Peppina nel container
di Federica Nardi
AGGIORNAMENTO DELLE 20,15 – “Se il termine è quello di aprile noi non possiamo rientrarci perché abbiamo costruito a giugno. Inoltre con i parametri presentati moltissime persone non potrebbero regolarizzare”. E’ questo il commento della famiglia di Peppina sulla soluzione che il commissario straordinario avrebbe trovato per risolvere la questione delle casette abusive. La figlia della 95enne Agata Turchetti, commentando la notizia di Cronache, ha parlato di “un emendamento che è un insulto a dir poco. Un ricatto ignobile. Per tenere la casetta dovremmo rinunciare al contributo per la ricostruzione della casa lesionata”. Nel frattempo l’avvocato che assiste la famiglia, Bruno Pettinari, ha depositato il ricorso al Tar per sospendere l’abbattimento della casetta che è previsto entro il 23 dicembre da un’ordinanza del comune di Fiastra.
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Una soluzione per Peppina e tutti gli altri. Arriva dal commissario alla ricostruzione Paola De Micheli, e il governo la sta discutendo. Non una sanatoria delle casette ora considerate abusive, ma la possibilità di regolarizzarle se ci sono i presupposti di legge. Anche per quelle autorizzazioni che, al momento, non possono essere chieste a cose fatte. Sarà inserita come emendamento in un decreto legge che sarà approvato a breve. Questione di settimane, forse anche di pochi giorni. La bozza nelle mani del governo tratta di due casi: casette fisse o che si possono rimuovere.
Paola De Micheli nell’ultima visita a Camerino
LA VICENDA – Il ragionamento della proposta nasce dal caso dell’anziana di Fiastra, la 95enne Giuseppa Fattori, che dopo il sisma non voleva allontanarsi dalla frazione di San Martino a costo di vivere in container. Per questo i familiari le avevano costruito una casetta di legno su un terreno edificabile e di proprietà, ma senza chiedere le autorizzazioni necessarie. Una volta esploso il caso mediatico (l’anziana è dovuta tornare a vivere nel container in quanto la casetta è stata sequestrata perché abusiva), si è reso evidente anche dalle parole del sindaco Claudio Castelletti, che il problema principale era quello dell’autorizzazione paesaggistica, che al contrario di altre procedure non si può far partire a lavori ultimati. Non è, insomma, sanabile. Nella stessa condizione ci sarebbero almeno altre 300 famiglie, che hanno costruito senza troppo preoccuparsi dei permessi per non allontanarsi dai luoghi del cratere, in mancanza delle casette del governo. Da questo spunto nasce la proposta di De Micheli.
CASETTE REMOVIBILI – “Nel caso gli immobili siano removibili – si legge nella sintesi della proposta del commissario per la ricostruzione – chi è interessato può usare leggi già a disposizione per la regolarizzazione. In particolare la comunicazione di avvio lavori relativa ai manufatti temporanei, a condizione che l’area sia edificabile, non ci sia disponibilità né di un’altra abitazione, né di una casetta per il richiedente, e che la volumetria realizzata rispetto a quella dell’edificio distrutto o danneggiato dal sisma non sia maggiore. In questo caso, inoltre, i pareri paesaggistici e ambientali potranno essere rilasciati ex post (dopo l’avvenuta costruzione). Quest’ultima rappresenta l’unica deroga alla normativa sempre a condizione che il giudizio di compatibilità paesaggistica e ambientale sia positivo”.
La casetta di Peppina
CASETTE FISSE – “La seconda ipotesi – si legge nella proposta – riguarda i manufatti realizzati che non presentano caratteristiche di precarietà o provvisorietà. In questo caso, l’interessato potrà richiedere il permesso di costruire regolarizzando l’abitazione, rinunciando contestualmente al contributo per la ricostruzione dell’abitazione originaria (che dovrà demolire e rimuovere). Anche in questo caso, salve le deroghe sopra richiamate per i pareri paesaggistici “postumi”, il permesso potrà essere rilasciato solo se sussistono i presupposti di legge”.
LIMITI TEMPORALI – La proposta riguarda solo gli immobili realizzati tra il 24 agosto del 2016 e il 10 aprile 2017. Sarà valida, in caso il decreto fosse approvato in tempi brevi, per chi presenterà la documentazione richiesta entro il 31 dicembre 2017. Poi si perderà l’opportunità di regolarizzare gli abusi.
COSA SUCCEDE DOPO – Le persone che sceglieranno di utilizzare la norma per i manufatti temporanei, una volta ottenuto il contributo per la ricostruzione e finiti i lavori, dovranno rimuoverli. Nel caso, invece, di richiesta di regolarizzazione definitiva del manufatto, i titolari dovranno rinunciare al contributo per la ricostruzione dell’edifico distrutto dal sisma. A meno che non si impegnino a rimuovere la casetta, prima abusiva, una volta che la casa principale sarà ricostruita. Naturalmente, in tutti e due i casi, la domanda di regolarizzazione farà venire meno il diritto al Cas (contributo di autonoma sistemazione).
Una cosa, ad esser buoni, semplicemente folle. Molte della abitazioni danneggiate nell'area sono sotto tutela storica. Il decreto della supercommissaria (sulla linea della proposte della Regione) imporrebbe di demolirle definitivamente, se ci si fa una casetta allacciata alle utenze. Un chiaro esempio di scollegamento della realtà, e di totale mancanza di conoscenza dell'area.
Meno male
bisognerà leggerlo bene il decreto, perchè mi sa che puzza..di fregatura
Ma va,!!!!;
L'unica cosa che ve dovete regolarizzà è quella specie de cervello che portare in quelle zucche
Vanno avanti per tentativi.....Non hanno obiettivi precisi
Prima delle elezioni chissà che cosa si inventeranno!!!!!!
Un emendamento che è un insulto a dir poco. Un ricatto ignobile. Per tenere la casetta dovremmo rinunciare al contributo per la ricostruzione della casa lesionata.
Non penso sia così dove sta scritto
Sta scritto nel provvedimento presentato dal commissario De Micheli
Grande pd!!!!!
Basta che non diventa un maxi condono, le casette realizzate su terreni non edificabili e quindi non realizzabili anche in tempi normali finita l'emergenza dovrebbero essere tolte, mentre quelle realizzate su terreni edificabili e quindi che si sarebbero potute realizzare ugualmente possono rimanere e regolarizzare con pratica edilizia
Mi piacerebbe sapere se era la loro mamma se si sarebbero comportati così come la nonnina
Fate rientrare la signora nella sua casetta di legno........
Fosse la volta buona....
Ma lo sa di cosa parla il commissario?
La signora Francesca Feri non sa che mia sorella non ama affatto stare in quel posto. In tutto questo tempo ci ha dormito due volte. E quindi cara signora smettetela di dire che abbiamo fatto le furbe perché con quei soldi avremmo fatto vacanze di lusso in luoghi meno devastati. L'abbiamo fatto per nostra madre. E allo stato fa comodo che muoia tutto così risparmia. Prima di parlare andate a vedere che cimitero è diventato quel territorio.
Scusi una domanda, ma a Fiastra sono già arrivate le Sae, non era meglio farle assegnare una di quelle ad agosto?
Ma quale ricatto? Potevano farla removibile. L'unica persona per la quale provo un gran dispiacere è la signora Peppina, che non ha colpe e non merita di trovarsi in prima pagina.
Per quanto riguarda CERTE AUTORIZZAZIONI STUPIDE, PER UNA CASETTA DI LEGNO CHE NON INQUINA ECCC......,è che non ci hanno lucrato. Perché , se le leggi sono uguali per tutti ,non vanno a demolire certe nefandezze al sud? Lì hanno paura e fanno la voce grossa nei nostri territori, dove le persone sono buone e fiduciose.
mo si so svegliati deroga visto il terremoto ...... ma dove siamo.....
ci farei vivere la mamma dei politici li dentro allora capirebbero
Signora Isabella verdolini mia mamma vive in una frazione di Fiastra che si chiama San Martino. Lì le sae non ci sono e non ci saranno mai perché il Comune ha deciso di metterle a cinque km di distanza. Per questo l'abbiamo rifiutata. Che ci fa mia madre a cinque km da dove è vissuta e si muove con agio?? E se va a cinque km di distanza come raggiunge il suo paese?? A piedi?? In bici?? In taxi?? ...
La proposta del governo, di sanare l'abuso,delle casette di legno fatte a proprie spese e sul proprio terreno,con il fatto che il richiedente,non potrà più sistemare la propria e originaria abitazione,crollata con il terremoto non ha più diritto al Cas e l'ultima vigliaccheria che il governo fa ai terremotati.Con i prezzi di oggi, ricostruire un appartamento di circa 100 mq antisismico, ci vogliono a dir poco 200 mila euro,che in questo caso il governo risparmia.Se passa questa legge, veramente si rischia una rivoluzione.Chi ci guadagna è solo lo stato e il povero terremotato ancora una volta, vessato.
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Beati monoculi in terra caecorum…
Tanto va la gatta al lardo,che ci lascia lo zampino.Destra o Sinistra una sanatoria si fa per tutti:costruttori evasori godete in Italia si può.
Signora Turchetti, il ricatto non è proprio ignobile, è un compromesso che consentirebbe a sua madre di trascorrere l’inverno in modo dignitoso e da parte vostra mostrare un forte attaccamento al contributo per la ricostruzione sarebbe un errore rovinoso, la vostra immagine subirebbe un crollo irreparabile e l’immagine è l’unica forza di Peppina. Allora avrebbe ragione Giorgi…
Giorgi chi?
Non accetterei questo compromesso, continuerei la battaglia, soprattutto a suon di bellissime lettere, e nello spingermi oltre l’orizzonte delle istituzioni nazionali non trascurerei di scrivere anche al Presidente dello Stato d’Israele, imperdibile occasione per far precedere l’illustrazione del Caso Peppina da un partecipe riferimento alla Shoah.
Vabbè, Giorgi, “m’arendo”, tu sei sempre il più bravo, il più intelligente, la lettera non era bellissima, era tremenda, non era una guerra tra l’arroganza e la tenerezza, era una guerra tra ragionieri…
Pavoni, aggiungendo che sono anche il più bello ed il più ricco la mia metamorfosi dal Franti di ieri al Derossi di oggi sarebbe completa.
mah,a me il decreto sembra un’ennesima pidiotata
La soluzione non è per la ‘Peppina’, ma per tutti quelli che sono nella situazione di ‘Peppina’, inclusa la ‘Peppina’: la legge è uguale per tutti.
Magari poi la legge si potrà anche chiamare ‘Legge Peppina’, perché no?