Bommarito attacca in aula sulle piscine,
la replica: «Operazioni trasparenti»
Disputa su una lettera

MACERATA - Udienza in tribunale dove il legale è stato querelato per diffamazione dall'ex sindaco per gli articoli scritti. Oggi ha dato la sua versione dei fatti e di quello che riteneva non andasse nei rapporti tra l'ex primo cittadino e una società. Sentiti anche gli avvocati Bruno Mandrelli (che si dimise da consigliere di maggioranza dopo il rifiuto di una commissione d'inchiesta) e Fabrizio Giustozzi che ha riferito di una missiva. La difesa: «Solo critiche all’operato dell’amministrazione». La parte civile: «Forniti ai consiglieri 210 pagine di documenti sull'iter per il polo natatorio»

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L’ex sindaco Romano Carancini

di Gianluca Ginella

La politica della giunta Carancini sull’annosa questione delle piscine a Fontescodella mai realizzate ha caratterizzato il processo in corso al tribunale di Macerata legato ad una presunta diffamazione dell’avvocato Giuseppe Bommarito all’ex sindaco e attuale consigliere regionale del Pd, Romano Carancini (che aveva denunciato il legale). Tra i testimoni anche l’avvocato Bruno Mandrelli, ex consigliere comunale del Pd che ha spiegato perché ritenesse che sulla questione delle piscine fosse necessaria una commissione d’inchiesta. Bommarito, assistito dall’avvocato Gabriele Cofanelli, si è sottoposto all’esame e ha confermato di ritenere vi sia stata una opacità nella vicenda legata, a suo dire, ad un presunto favoritismo verso una società, la Fontescodella piscine spa.

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

La difesa ha fatto notare che sulla questione era stata inviata, nel 2017, tutta la documentazione sull’iter delle piscine a tutti i consiglieri comunali «210 documenti» e che sia la commissione affari istituzionali che la procura, in una indagine per cui l’ex procuratore Giovanni Giorgio aveva poi chiesto l’archiviazione, non avevano rivelato profili di irregolarità.

«Allora perché parla di opacità?» ha chiesto a Bommarito l’avvocato Paolo Giustozzi, che assiste Carancini, parte civile al processo. Il legale ha risposto che tra ciò che andava chiarito, a suo parere, c’era: «perché nel 2011, quando la società era già inadempiente, non venne risolto il contratto? Perché Carancini concesse proroghe che non era tenuto a concedere?». Secondo il legale «non era in discussione la regolarità formale dei documenti ma la discrezionalità di alcune scelte». «Era a conoscenza delle interpellanze della minoranza dal 2012 al 2017 e che l’amministrazione ha risposto alle domande che lei pone oggi?» ha chiesto Giustozzi. «Sì, ma erano conclusioni che non condividevo».

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L’avvocato Fabrizio Giustozzi che ha testimoniato al processo

Ancora, ha detto Bommarito «La vicenda lasciava denotare un atteggiamento di favore verso una società il cui contratto poteva essere risolto nel 2011 quando la Fontescodella era già inadempiente. Si scelse la strada dei traccheggiamenti, delle transazioni ad uso e consumo della Fontescodella spa». Bommarito ha anche chiarito che lui non ha nulla contro Romano Carancini, la sua critica era al suo operato come sindaco.

Nel corso del processo è stato sentito anche l’avvocato Fabrizio Giustozzi che ha riferito di una missiva ricevuta a firma di Carancini che interveniva a favore di una società, in persona dell’amministratore, che secondo la difesa era collegata al gruppo Fontescodella Piscine spa. La lettera era del novembre del 2010, mentre Carancini era sindaco da aprile di quell’anno. Sul punto l’avvocato Giustozzi, legale di Carancini chiarisce: «Non era una società legata al raggruppamento di imprese».

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L’avvocato Bruno Mandrelli

Sentito al processo anche Bruno Mandrelli, che era consigliere comunale e che chiese la nomina di una commissione di inchiesta dopo che il Comune decise di rinunciare al progetto delle piscine e a Fontescodella (in seguito a questa vicenda si dimise da consigliere). «La mia sensazione è che ci fossero condizioni per risolvere prima questo rapporto con la Fontescodella spa. Prima si risolveva, prima si poteva partire con un progetto nuovo. Tutta la vicenda amministrativa mi è sembrata contornata da un po’ di opacità» lamentando che non venisse fornita documentazione.

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L’avvocato Gabriele Cofanelli

L’avvocato Giustozzi su questo ha fatto notare che nel 2017 erano stati forniti a tutti i consiglieri 210 documenti sull’iter e che due anni quando Mandrelli aveva fatto richiesta di accesso agli atti gli era stata fornita tutta la documentazione richiesta. Il legale della parte civile ha continuato: «Ma la sua richiesta di istituzione di una commissione, nasceva sempre come ebbe a dichiarare nel corso dei consigli comunali dalla stessa scarsa trasparenza?» «No, la richiesta di commissione di indagine dalla transazione». «Quindi non c’erano dubbi sulla opacità…» «No, la richiesta della commissione di indagine era per la transazione».

L’avvocato Paolo Giustozzi, sull’udienza dice che «L’amministrazione accusata di opacità ha inviato nel 2017 documenti a tutti i consiglieri comunali, ha risposto alle richieste di accesso agli atti, ha fornito tutte le risposte, in occasione di tre o quattro mozioni consigliari. Ha offerto documenti all’Anac che non ha avuto nulla da osservare, ha avuto un accertamento minuzioso della Guardia di finanza che non ha riscontrato nulla di irregolare, ha passato il controllo della commissione consigliare che non ha rilevato irregolarità. Difficile trovare una procedura più trasparente di questa».

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L’avvocato Paolo Giustozzi, legale della parte civile

«A nostro avviso – dice l’avvocato Cofanelli – la ricostruzione dell’avvocato Bommarito è stata di natura oggettiva in assenza di qualsivoglia ostilità nei confronti della persona Romano Carancini, ma mosso unicamente da una critica precisa sull’operato dell’amministrazione della città».

All’avvocato Bommarito vengono contestati tre articoli di approfondimento che scrisse su Cronache Maceratesi in cui – secondo l’accusa – avrebbe usato espressioni «gravemente lesive». Il primo è del 11 aprile 2019 dal titolo “Piscine, il grande flop di Carancini: un delirio di favori non dovuti che ha ferito e lacerato Macerata”. Il secondo articolo è del 20 luglio 2019, dal titolo: “Piscine un decennio da favoletta il rapporto studio Carancini – Paci in contrasto con la deontologia forense”. Il terzo articolo, del 3 febbraio 2020, dal titolo “Carancini e il suo parlocoifatti. Le perle del sindaco dalla A alla Z”.

 

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