Peppina, speranza appesa a un filo
Chiesto il riesame del sequestro

SISMA E BUROCRAZIA - Sigilli alla casetta abusiva di Fiastra: l'avvocato della famiglia ha presentato l'istanza in tribunale. L'annullamento del provvedimento permetterebbe di prender tempo. Sabato lo sfratto sarà a esecutivo, così come la demolizione a dicembre, mentre per risolvere la pratica servono mesi. In arrivo il ricorso al Tar

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I sigilli all’ingresso del terreno dove è stata costruita la casa

 

di Federica Nardi

Stamattina l’avvocato della famiglia di Peppina, Bruno Pettinari, ha depositato una richiesta di riesame del sequestro della casetta della 95enne al tribunale di Macerata. La speranza della famiglia dell’anziana di Fiastra: che il provvedimento venga revocato e lasci il tempo agli avvocati di svolgere le pratiche per la sanatoria. Altrimenti sabato Peppina dovrà lasciare la casa in legno che i suoi parenti le hanno regalato dopo il terremoto, costruendola su un terreno edificabile di proprietà della famiglia, per non farla allontanare dalla frazione di San Martino dove ha sempre vissuto (leggi l’articolo).

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Peppina con le figlie Agata e Gabriella, e il genero Maurizio

Una piccola speranza. Perché in ogni caso “ci vorranno 5 o 6 mesi per ottenere un condono”, chiarisce Pettinari. E quindi la demolizione, prevista a dicembre, arriverebbe comunque prima delle carte. Appesa a un filo, insomma, tutta la questione. Con un chiarimento, dopo che ieri l’assessore regionale Angelo Sciapichetti aveva affidato a Facebook uno sfogo nel quale dichiarava che “se quanto indicato dal nostro consulente non si vuole fare, la colpa di come si concluderà la vicenda non può essere attribuita a noi”. In realtà il ricorso al Tar, consigliato da palazzo Raffaello “lo stiamo preparando”, assicura l’avvocato. Così come tutto il materiale per quel condono evocato giorni fa come soluzione alla questione dallo stesso ente Parco (leggi l’articolo), le cui normative in merito al paesaggio hanno reso impossibile sanare la nuova abitazione dell’anziana.



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