Piscine, Mosca contro Carancini:
«C’è un palese conflitto d’interessi»

MACERATA - Il presidente della commissione Affari istituzionale richiama il sindaco al rispetto del Codice deontologico forense, per il fatto che la moglie assiste come avvocato una delle aziende Paci

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Maurizio Mosca e Romano Carancini

 

Non è solo una questione di opportunità, c’è qualcosa di più nel fatto che la moglie del sindaco, avvocato come lui, assista una ditta dei fratelli Paci, tra le socie della Fontescodella spa. A dirlo è  il consigliere comunale di Città Viva, nonché presidente della commissione Affari istituzionali Maurizio Mosca, che richiama il sindaco Romano Carancini al rispetto del nuovo Codice deontologico forense che ha rafforzato il conflitto di interessi. E’ proprio il conflitto di interessi l’ultimo nodo emerso nella tristemente nota vicenda delle piscine di Fontescodella che non hanno mai visto la luce (dopo più di 10 anni non c’è neanche una buca sul terreno scelto per l’impianto) ma rimangono un tema sempreverde nel dibattito politico maceratese e sono senz’altro destinate ad essere un tema cardine alle prossime elezioni comunali. Il “conflitto di interessi” è stato portato ancora una volta alla ribalta, questa volta con grande schiettezza da Anna Menghi, dell’omonimo comitato, dopo che, in passato, la questione era stata affrontata nella Commissione affari istituzionali ma in modo molto più allusivo e meno risoluto. E nella bufera è finita anche Betty Torresi, moglie del sindaco, e sua collega. Carancini si è difeso dichiarando che il suo non è uno studio associato e che lui, da Paci, non ha avuto alcun incarico di difesa. Spiegazione che non ha affatto soddisfatto il consigliere comunale di Città Viva, nonché presidente della commissione Affari istituzionali Maurizio Mosca che è intervenuto sulla vicenda, ricordando che è dal 2018 che chiede spiegazioni senza mai ottenere una risposta soddisfacente. «Come presidente della prima commissione Affari istituzionali ho il dovere di ricordare all’avvocato/sindaco – spiega Mosca – che con il suo account mail è stato richiesto il pagamento del compenso professionale per sua moglie (per una causa relativa a una delle aziende Paci, non relativa alla pratica piscine però, ndr). Forse dimentica – continua Mosca – che l’art 24 del nuovo Codice deontologico forense dice che l’avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico “anche non professionale” (quale è la sua funzione di sindaco) e specifica che “il dovere di astensione sussiste anche se le parti aventi interessi confliggenti si rivolgano ad avvocati che siano partecipi di una stessa società di avvocati o associazione professionale o che esercitino negli stessi locali e collaborino professionalmente in maniera non occasionale”. Basta la condivisione di spazi e forme di collaborazione perché operi l’obbligo, e non la mera facoltà, di astensione. E’ una norma di buon senso che, anche se non fosse espressamente disciplinata, dovrebbe essere rispettata; una norma che vale tra avvocati estranei tra loro ed a maggior ragione tra marito e moglie».

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