Peppina
Anziana a rischio sfratto, fissata tra una settimana (il 6 ottobre) l’udienza al tribunale del riesame dopo il ricorso presentato dal legale della famiglia. La donna, Giuseppa Fattori, detta Peppina, 95 anni, tra domani e domenica mattina, dovrà lasciare l’abitazione in legno che i familiari le hanno costruito dopo il terremoto per non farla allontanare da San Martino di Fiastra. La casetta viola le norme paesaggistiche. Peppina e la sua famiglia, assistiti dall’avvocato Bruno Pettinari, avevano avuto una proroga di 15 giorni, dall’apposizione dei sigilli, per organizzare un trasferimento. Ma l’anziana è stata chiara fin da subito: “dovranno ammanettarmi, da qui non me ne vado”. Fino a domani a mezzanotte Peppina potrà restare nella sua casetta di legno, poi non si sa. È tutto nelle mani degli avvocati, della politica e del tribunale. Nel frattempo è quasi a quota 5mila la raccolta firme online rivolta al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per salvare Peppina dallo sfratto e la sua casa di legno dalla demolizione. “È inammissibile che una terremotata di 95 anni sia sfrattata dalla sua residenza – si legge nella lettera da sottoscrivere su Change.org -. Sappiamo che i figli non hanno aspettato la concessione edilizia del Comune e nell’urgenza creata dal sisma hanno costruito quella casetta di legno per lei, nonna Peppina, Giuseppa Fattori, terremotata di San Martino di Fiastra (Macerata)”.
Claudio Castelletti, sindaco di Fiastra
Anche la politica si sta muovendo per sanare una situazione che nel cratere non riguarda solo Peppina, ma centinaia di persone che si sono costruite una casetta per passare l’inverno nei luoghi colpiti dal sisma. Oggi il deputato Pd Piergiorgio Carrescia, che ha presentato alla Camera un disegno di legge (presentato anche in Senato ieri da Mario Morgoni), è andato a Fiastra per parlare con il sindaco Claudio Castelletti e con il genero di Peppina Maurizio Borghetti. “Il tema delle casette va riaffrontato oggi, in sanatoria”, spiega Carrescia, riferendosi anche alle accuse della deputata Ricciatti che aveva puntato contro di lui il dito accusandolo di aver bocciato a marzo un emendamento proprio sul tema delle casette private. “Quell’emendamento diceva che chiunque, nel cratere, quindi anche ad esempio a Macerata, avendo un terreno edificabile poteva costruirsi una casa. Andando in deroga a tutte le leggi – dice Carrescia -. Non era possibile, così si sarebbero avute case anche in zone a rischio frana o alluvione. Non era nemmeno specificata la dimensione delle costruzioni”. Domani i familiari cercheranno comunque di non alimentare situazioni di scontro, dato il grande movimento popolare che si è battuto da due settimane per evitare che Peppina dovesse abbandonare la casetta. “Non ho nessuna voglia di andare contro la legge”, dice Borghetti. Dal Comune il sindaco Castelletti conferma che “per domani, purtroppo, non ci sono novità. Abbiamo chiesto una mano alla questura, sperando che non ce ne sia bisogno”.
(Fe. Nar.)
https://www.change.org/p/lasciare-peppina-nella-sua-casetta-di-legno/psf/promote_or_share?share=false
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Situazione davvero esplosiva, e ci sovviene che anche il celebre ‘caffè della Peppina’ alla fine esplodeva.
Sindaco, solo la polizia? L’esercito no? Che lo paghiamo a fare se non lo usiamo per un fatto gravissimo come quello che vuole fare la Signora Peppina: ammanettarsi. Saprei io chi andrebbe ammanettato.
Il tema delle casette va riaffrontato oggi, in sanatoria, spiega Carrescia. Benissimo: purché nessuno si azzardi a chiedere un solo centesimo come spudoratamente è avvenuto per altre sanatorie.In difesa del paesaggio, ci sono vincoli i vincoli, ma quello di ottenere l’autorizzazione paesaggistica per una casetta di legno non ha senso logico. Se poi si aggiunge il fatto di essere stati costretti per causa del terremoto e che serve per viverci a una donna di 95 anni, significa: annullare totalmente lo stato di diritto in un paese, dove i politici fanno a gara per farci credere che il nostro è un paese democratico. Nell’articolo si legge, che le figlie non avrebbero aspettato la concessione edilizia. In un paese normale: la concessione edilizia per una casetta di legno da costruirsi su terreno edificabile, dopo la presentazione del progetto, la si ottiene nel giro di una settimana. Ma vista la situazione della signora Peppina che nel container viveva come una condannata ai piombi di Venezia e visto che si tratta di un fatto avvenuto in un piccolo comune dove tutti si conoscono, credo che: per chi è deputato a gestire le istituzioni del posto, gli atti dovuti da leggi che non hanno senso, sarebbero dovuti essere quelli di firmare la concessione e magari per solidarietà, consegnarla anche a mano.