Piscine, il Pd accetta il confronto
Menghi: «Non basta consegnare gli atti,
la Procura faccia un’indagine»

MACERATA - Il partito di maggioranza ha dato l'ok per un dibattito pubblico, nessuna risposta dal sindaco. I consiglieri di minoranza continuano a sollecitare sia fatta chiarezza. Carla Messi: «Basta con l'omertà». Maurizio Mosca: «Non hanno fatto causa per riavere i terreni e ora fanno le piscine da un'altra parte?». L'ex sindaca: «La querela a Bommarito un atto vile, tutti dovrebbero riconoscere il lavoro di approfondimento»

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di Federica Nardi

Dalle intenzioni scritte nero su bianco poi contraddette dai fatti recenti fino alle richieste della minoranza. Continua la polemica sulle piscina mai realizzate e sulla transazione che ne è seguita. Anna Menghi, consigliera di opposizione, fa una richiesta molto precisa alla Procura: «Serve un’indagine. E’ necessario che ognuno faccia la sua parte, così potremmo scoprire che questa città non è poi così tranquilla anche quando lo sembra».

La transazione con la Fontescodella spa a Macerata è stata fatta anche perché «il ritorno immediato nella piena proprietà dell’Ente dell’area oggetto di concessione dà facoltà all’amministrazione comunale di iniziare immediatamente un nuovo percorso amministrativo diretto comunque alla realizzazione del complesso natatorio nell’area di Fontescodella». Parola del sindaco Romano Carancini e della giunta, che sottoscriveva così a marzo la decisione di non fare causa alla ditta per la mancata realizzazione delle piscine. Solo che in questi giorni Carancini ha cambiato idea, dato che ha annunciato che il polo natatorio si farà, più piccolo, alle ex Casermette. E mentre ancora manca la risposta del sindaco, il Pd (per voce del segretario Stefano Di Pietro), chiamato in causa, accetta il confronto pubblico per chiesto da Cronache Maceratesi dopo la querela fatta dal primo cittadino (a titolo personale) contro l’avvocato Giuseppe Bommarito che ha ricostruito l’annosa vicenda in un articolo.

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Maurizio Mosca

Primo cittadino che nei giorni scorsi ha consegnato le carte sulle piscine in Procura per assicurare che vi è stata la massima trasparenza in questa vicenda. Ma dall’opposizione continuano a levarsi voci che chiedono un chiarimento definitivo. Soprattutto alla luce degli ultimi annunci dell’amministrazione. Maurizio Mosca, presidente della Prima commissione e consigliere di minoranza con Città viva, tira fuori proprio la delibera di marzo (dove tra l’altro l’amministrazione ricordava che i lavori erano iniziati) per un attacco frontale alle ultime dichiarazioni di Carancini. «Non hanno fatto causa per riavere i terreni e ora fanno le piscine da un’altra parte? – chiede Mosca -. Il sindaco ci sta prendendo in giro. Se non ti servivano i terreni, potevi fare causa. Prendere subito i 500mila euro di fidejussione e chiedere anche le penali. La transazione è di circa 700mila euro, non sono molti di più. Tra l’altro quali immobili vorrebbe vendere per compensare le spese? Perché deve impegnare la futura amministrazione a un anno dalla fine del mandato?».

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Anna Menghi

Non risparmia affondi nemmeno Anna Menghi, che commenta anche la querela dicendo che «è stato un atto vile denunciare un giornalista che anche grazie a Cronache Maceratesi ha fatto in questi anni giornalismo d’inchiesta, anche su temi delicati come le infiltrazioni mafiose, facendoci scoprire tante cose. Sono pochi che fanno giornalismo così e voglio fare alla redazione un plauso e mi dispiace che questo lavoro non venga riconosciuto da un sindaco. Anche su questa storia Bommarito ha ripercorso la vicenda attraverso gli atti, dai quali è tutto molto chiaro. La cosa ancora più grave è che Carancini utilizzi i mezzi di informazione a seconda del messaggio che vuole dare, per cui adesso annuncia la boutade degli atti in Procura. E’ confuso evidentemente: prima querela Bommarito e poi consegna gli atti invece di rispondere alla richiesta di dibattito pubblico. Ma non basta consegnare gli atti per fare chiarezza e qui mi rivolgo alla Procura: serve un’indagine. E’ necessario che ognuno faccia la sua parte, così potremmo scoprire che questa città non è poi così tranquilla anche quando lo sembra. Personalmente – conclude Menghi – non sono mai arrivata a portare gli atti in Procura perché penso che la politica debba fare altro. Ma ai tempi del sindaco Meschini, sulla vicenda piscine, glielo dissi in Consiglio comunale. Se avesse dato seguito alla richiesta della ditta sarei andata in Procura. Lui si fermò e la storia rimase sospesa prima che la ereditasse Carancini».

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Carla Messi

E’ molto preoccupata anche Carla Messi, consigliera del Movimento 5 Stelle. «Qualsiasi approfondimento chiediamo loro fanno fronte comune e non ne veniamo a capo, se non c’è una presa di coscienza da parte della maggioranza non si farà mai niente». Messi sottolinea che la legalità è sempre stato il cavallo di battaglia del movimento «e mai come in questo caso servirebbe affrontare sia la questione dell’opportunità politica che quella deontologica. L’omertà da parte del Pd che continua a coprire il suo sindaco è veramente grave. E mi domando con che coraggio il sindaco in Consiglio comunale continua a dire che non è il socio di sua moglie». Ora alla commissione prima non resta che cercare di capire cosa è accaduto nell’annosa vicenda piscine senza “i superpoteri” che avrebbe avuto una commissione di indagine. «Non abbiamo armi – continua la consigliera – deve essere la maggioranza che accetta il discorso della non compatibilità. Qui non si tratta di un attacco personale, io sono sempre stata molto rispettosa della persona, ma qui c’è ben altro». Messi si schiera poi dalla parte di Giuseppe Bommarito: «Siamo tutti dalla sua parte, la denuncia è scaturita dal fatto che il sindaco si è sentito scoperto».



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