a casa fino a giugno. Come me tanti colleghi che devono ruotare in questa materia». Sta chiusa nella sua stanza Alessandra Fioretti, civitanovese e insegnante di 55 anni. E ci dovrà stare fino a venerdì prossimo. Una reclusione dovuta a ben due quarantene scattate una dopo l’altra, che sommate arrivano fino al 13 novembre.
Un problema non solo logistico ma anche di salute. «Ho dovuto disdire gli appuntamenti medici a causa dell’isolamento fiduciario», spiega Fioretti, che lamenta anche un altro fattore: «Io so che a Roma esiste questa autocertificazione che gli insegnanti possono presentare all’Asur di competenza dicendo di aver rispettato tutti i protocolli. Io ad esempio ho sempre indossato la Ffp2, rispettando anche il distanziamento. Con l’autocertificazione ci si ritiene sollevati dall’obbligo di quarantena. Inoltre sto a casa senza un tampone. A noi non ci fanno tamponi, nel caso dobbiamo farlo a pagamento e lo fanno solo se ci sono i sintomi. Devo stare chiusa in camera per non mettere a repentaglio i miei familiari in caso di positività».
Ad assistere Fioretti anche la sua dottoressa, che però si trova alle prese con un sistema ingolfato. «Mi ha detto che è da stamattina che non riesce a collegarsi per verificare se risulto in quarantena – spiega l’insegnante -, perché il portale Asur è congestionato a causa dei tanti positivi. Avrebbero dovuto tenere presenti più variabili. Secondo me non l’hanno fatto. Non è possibile trattare gli insegnanti come bestie da soma. Non abbiamo nessun diritto. Una mia collega mi ha chiamato dicendo che ha un bambino piccolo che non sa se potrà allattare a causa della quarantena. Non do la responsabilità alla preside è proprio una questione di sistema che è sbagliato».
Fioretti non tornerà a lavorare: «Mi hanno fatto passare la voglia. Per quanto mi riguarda non tornerò in queste condizioni a scuola, anche perché le possibilità che io sia collocata in quarantena più volte sarebbero davvero alte, poiché non solo ho 8 classi, ma vengo utilizzata in varie classi per sostituire le colleghe assenti. Ho comunque inoltrato a chi di competenza i miei quesiti e mi auspico di ricevere delle risposte».
la professoressa è libera di prendersi un anno di aspettativa. Ma chissà se in tale periodo uscirà mai di casa?
Come al solito quando si parla d'insegnanti il discorso viene sempre travisato.Io volevo riferirmi ad un sistema che è sbagliato a monte.Ma evidentemente non leggete gli articoli.
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Facile dire non torno a scuola quando lo stipendio arriva comunque tutti i mesi per intero anche sotto lockdown,unica categoria tutelata economicamente.
Ci stanno migliaia di insegnanti a spasso, se qualcuno non se la sente c’è la fila per prenderne il posto.
Gli infermieri e i medici cosa dovrebbero dire allora? Tutti a casa pure loro?
Ma per piacere.
Facile dire non torno a scuola.. Ma su che base.? Ma quale è il dottore che le certifica l’assenza?
Se era nel privato?
Ho letto bene l’articolo. La domanda che si pongono i lettori è :se non va a scuola giustificherebbe l’assenza con malattia, ferie, aspettativa,?
Signora Fioretti,
poteva risparmiarsi l’esternazione pensando che gli stessi identici rischi che corre lei li corrono tutte le famiglie di tutti gli alunni che frequentano la scuola! Esse sono sono costrette a dover gestire con i propri datori di lavoro i disagi causati dai figli in isolamento e non hanno il Ministero delle Finanze.
Tutti hanno familiari a rischio, paure, impegni da disdire in caso di isolamento, problemi pratici da affrontare… benvenuta nel 2020!