Quelle case abbandonate da anni,
un cazzotto per il centro

MACERATA - Numerosi gli edifici disabitati (Foto). Vittorio Lanciani, presidente dell'Ordine degli Architetti: «Il rilancio del cuore della città parte dal ritorno della residenzialità. Molte abitazioni sono state trasformate internamente per ospitare gli universitari. Servono parcheggi che non sono più quelli a corona pensati negli anni Settanta». L’associazione Lutes organizza un convegno

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L’edificio in piazza Lauro Rossi a Macerata

di Mauro Giustozzi

Degrado e abbandono di case, palazzi, edifici rimasti disabitati. Non solo tante vetrine di negozi con le saracinesche abbassate ma in centro storico basta fare un giro a piedi e ci si imbatte in diverse vie dove i portoni delle abitazioni presentano catene e lucchetti quando va bene o sono sbarrati da tavole inchiodate. Numerosi sono gli immobili a Macerata che si trovano da molti anni in uno stato di abbandono tale da incidere negativamente non solo sull’immagine, sul decoro e sul senso di appartenenza dei cittadini, ma anche, in alcuni casi, sull’igiene e sulla sicurezza urbana.

Edifici-vuoti-in-citta-1-300x400Camminando per via Crispi oppure nelle viuzze della Cocolla o in piazzetta Lauro Rossi ci si può rendere conto dello stato di incuria in cui versano diversi immobili i cui proprietari non intervengono, forse perché non hanno la possibilità economica, oppure sono deceduti e gli eredi non stanno a Macerata o ancora perché proprio non ne vogliono sapere di fare investimenti economici corposi per ripristinare edifici molto datati e in alcuni casi perfino pericolanti a rischio crollo. Questo accade prevalentemente in centro storico, ma non solo, perché basta andare in via Piave o anche di fronte ai Salesiani per osservare interi palazzi disabitati dove albergano oramai unicamente gatti randagi o piccioni. E si tratta di edifici che sono sia di proprietà privata che comunale.

Ma quanti ce ne sono a Macerata? Difficile dirlo non esistendo un vero e proprio censimento di queste case chiuse dove gli infissi cadono a pezzi, le finestre sono rotte, i tetti sfondati. Di questo tema si è recentemente interessata l’associazione maceratese Lutes che ha tra gli obiettivi la valorizzazione storico-artistica della città e che ha lanciato il tema del recupero degli immobili in stato di abbandono. Argomento che Lutes aveva portato all’attenzione anche dell’Ordine degli Architetti in occasione di un pubblico incontro, visto che in città sono tanti gli immobili chiusi che pongono anche un problema legato alla sicurezza di chi ci abita accanto che vede svalutare il proprio immobile.

Edifici-vuoti-in-citta-2-325x244Ed allora perché non affrontare questa tematica coinvolgendo lo stesso Comune di Macerata e tutti i soggetti interessati dalla questione? Anche perché, stando a quanto previsto dalle leggi attuali, una casa non si può lasciare abbandonata e degradata ma sono obbligatori lavori di ristrutturazione da parte del proprietario. Si tratta, chiaramente, di interventi che diventano necessari dopo un lungo periodo di abbandono di un immobile. In particolare, la legge prevede che tutte le case abbandonate e degradate e gli edifici non utilizzati da oltre 5 anni e per almeno il 90% della struttura possano essere sottratti al proprietario che non effettua i dovuti lavori di ristrutturazioni e dati al Comune che dovrà occuparsi della ristrutturazione anticipando i costi e rifacendosi poi sul proprietario. E allora perché non intraprendere questa strada anche a Macerata? Sotto questo aspetto l’associazione Lutes, in primavera, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti organizzerà un convegno sul centro storico del capoluogo e sul suo rilancio anche partendo dal recupero di tali immobili chiusi e abbandonati.

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Vittorio Lanciani

«Il tema è centrale per pensare al futuro di questa parte storica della città – ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli Architetti, Vittorio Lanciani – che prima di tutto deve decidere che vocazione avere. Il rilancio di questa parte della città parte dal ritorno della residenzialità fissa dei cittadini che di conseguenza può portare ad una ripresa collegata delle attività commerciali. Attualmente molte case sono state trasformate internamente per ospitare gli studenti universitari, è stata una scelta fatta decenni fa che però ha portato oggi alla desertificazione di residenti e attività commerciali. La ripresa della residenzialità passa attraverso una serie di parcheggi a servizio del centro storico che non sono più quelli a corona pensati negli anni Settanta.

Edifici-vuoti-in-citta-4-300x400Ci sono soluzioni alternative adottate in altre città italiane e del nord Europa da cui si può imparare molto. Rivoluzionare il centro storico significa ridargli dinamicità e così interventi anche per ristrutturare questi edifici abbandonati che devono essere recuperati. Interventi possibili solo però con finanziamenti specifici dedicati al centro storico. Si tratta di una cosa di una certa complessità, ma se il Comune vuol intraprendere questa strada come Ordine noi possiamo dare il nostro apporto per la creazione di un tavolo aperto ad altri ordini professionali, associazioni e piccoli proprietari, per fare un progetto di visione futura e di investimenti nel centro storico per invertire questo trend di impoverimento cui è altrimenti destinato irrimediabilmente».

Il riuso di un patrimonio di case vuote in centro storico sarebbe davvero un’operazione utile di blocco di quello che altrimenti continua a costituire un enorme monumento allo spreco e allo sfascio.

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https://www.cronachemaceratesi.it/2021/12/08/writer-acrobata-imbratta-palazzina-storica-del-centro/1591225/

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