di Federica Nardi
Dalle intenzioni scritte nero su bianco poi contraddette dai fatti recenti fino alle richieste della minoranza. Continua la polemica sulle piscina mai realizzate e sulla transazione che ne è seguita. Anna Menghi, consigliera di opposizione, fa una richiesta molto precisa alla Procura: «Serve un’indagine. E’ necessario che ognuno faccia la sua parte, così potremmo scoprire che questa città non è poi così tranquilla anche quando lo sembra».
La transazione con la Fontescodella spa a Macerata è stata fatta anche perché «il ritorno immediato nella piena proprietà dell’Ente dell’area oggetto di concessione dà facoltà all’amministrazione comunale di iniziare immediatamente un nuovo percorso amministrativo diretto comunque alla realizzazione del complesso natatorio nell’area di Fontescodella». Parola del sindaco Romano Carancini e della giunta, che sottoscriveva così a marzo la decisione di non fare causa alla ditta per la mancata realizzazione delle piscine. Solo che in questi giorni Carancini ha cambiato idea, dato che ha annunciato che il polo natatorio si farà, più piccolo, alle ex Casermette. E mentre ancora manca la risposta del sindaco, il Pd (per voce del segretario Stefano Di Pietro), chiamato in causa, accetta il confronto pubblico per chiesto da Cronache Maceratesi dopo la querela fatta dal primo cittadino (a titolo personale) contro l’avvocato Giuseppe Bommarito che ha ricostruito l’annosa vicenda in un articolo.
Maurizio Mosca
Primo cittadino che nei giorni scorsi ha consegnato le carte sulle piscine in Procura per assicurare che vi è stata la massima trasparenza in questa vicenda. Ma dall’opposizione continuano a levarsi voci che chiedono un chiarimento definitivo. Soprattutto alla luce degli ultimi annunci dell’amministrazione. Maurizio Mosca, presidente della Prima commissione e consigliere di minoranza con Città viva, tira fuori proprio la delibera di marzo (dove tra l’altro l’amministrazione ricordava che i lavori erano iniziati) per un attacco frontale alle ultime dichiarazioni di Carancini. «Non hanno fatto causa per riavere i terreni e ora fanno le piscine da un’altra parte? – chiede Mosca -. Il sindaco ci sta prendendo in giro. Se non ti servivano i terreni, potevi fare causa. Prendere subito i 500mila euro di fidejussione e chiedere anche le penali. La transazione è di circa 700mila euro, non sono molti di più. Tra l’altro quali immobili vorrebbe vendere per compensare le spese? Perché deve impegnare la futura amministrazione a un anno dalla fine del mandato?».
Anna Menghi
Non risparmia affondi nemmeno Anna Menghi, che commenta anche la querela dicendo che «è stato un atto vile denunciare un giornalista che anche grazie a Cronache Maceratesi ha fatto in questi anni giornalismo d’inchiesta, anche su temi delicati come le infiltrazioni mafiose, facendoci scoprire tante cose. Sono pochi che fanno giornalismo così e voglio fare alla redazione un plauso e mi dispiace che questo lavoro non venga riconosciuto da un sindaco. Anche su questa storia Bommarito ha ripercorso la vicenda attraverso gli atti, dai quali è tutto molto chiaro. La cosa ancora più grave è che Carancini utilizzi i mezzi di informazione a seconda del messaggio che vuole dare, per cui adesso annuncia la boutade degli atti in Procura. E’ confuso evidentemente: prima querela Bommarito e poi consegna gli atti invece di rispondere alla richiesta di dibattito pubblico. Ma non basta consegnare gli atti per fare chiarezza e qui mi rivolgo alla Procura: serve un’indagine. E’ necessario che ognuno faccia la sua parte, così potremmo scoprire che questa città non è poi così tranquilla anche quando lo sembra. Personalmente – conclude Menghi – non sono mai arrivata a portare gli atti in Procura perché penso che la politica debba fare altro. Ma ai tempi del sindaco Meschini, sulla vicenda piscine, glielo dissi in Consiglio comunale. Se avesse dato seguito alla richiesta della ditta sarei andata in Procura. Lui si fermò e la storia rimase sospesa prima che la ereditasse Carancini».
E’ molto preoccupata anche Carla Messi, consigliera del Movimento 5 Stelle. «Qualsiasi approfondimento chiediamo loro fanno fronte comune e non ne veniamo a capo, se non c’è una presa di coscienza da parte della maggioranza non si farà mai niente». Messi sottolinea che la legalità è sempre stato il cavallo di battaglia del movimento «e mai come in questo caso servirebbe affrontare sia la questione dell’opportunità politica che quella deontologica. L’omertà da parte del Pd che continua a coprire il suo sindaco è veramente grave. E mi domando con che coraggio il sindaco in Consiglio comunale continua a dire che non è il socio di sua moglie». Ora alla commissione prima non resta che cercare di capire cosa è accaduto nell’annosa vicenda piscine senza “i superpoteri” che avrebbe avuto una commissione di indagine. «Non abbiamo armi – continua la consigliera – deve essere la maggioranza che accetta il discorso della non compatibilità. Qui non si tratta di un attacco personale, io sono sempre stata molto rispettosa della persona, ma qui c’è ben altro». Messi si schiera poi dalla parte di Giuseppe Bommarito: «Siamo tutti dalla sua parte, la denuncia è scaturita dal fatto che il sindaco si è sentito scoperto».
Questo è un fenomeno, si merita il bagno con la piscina vuota
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Mi fanno molto piacere le dichiarazioni di tutti gli esponenti della minoranza, che descrivono la querela caranciniana nei miei confronti come un atto vile e inaudito e fuori da ogni contesto democratico e contrario al diritto di critica e di pensiero, nonchè alla libertà di stampa.
Mi piacerebbe però che su questo aspetto cruciale uscissero allo scoperto, mettendo una volta per tutte fine all’omertà di partito e di maggioranza, persone sicuramente democratiche come, facendo qualche esempio, Mario Morgoni, Flavio Corradini, Massimiliano Bianchini, Bruno Mandrelli, Narciso Ricotta, Pietro Marcolini. E’ giusto, è normale che un Sindaco quereli un privato cittadino che, mettendoci nome, cognome e faccia, lo ha criticato su una questione cruciale per la città, potendo il Sindaco intervenire sulla stampa e sbugiardare quel cittadino (naturalmente se le cose stanno come racconta il nostro – si fa per dire – Sindaco)?
Quanto al PD ho ricevuto in questi giorni da decine di iscritti convinte espressioni di solidarietà per l’inqualificabile scelta di Carancini e, al contempo, critiche pesantissime al Sindaco sulla vicenda piscine, a cominciare – tanto per citare un nome a caso – dallo stesso Stefano Di Pietro, che però adesso pubblicamente non vuole parlare e si chiude in un pudibondo silenzio.
La querela all’avvocato Bommarito è l’atto disperato di bloccare la discussione politica ed il confronto sul fallimento della realizzazione delle piscine su cui il sindaco Carancini aveva rassicurato sulla sua realizzazione. La transazione con la Fontescodella spa è l’atto finale del fallimento dell’Amministrazione. L’ultimo atto l’attacco all’avv. Bommarito che ha avuto il merito di denunciare tutte le opacità della vicenda piscine. Mi auguro che il PD, che ancora lo difende, paghi pesantemente a livello elettorale le responsabilità politiche.
1) I politici solitamente querelano quando sottoposti a critiche anche feroci che però non si distaccano dalla verità, non solo quella del querelato ma anche di tanti che con il tempo si sono accorti di avere a che fare con oramai seppur votati, soggetti ridotti ad ectoplasmi politici e che condividono le stesse critiche del querelato e come lui sperano in un po’ di giustizia là dove poi si vede che se c’è del marcio è diffuso in tutta la Danimarca e che se il demerito maggiore è sicuramente il suo è stato comunque coadiuvato da chi tanto meglio non è .Il querelante che denuncia quando oramai è alle strette e pubblicamente non riesce più ad accennare alla più minima difesa e che se continua si metterebbe ancora di più di fronte alle proprie responsabilità oramai talmente evidenti da non poter più cucirci una pezza dato che il buco è diventato troppo logoro ed eccessivamente sbrindellato.. querela. In questo caso si potrebbe pensare che sia per bloccare ulteriori verità sempre da parte del querelato che il denunciante cerca di bloccare dando prova di scarso savoir faire perché tutto ciò che è stato pesantemente criticato viene poi provato in modo assolutamente indiscutibile. Non è intelligente querelare sapendo di perdere ma solo con la speranza che gli altri pensano che lo fai perché ti senti veramente offeso da certe dichiarazioni nonostante le accuse siano oggetto di dieci anni di indagini, di scarsa visibilità su quel che fatto che diventa invece un boomerang e quello che è noto a tutta l’umanità locale fa solo chiedere al comune uomo della strada che effettivamente si è estinto da tempo il perché ci si divincola tanto una volta che catturato non ha più nessuna possibilità di liberarsi.
2) Può succedere che a volte il politico querelante alfine offeso per dirgli a brutto muso quello che effettivamente vale per il querelato e naturalmente il contrapposto sa benissimo di meritarsi di peggio per il comportamento avuto e invece di sprofondare nella vergogna che rappresenta per tutti quelli che hanno a che fare con lui e che devono soccombere alla posizione datagli dai voti dei suoi sostenitori che spesso, anzi, diventano i loro peggiori critici in quanto si sentono presi in giro quando capiscono che le uniche cose a cui si dedicano, sono solo quelle di farsi gli affari propri e quelli da cui lo scambio di favori potrà avvantaggiarlo forse e quando le malefatte maggiori non superano di gran lunga le malefatte minori giudicate dal querelante in base al suo metro che non è mai quello dell’etica ma quello che misura lo scellerato comportamento tenuto in base alle proprie priorità. Un famoso “ statista “ civitanovese querela perché sentendosi nel giusto lo fa per avere un ristorno economico che poi “ devolverà in beneficenza “ solitamente al più misero degli uomini che conosce e quindi non dovrebbe essere difficile immaginare chi sarà il beneficiario.
3) Poi c’è l’arrogante politico che più parla più si scopre per quello che vale e quando glielo si fa notare non riuscendo più per capacità intellettuali purtroppo francamente scarse come ile condotte politiche propriamente tenute, si vede costretto per mettere uno stop al fango che meritevolmente si merita e che lo dovrebbe coprire fino alla gola lasciandogli scoperto solo il volto sennò rischia pure non solo di affogarsi nella melma ma anche di essere dimenticato, ecco che querela. Generalmente queste querele se anche si chiudessero a loro favore, mostrano però i motivi per cui la sua querela è basata su fatti, critiche, scambi di idee che lo hanno messo a nudo e sentendosi davvero miserevole e Ko, per cercare di darsi un tono allora querela ottenendo solamente di rendersi ancora più evidente come uomo, come politico agli occhi di chi comincia a vederlo in base alle “ offese “ che ritiene di aver ricevuto e che analizzate una ad una con l’uso del cervello non condizionato a trovarsi spesso d’accordo con il querelato e a chiedersi perché certa gente si sente libera di esprimersi in maniera da esser loro meritevoli di ricevere querel per indubbia capacità intellettiva, comportamentale, politicamente scorretta scoprendo alfine la sua vera natura di miserevole furbacchione oramai sull’orlo del ritorno obbligato alle vecchie occupazione a volte anche remunerative ma finché c’è chi gli dà una mano a guadagnarsi un extra continuano a dire stupidaggini, montagne di maleducate imbecillità finché dura fa verdura.