Cosa sarebbe Macerata senza l’Università? Rischi con il crollo demografico
Il presidente Mattarella all’inaugurazione del 730° anno accademico di Unimc con il rettore Francesco Adornato
di Mario Battistini
L’Università di Macerata ha alle spalle ben 732 anni di storia. Fondata nel 1290, è la nona Università più anziana del mondo e la quinta in Italia. Il primato nei due campi è dell’Ateneo di Bologna (1088) seguito, in campo internazionale, dall’inglese Oxford, dalla spagnola Salamanca, quindi Cambridge, la seconda d’Inghilterra, le italiane Padova, Federico II di Napoli e Siena, poi Lisbona (Portogallo), Macerata e Valladolid, anche questa in terra di Spagna. Proprio una bella compagnia.
Due anni fa, il 15 ottobre 2020, il nostro Ateneo ha celebrato in forma solenne il 730° anno di vita, alla presenza del Capo dello Stato, con il teatro ”Lauro Rossi” e piazza della Libertà gremiti di famiglie e ragazzi. In tale occasione, esaltando i meriti e le conquiste fatte dalla Istituzione maceratese, Sergio Mattarella volle lanciare alle autorità e agli studenti un messaggio altamente significativo, attribuito allo scrittore francese Georges Bernanos: ”E’ la febbre della gioventù che mantiene il resto del mondo alla temperatura normale, ma quando la gioventù si raffredda il mondo batte i denti”.
In ogni epoca, la facoltà di Giurisprudenza ha sempre fatto da battistrada a moltissimi altri importanti corsi di studio via via sorti per iniziativa delle autorità accademiche. Peraltro, forse non tutti sanno che in pieno Cinquecento esistevano a Macerata anche le facoltà di Teologia e Medicina e Chirurgia, poi soppresse per motivi politici, religiosi e bellici. Di qui, il riconoscimento di ”Atene delle Marche” attribuito per ragioni storiche nei secoli passati al nostro Ateneo.
L’Università di Macerata, fin dall’inizio, è stata diretta da rettori di chiara fama, fra i quali Costantino Mortati, rinomato giurista e accademico d’Italia al quale è stato intestato il collegio universitario di viale Martiri della Libertà. Risalta poi, e non poco, anche la figura di Alberto Zorli, economista di Bagnacavallo, che si legò per anni alla città di Macerata di cui si era innamorato. E per i maceratesi decise di istituire una grande festa popolare con cadenza annuale da tenersi allo Sferisterio – la ben nota ”Fiera di Zorli” – rimasta in vita negli Anni Quaranta e Cinquanta. Ad Alberto Zorli, morto nella nostra città, è stata intitolata una via all’inizio del quartiere Pace, proprio a due passi dallo Sferisterio.
Personalità di primissimo piano emergono inoltre dal corpo degli insegnanti, tra i quali spiccano ben tre presidenti della Corte Costituzionale: Pietro Alberto Capotosti, Annibale Marini e Paolo Grossi. Più recentemente sono saliti in cattedra il giurista Stefano Rodotà, l’avvocato Carlo Taormina, l’economista Giulio Tremonti e moltissimi altri, fino al genovese Victor Uckmar, fiscalista e tributarista di fama europea. Parte della famiglia Uckmar negli Anni Sessanta si stabilì addirittura a Macerata e il fratello dell’insegnante fu un anche un apprezzato attore di compagnie teatrali in città. Dalle carte, infine, spunta anche il nome di Alfredo Rocco, economista napoletano e guardasigilli di Benito Mussolini, estensore del Codice penale italiano – il ben noto ”Codice Rocco” – ancora in vigore in alcune sue parti.
RETTORI – Francesco Adornato e John McCourt, che entrerà in carica da novembre
Da qualche giorno Francesco Adornato ha concluso il suo intenso impegno al vertice dell’Università. Il nuovo rettore, che entrerà ufficialmente in carica a novembre, è un giovane professore irlandese di Dublino, che ha diretto negli ultimi anni il Dipartimento di Studi Umanistici del nostro Ateneo. Si chiama John Mc Court, un nome difficile da pronunciare, ma il suo programma di lavoro annunciato ai colleghi e agli studenti è di facile lettura e tutto proiettato verso ambiziosi obiettivi a favore dellUniversità. Buona fortuna.
L’emozione del ritorno in presenza, la campagna iscrizioni di Unimc (FOTO)
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