Sfratto di Peppina, ricorso rigettato

FIASTRA - I giudici hanno deciso: l'anziana dovrà lasciare la sua casetta di San Martino. Il contenuto del dispositivo: impossibile la sanatoria paesaggistica per il significativo aumento dei volumi. E occorreva fare un parcheggio pubblico. I familiari stanno preparando il trasloco, probabile avvenga domani

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Giuseppa Fattori ieri pomeriggio nella sua casetta durante la visita di Salvini

 

di Gianluca Ginella

Rigettato il ricorso contro il sequestro della casetta dove vive la 95enne Giuseppa Fattori. La decisione è stata presa dai giudici già nella serata di ieri (l’udienza si era svolta la mattina) e comunicata oggi a procura e legale della famiglia. Un verdetto che comunque era atteso da parte dei familiari che avevano fatto ricorso contro il sequestro disposto in seguito alla richiesta della procura di Macerata. La casetta di legno, una 70ina di metri quadrati, edificata in località San Martino di Fiastra, è stata realizzata dai familiari dell’anziana questa estate per consentire alla donna di rimanere là dove ha sempre vissuto. Ma la casetta era stata edificata, senza che vi fossero i permessi necessari. In particolare mancava l’autorizzazione paesaggistica che non poteva rientrare in una sanatoria. Il collegio di tre giudici (presidente Claudio Bonifazi, relatore Danilo Russo) chiarisce che per la casetta non è stata preventivamente chiesta la concessione edilizia e l’autorizzazione paesaggistica ed è stata effettuata la segnalazione all’ufficio del Genio civile successivamente all’esecuzione dei lavori.

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I sigilli alla casa di Peppina

Altro aspetto evidenziato dai giudici è che a Fiastra per avere il rilascio della concessione è necessario stipulare prima con il Comune una convenzione, finalizzata alla realizzazione – con spese a carico del proprietario dove è sorta la casa abusiva – di un parcheggio pubblico. Sulla sanatoria paesaggistica, i giudici dicono che non è possibile perché vi è stato un significativo aumento di volumi e non è possibile neanche lo scomputo della cubatura della casa danneggiata di Peppina, trattandosi di zone non omogenee. Inoltre l’anziana non ha mai avanzato richiesta per ottenere un modulo di sistemazione provvisoria ma ha invece fatto richiesta dal dicembre 2016 del contributo di autonoma sistemazione, per essersi trasferita a casa di una delle figlie. I giudici concludono che il sequestro si giustifica per la significativa rilevanza della realizzazione complessivamente posta in essere – come già ritenuto dal giudice che aveva adottato il provvedimento di sequestro e l’uso della casetta non è ammissibile, perché consentire a qualcuno di usare un bene sottoposto a sequestro penale, anche considerando la comprensibile situazione umana della 95enne, violerebbe il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Nei giorni scorsi il procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio, aveva consentito una proroga in attesa della decisione del riesame, specificando che nel caso vi fosse stato il rigetto del ricorso il giorno successivo l’anziana doveva lasciare la casa. Una decisione che arriva nel giorno in cui ricorre l’anniversario dei 75 anni matrimonio dell’anziana che celebra l’occasione con una messa (alle 15). I familiari hanno appreso in mattinata la decisione dei giudici. Quindi per domani Peppina dovrà lasciare la sua casa. La famiglia in queste ore sta preparandosi al trasloco dell’anziana, più probabile avvenga domani mattina che questa sera. Rimarrebbe anche da decidere dove andrà la 95enne, se nel vicino container o a casa della figlia Gabriella Turchetti, a Castelfidardo, dove era già stata portata sabato scorso.

(Servizio aggiornato alle 15,50)

 

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