L’edificio in piazza Lauro Rossi a Macerata
di Mauro Giustozzi
Degrado e abbandono di case, palazzi, edifici rimasti disabitati. Non solo tante vetrine di negozi con le saracinesche abbassate ma in centro storico basta fare un giro a piedi e ci si imbatte in diverse vie dove i portoni delle abitazioni presentano catene e lucchetti quando va bene o sono sbarrati da tavole inchiodate. Numerosi sono gli immobili a Macerata che si trovano da molti anni in uno stato di abbandono tale da incidere negativamente non solo sull’immagine, sul decoro e sul senso di appartenenza dei cittadini, ma anche, in alcuni casi, sull’igiene e sulla sicurezza urbana.
Camminando per via Crispi oppure nelle viuzze della Cocolla o in piazzetta Lauro Rossi ci si può rendere conto dello stato di incuria in cui versano diversi immobili i cui proprietari non intervengono, forse perché non hanno la possibilità economica, oppure sono deceduti e gli eredi non stanno a Macerata o ancora perché proprio non ne vogliono sapere di fare investimenti economici corposi per ripristinare edifici molto datati e in alcuni casi perfino pericolanti a rischio crollo. Questo accade prevalentemente in centro storico, ma non solo, perché basta andare in via Piave o anche di fronte ai Salesiani per osservare interi palazzi disabitati dove albergano oramai unicamente gatti randagi o piccioni. E si tratta di edifici che sono sia di proprietà privata che comunale.
Ma quanti ce ne sono a Macerata? Difficile dirlo non esistendo un vero e proprio censimento di queste case chiuse dove gli infissi cadono a pezzi, le finestre sono rotte, i tetti sfondati. Di questo tema si è recentemente interessata l’associazione maceratese Lutes che ha tra gli obiettivi la valorizzazione storico-artistica della città e che ha lanciato il tema del recupero degli immobili in stato di abbandono. Argomento che Lutes aveva portato all’attenzione anche dell’Ordine degli Architetti in occasione di un pubblico incontro, visto che in città sono tanti gli immobili chiusi che pongono anche un problema legato alla sicurezza di chi ci abita accanto che vede svalutare il proprio immobile.
Ed allora perché non affrontare questa tematica coinvolgendo lo stesso Comune di Macerata e tutti i soggetti interessati dalla questione? Anche perché, stando a quanto previsto dalle leggi attuali, una casa non si può lasciare abbandonata e degradata ma sono obbligatori lavori di ristrutturazione da parte del proprietario. Si tratta, chiaramente, di interventi che diventano necessari dopo un lungo periodo di abbandono di un immobile. In particolare, la legge prevede che tutte le case abbandonate e degradate e gli edifici non utilizzati da oltre 5 anni e per almeno il 90% della struttura possano essere sottratti al proprietario che non effettua i dovuti lavori di ristrutturazioni e dati al Comune che dovrà occuparsi della ristrutturazione anticipando i costi e rifacendosi poi sul proprietario. E allora perché non intraprendere questa strada anche a Macerata? Sotto questo aspetto l’associazione Lutes, in primavera, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti organizzerà un convegno sul centro storico del capoluogo e sul suo rilancio anche partendo dal recupero di tali immobili chiusi e abbandonati.
Vittorio Lanciani
«Il tema è centrale per pensare al futuro di questa parte storica della città – ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli Architetti, Vittorio Lanciani – che prima di tutto deve decidere che vocazione avere. Il rilancio di questa parte della città parte dal ritorno della residenzialità fissa dei cittadini che di conseguenza può portare ad una ripresa collegata delle attività commerciali. Attualmente molte case sono state trasformate internamente per ospitare gli studenti universitari, è stata una scelta fatta decenni fa che però ha portato oggi alla desertificazione di residenti e attività commerciali. La ripresa della residenzialità passa attraverso una serie di parcheggi a servizio del centro storico che non sono più quelli a corona pensati negli anni Settanta.
Ci sono soluzioni alternative adottate in altre città italiane e del nord Europa da cui si può imparare molto. Rivoluzionare il centro storico significa ridargli dinamicità e così interventi anche per ristrutturare questi edifici abbandonati che devono essere recuperati. Interventi possibili solo però con finanziamenti specifici dedicati al centro storico. Si tratta di una cosa di una certa complessità, ma se il Comune vuol intraprendere questa strada come Ordine noi possiamo dare il nostro apporto per la creazione di un tavolo aperto ad altri ordini professionali, associazioni e piccoli proprietari, per fare un progetto di visione futura e di investimenti nel centro storico per invertire questo trend di impoverimento cui è altrimenti destinato irrimediabilmente».
Il riuso di un patrimonio di case vuote in centro storico sarebbe davvero un’operazione utile di blocco di quello che altrimenti continua a costituire un enorme monumento allo spreco e allo sfascio.
Chiedete a Legnini, col terremoto ha ricostruito case disabitate da decenni, vuoi che non ti risolve queste situazioni???
È pensabile vendere a "1 euro" a condizione che il nuovo proprietario deve poi ristrutturare?
FINALMENTE! Aggiungo: situazione Piazza Pizzarello imbarazzante, via Trento più volte discussa, NEOPOLIS via Ghino Valenti inquietante, infine l'auditorium voluto dalla Chiesa davanti alla polizia stradale in Via dei Velini iniziato nel 2009 e poi abbandonato (evidentemente hanno soldi da buttare). Macerata è una cittadina da 40mila abitanti, è minuscola, non ci si può girare dall'altra parte davanti a queste situazioni di degrado risolvibilissime applicando le norme vigenti.
non vi è aria, sole, luce che stanno a fare le persone, per fare la passeggiata in centro che è tutto un saliscendi e poi non vi è nulla
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Giusta l’anamnesi sulle malattie del centro. Però il parcheggio a Nord sotto Rampa Zara, per cortesia, non lo contestate. Avrebbe salvato Macerata già 50 anni fa. E sono convinto sia ancora strategico. Chissà, tuttavia, se lo ricorderò!
Dall’articolo si desume che proprio al centro storico c’è una forte evasione di IMU e TARI, quindi l’amministrazione comunale dovrebbe attivarsi in ogni modo, anche facendo uso dell’Aerofotogrammetria.
E, state a pensare ai cimiteri… Di questo passo fra qualche anno chi ci portate?
Sono ormai da parecchi anni che il sottoscritto, uno dei pochi residenti del Centro Storico, si lamenta della movida selvaggia, del degrado sociale e morale, del proliferare di bar, bistrò, ristoranti che negli anni si è preferito anteporre ad una “residenzialità” operosa e pacifica. A questo si deve aggiungere un traffico sempre più caotico, pericoloso e incontrollato, I parcheggi per residenti costano sempre di più e sono sempre meno. Chi avrebbe interesse a vivere o a ritornare a vivere in un Centro Storico così malridotto? Non esiste più o quasi più, un negozio di prossimità in cui i residenti possano trovare ancora qualche cosa di necessario, ad eccezione forse, del Forno di Matteo che è l’unica attività rimasta in Centro insieme a qualche altro negozio. Un nucleo familiare che interesse ha per risiedere nel Centro Storico di questa città dove gli affitti costano cari, il traffico è sempre più pericoloso, gli schiamazzi sono tanti e non per ultimo, dove scorrono alcool e droghe a fiumi. Che sicurezze e certezze possiamo offrire ai nostri giovani e agli eventuali futuri residenti?
Architetto Lanciani, ottima iniziativa bonificare queste zone del centro storico di Macerata porterebbe la Città Capoluogo a quel necessario miglioramento prima che in quelle zone succeda l’impraticabilità. Le nostre categorie esistenti di certo non riusciranno mai a prendere iniziative su l’intero compatto, inutile insistere di riportare la popolazione a Macerata basta guardare la zona industriale Valle Verde di Piediripa dopo anni nessuna azienda si è fatta viva. C’è da ammirare la nostra Università che con il rudere dell’ex sanatorio è riuscita a portare investimenti culturali cinesi a Macerata. E’ quanto si potrebbe fare per il suo richiamo sulle zone bellissime ma degradate (dove sarà sempre peggio) di Macerata centro.
La Città di Matera ha attinto su idee internazionali la globalizzazione non è solo quella industriale ma anche questa che voi proponete le materie prime che per anni dobbiamo importare ancora dall’estero si può pagare anche scambiando la nostra cultura, Nuove Facoltà Universitarie per stranieri con nuovi accordi con popoli fornitori di materie prime prospettive venute fuori essendo ancora attualissime con il progetto di Enrico Mattei. Le nostre Ambasciate ancora lavorano con vecchi metodi superatissimi e la nuova classe politica entra in Parlamento con il vecchio sistema. Architetto Lanciani credo che questo sia il momento buono per portare a Macerata la discussione auspicabile basta vedere quella riuscitissima fatta al Lauro Rossi sulla nuova viabilità Buon lavoro. Ivano Tacconi Associazione Culturale Macerata Rinnova.
La verità è che molti edifici abbandonati del centro molte volte non hanno un vero proprietario.
A volte fanno parte di eredità giacenti.
Alcuni sono stati ereditati da decine di eredi (spesso nipoti o pronipoti) che spesso non si conoscono neanche l’uno con l’altro.
Qualche immobile è pignorato ecc.
Fatto sta che la soluzione che suggerisce l’arch. Lanciani comporterebbe un esborso immenso da parte del Comune che difficilmente riuscirebbe a recuperare “l’investimento” in tempi ragionevoli.
Senza considerare le complicazioni legali e burocratiche che potrebbero insorgere.
Per me sarebbe più pratico e praticabile demolire gli edifici malmessi e abbandonati e sullo spazio ricavato farci dei parcheggi per i residenti.
Per il sig. Ponzelli. La demolizione è la fase finale, prima occorre fare l’inventario degli immobili individuando i titolari di diritti reali laddove possibile.