di Federica Nardi
Dalla querela del sindaco Romano Carancini all’avvocato Giuseppe Bommarito fino alle dimissioni a sorpresa del consigliere di maggioranza Bruno Mandrelli. E’ il fantasma delle piscine mai realizzate a Fontescodella a rianimare, come in un deja vu lungo 10 anni, il dibattito pubblico di Macerata. Oggi diverse le voci dell’opposizione che commentano la questione, senza sconti né per il Pd né per il primo cittadino.
Maurizio Mosca
«La querela all’avvocato Bommarito è una cosa indegna – commenta Maurizio Mosca (Città viva) -, non ha scritto niente che possa portare a una querela. Si vede che l’imperatore (il sindaco, ndr) è stressato, non sa più cosa deve fare, è in balìa delle onde con una maggioranza che lo fa galleggiare. Una persona di buon senso si sarebbe dimessa alle prime parole pronunciate ieri. Ha ammesso il fallimento politico, se fosse serio si sarebbe dimesso. Con le piscine hanno fatto una figura ridicola. Carancini ha favorito il privato con mille decisioni. La verità è che voleva chiudere la questione a tutti i costi. Poteva uscire dal contratto ma non l’ha fatto, preferendo la messa in scena della consegna del cantiere a 15 giorni dalle elezioni. Qualsiasi imprenditore serio sapeva perfettamente che le piscine non si sarebbero mai fatte. Ma così hanno messo una bandierina e a rimanere fregata è stata la città di Macerata. Ci sono state tutta una serie di bugie che porterò in commissione perché c’è qualcosa che non va. E ribadisco: non è normale che la moglie del sindaco difenda l’amministratore della Fontescodella. Questa storia non mi piace e non mi importa che in Consiglio non se ne voglia parlare».
Roberto Cherubini
Roberto Cherubini (Movimento 5 stelle) sostiene che «la querela dimostra un evidente nervosismo ed il fatto che la maggioranza bocci una commissione d’indagine, che potrebbe aiutare i cittadini a capire, la dice lunga su una questione poco chiara. Credo che Giuseppe Bommarito, che stimo, non sia per nulla preoccupato di una querela che potrebbe anche essere utile per comprendere meglio certe questioni. La decisione di Bruno Mandelli – aggiunge Cherubini -, ci ha colpito perché lui ha dato sempre apporti proficui in Consiglio comunale e credo che la decisione di dimettersi sia stata particolarmente dolorosa per lui. Era però evidente da mesi la sua distanza da una maggioranza che sembra più piegata in protezione del sindaco che a ragionare seriamente sulle questioni stringenti per la città».
Riccardo Sacchi
Riccardo Sacchi (Forza Italia) parte dal Consiglio comunale di lunedì: «Il Pd si è reso conto di star sostenendo la peggiore amministrazione della storia ma per logiche che non comprendo non riesce a prendere le distanze – dice Sacchi -. Si prenderanno quindi tutte le responsabilità, dato che hanno sposato tutte le politiche dell’amministrazione. Tra l’altro, se sono convinti che serve un approfondimento sulle piscine, potevano chiederlo loro invece di aspettare la nostra delibera».
Sacchi passa poi alla querela contro Bommarito: «E’ di una gravità inaudita – sottolinea -. Se invece che un sindaco fosse un premier si griderebbe alla dittatura e alla censura. La vicenda piscine più di ogni altra ha fatto discutere la città: si affronta con un articolo riccamente documentato e pienamente rispondente ad atti documentali. Se un sindaco deve ricorrere a una querela è segno evidente di debolezza politica e anche che sia rimasto politicamente solo. Dato che pare l’abbia presentata da privato cittadino (anche se poi la comunicazione l’ha fatta dal sito ufficiale del Comune). Non fa un confronto pubblico ma querela: mi ricorda un regime. Portare la politica nelle aule di tribunale è sbagliato. La denuncia a Bommarito è la denuncia a tutto il fallimento della sua amministrazione ed è la denuncia della sua solitudine politica. Resta solo una domanda – conclude Sacchi -. Perché il Pd lo lascia solo ma poi nessuno alza un dito quando Mandrelli se ne va dal consiglio? Siamo alle comiche finali, non hanno la forza di staccare la spina a questa amministrazione, che sarebbe l’unica strategia possibile. La città è delusa e disorientata, perché è mancata una guida. Non ha più nemmeno la parvenza di un capoluogo. Ed è responsabilità del centrosinistra».
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Se è vero (ma, fino all’ultimo, voglio sperare di no) che la querela è stata presentata, tutta la mia solidarietà al querelato.
Non si può chiedere ad un sindaco di dimettersi a ridosso delle elezioni europee. Non si può.
Un colpo così non ci voleva, per la città per le persone perbene che si prodigano a mantenere dignità alla politica ….che tristezza a qualche giorno dalle votazioni europee sopratutto alla scelta di nuovi sindaci.
Solidarietà, apprezzamento e ammirazione al querelato.
Grazie a tutti gli amici, che con telefonate, commenti, mail, sms e whatsapp e parole gentili mi hanno espresso solidarietà, a fronte dell’inaudito attacco personale di un Sindaco ad un cittadino che ha criticato la gestione di quello che lui stesso ha definito prima la priorità delle priorità e poi un enorme fallimento politico.
Carancini, invece di dimettersi, come sarebbe accaduto in un paese normale (dove 2 + 2 dovrebbe fare 4), ha preferito querelare, tra l’altro sfuggendo ad un confronto pubblico sui fatti e sui documenti e sterilizzando, con l’aiuto della sua pavida e omertosa maggioranza consiloiare, un serio approfondimento in sede di commissione di inchiesta.
Un grazie particolare a Franco Pavoni, con il quale in diverse occasioni mi sono trovato a essere rispettosamente in disaccordo, che qui mi ha espresso solidarietà e apprezzamento.
Mi permetto rispettosamente di osservare che 2+2 fa 4 solo apparentemente:
“nel tredicesimo secolo, Leonardo Fibonacci scoprì che lasciando in una gabbia due conigli maschi e due conigli femmine si ottenevano ben più di quattro conigli. Non avendo il coraggio di mettere troppo apertamente in dubbio il valore dato da Euclide, Fibonacci si limitò ad affermare che “2+2 è più vicino a 5 che a 4”.