Il monumentale stemma è ora nel cortile interno della Prefettura
di Luca Patrassi (foto di Fabio Falcioni)
Sopralluogo tecnico questa mattina in piazza della Libertà, non sono passate inosservate le presenze – tra gli altri – dell’assessore comunale all’Urbanistica Silvano Iommi e dell’ingegnere Luca Fraticelli, dirigente dell’Ufficio Tecnico della Provincia.
Il punto della Loggia dei mercanti dove sarà ricollocato lo stemma
Oggetto del confronto tra i due tecnici citati da un lato, l’imprenditore di Città di Castello Nicola Falcini e il restauratore Paolo Pecorelli dall’altro, l’esecuzioni dei lavori per la ricollocazione nel luogo originario dello stemma seicentesco in travertino del cardinale legato Giuseppe Estense, governatore a Macerata nel 1672. Il monumentale stemma è ora nel cortile interno della Prefettura mentre entra dicembre sarà posizionato sulla parte superiore della Loggia dei Mercanti, come era in origine.
L’assessore Silvano Iommi durante il sopralluogo
«Lo stemma – spiega l’assessore comunale all’Urbanistica Silvano Iommi – del cardinale Estense era stato posizionato in sostituzione di un precedente stemma andato distrutto di Alessandro Farnese che è il realizzatore della Loggia dei Mercanti tra il 1503 e il 1505, cardinale poi diventato Papa Paolo terzo. La loggia superiore a un certo punto viene tamponata con delle finestre su ordine del cardinale Emilio Bonaventura Altieri, eletto poi Papa con il nome di Clemente decimo, per farne un locale dell’abitazione cardinalizia, quello che ora è il palazzo della Prefettura: i lavori vengono eseguiti, il tutto resta fino al 1905, anno dell’esposizione marchigiana della piccola e media impresa, quando si decide di riaprire la loggia superiore, si ripristinano gli archi originali, lo stemma viene trasferito nel cortile interno della prefettura, eliminato dalla vista pubblica».
Osserva ancora Iommi: «Oggi, dopo circa 120 anni, torna al suo posto. Avvio della pratica primo ottobre 2020, esecuzione dei lavori entro la fine dell’anno per un costo di 18mila euro: finanziamento della Provincia grazie al presidente Sandro Parcaroli e all’ingegnere Luca Fraticelli che hanno preso in mano la questione. Non si tratta di una operazione semplice, è un oggetto di grandi dimensioni e fragile, stemma che pendant con un altro collocato all’angolo opposto della prefettura su via don Minzoni: bisogna occuparsi degli ancoraggi e della sicurezza. In ogni caso un restauro artistico, una piccola tessera di un mosaico che ricompone l’immagine complessiva della storicità della piazza. Speriamo di completare il tutto con la pensilina liberty in ferro e vetro che stava all’ingresso del teatro e con il progetto di illuminazione della piazza, che tornerà senza auto quando sarà realizzato il belvedere Leopardi, struttura complessa che potrà contare appunto sul belvedere, sul mercato ed infine sul parcheggio».
La facciata della chiesa di San Giovanni, oggi parzialmente scoperta
Quanto alla vicina chiesa di San Giovanni, Iommi osserva: « L’edificio non ha avuto danni dalla scossa, è stato ricontrollato tutto, sia all’interno che all’esterno: quindi prosegue l’opera di smantellamento delle impalcature e ci sarà una sorpresa che arricchirà la facciata, nel particolare la sorpresa riguarderà le nicchie che ora sono vuote. Rispettato il cronoprogramma, la messa di Natale si svolgerà nella cattedrale provvisoria di San Giovanni, una delle più belle opere architettoniche della città, un arricchimento determinante. Contemporaneamente parteciperemo a un bando per una nuova illuminazione di vicolo Consalvi per il quale abbiamo già un progetto esecutivo, una chiave di lettura contemporanea per arricchire un percorso antico,: a breve la riapertura del vicolo dell’Abbondanza e il recupero del vicolo dell’oratorio ex Pietrarelli, il tutto per rendere attrattivo e funzionale il centro storico».
Il punto preciso della Loggia dei mercanti dove sarà ricollocato lo stemma
Lo stemma lapideo del 1672
La loggia dei mercanti con lo stemma cardinalizio in una foto tardo ottocentesca
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Sarebbe anche il caso, penso, di sostituire il plexiglas del meccanismo dei Magi sulla torre con marmi bianchi realizzati dalle maestranze locali; eliminare lo sciarbo arancione (il mattone a faccia vista ha tutt’altra eleganza e significato, nel contesto della piazza), e possibilmente ripristinare per il quadrante l’azzurro stile “Della Robbia” con le lancette dorate, al posto di quell’orrendo e improbabile nero. Eliminare anche le cuspidi, che non hanno aggancio di sorta con le altre decorazioni marmoree della città e della piazza.
Infine – ma questo si potrebbe fare già subito e sarebbe cosa buona e giusta – rimettere l’orologio secondo i canoni degli orologi sprovvisti della lancetta dei minuti. Così com’è, se uno ci fa caso, è un errore marchiano.
Bella anche la fotografia del retro della Prefettura. Anch’essa scattata da cavallo in corsa fine ottocento? Bella la fresca tinteggiatura in grigio striato. Ma rimane il balcone con vista su eleganti porta monnezza ciò che più attira l’attenzione. Costruito prima del vecchio palazzo, presumo nobiliare, ha nei suoi fregi meravigliosamente smaltati l’attrazione maggiore. Leggenda vuole che se si toglie il seicentesco e gigantesco stemma, probabilmente sospeso nel vuoto vista la base di un presunto appoggio poco affidabile, tutta la storica struttura avrà una precoce obsolescenza per cui si adagerà su Piazza della Libertà, probabilmente disturbando i famosi ” Parcheggi Blu” voluti dall’allora Podestà Parruccone, politico, ristoratore e leghista, storico allievo dell’ Accademia del Maestro Salvini a cui deve la perdita di tutti quei punti accumulati faticosamente nel corso della sua esistenza. Finalmente chi per qualche strano e occulto motivo raggiungerà la citta dei Pistacoppi non perché invitato da Ufficio Iva, Agenzia delle Entrate, Tribunale e similari potrà raggiungere il centro e ammirando i modernissimi ruderi dell’ex governatorato verrà finalmente distratto dall’osservare quel mostro plastificato dello Swatch più grande del mondo, residuo del vecchio Re della città.
Secondo me bisognerebbe eliminare l’orologio dei MAGI che si trova sulla TORRE di PIAGGIA xche’ ha veramente stufato.
Ci sarà una clamorosa rimonta nella qualità della vita dell’intera provincia.
Sostenni la vecchia amministrazione comunale quando volle di nuovo l’orologio con i Magi, perchè Macerata ritrovasse i segni di quando era celebrata e potente. Oggi i Magi sono un momento turistico di rilievo. Quindi restino dove sono.
Mi pioace rilevare che l’architetto Jommi continua a valorizzare la città salvando le sue cose storiche. Con Porto Civitanova che avanza a valle perchè ha territorio pianeggiante a favore, Macerata può attrarre solo con i supo monumenti storici e con la sua Storia. Che Porto Civitanova non ha.
Però Civitamova ha Sgarbi in più che Macerata non ha…come monumento basta e avanza
bella la foto fine ottocentesca della loggia dei mercanti, sembra il tempo si sia fermato se non fosse che i giovani che oggi bevono l’aperitivo li sotto centocinquant’anni fa sarebbero stati in campagna a lavorare sodo.