AGGIORNAMENTO DELLE 16 – «Andare dal parrucchiere o dall’estetista di fiducia fuori comune non è tra i motivi di necessità che legittimano lo spostamento da un comune all’altro. E’ arrivata oggi la comunicazione della Regione Marche con cui si sospende l’interpretazione favorevole, precedentemente data alle norme del Dpcm sugli spostamenti fuori comune per motivi di cura alla persona». A comunicarlo in una nota il Comune di Macerata. «La Regione ha accolto la nota del prefetto di Ancona che non condivideva tale interpretazione. Anche la Prefettura di Macerata ha affrontato la questione giovedì 19 novembre, nel corso di un incontro del Comitato Sicurezza e Ordine Pubblico, il quale si è espresso affermando di non condividere l’interpretazione data dalla Regione Marche al Dpcm in tale ambito, non rappresentando la fattispecie uno stato di necessità e invitando gli organi di Polizia a fare controlli per assicurare l’esatto rispetto della norma. Dal momento che l’interpretazione della Regione, basata sull’orientamento espresso in una circolare dalla Prefettura di Brescia, era stata fatta propria anche dal Comune di Macerata che aveva dato istruzioni in tale senso, l’Amministrazione comunale sta ora informando tutte le associazioni di categoria affinché comunichino agli esercenti, e attraverso di loro gli utenti, della nuova e diversa interpretazione per tutto il territorio della provincia di Macerata».
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Le Marche in zona arancione vogliono dire tra l’altro Servizi alla persona raggiungibili solo se sono nel proprio comune di appartenenza. O almeno così sembra. Le attività sono aperte, ma molto spesso non possono ricevere la stragrande maggioranza della clientela, che proviene da comuni limitrofi. Le imprese del settore dei Servizi alla persona sono da giorni in attesa di risposte chiare su possibili deroghe legate alla zona arancione. Ma tali risposte tardano ad arrivare. Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo raccoglie allora il malcontento, sottolineando l’urgenza di comunicazioni chiare e soprattutto, tempestive.
«Abbiamo compreso le ragioni legate alle disposizioni anticontagio Covid del Dpcm 3 novembre, che di fatto nelle zone arancioni vieta gli spostamenti per usufruire di servizi alla persona collocati fuori dal Comune di residenza – dice Daniele Zucchini, acconciatore e presidente regionale Confartigianato Benessere. Da sempre per le nostre categorie, e oggi ancor di più, la tutela della salute e della sicurezza di clienti e dipendenti viene prima di tutto. Per garantire questi standard, abbiamo fatto e facciamo investimenti importanti e vigiliamo ogni giorno sul rispetto dei protocolli igienico sanitari. È per questo che non comprendiamo il perché delle mancate risposte positive da parte delle Prefetture, alle quali abbiamo da diversi giorni inoltrato richieste motivate di deroga alle limitazioni poste ai servizi alla persona nelle zone arancioni. In questo momento ci aspettiamo quindi la comprensione delle nostre istanze da parte delle istituzioni e soprattutto chiarezza»
Ne è fortemente convinta Rosetta Buldorini, presidente interprovinciale Confartigianato Estetica: «Ciò che lamentiamo, oltre all’irragionevolezza di queste limitazioni è l’assenza di chiarezza nelle disposizioni. L’inconcepibile ritardo nelle risposte ai nostri quesiti non è accettabile e crea confusione tra gli operatori e nella clientela, considerando che circolano nei mass media moltissime informazioni non corrette, che aggravano ancora di più la situazione. Ci aspettiamo dalle Prefetture una risposta chiara e possibilmente uniforme nel territorio regionale. Altrimenti brancoliamo nel buio».
«La grande maggioranza delle imprese del benessere si è sacrificata con senso di responsabilità – sottolinea Eleonora D’Angelantonio, responsabile Confartigianato Benessere. Lo ha fatto promuovendo e accettando un protocollo rigidissimo, per garantire la sua parte di sicurezza contro la pandemia e fornire al meglio un servizio di qualità. Statistiche alla mano, le imprese del settore registrano un calo dei passaggi cassa di oltre il 15%, e tali restrizioni rischiano di peggiorare una situazione già critica. Il Dpcm inoltre, non autorizzando i servizi alla persona a ricevere da fuori Comune, impedisce agli imprenditori di servire una parte importante della clientela, considerando che moltissimi esercenti di fiducia si trovano al di fuori del proprio Comune di residenza. In tanti casi a pochi chilometri di distanza, ma comunque in un’altra municipalità. Una norma che sui nostri territori risulta quindi particolarmente dannosa, visto che i nostri Comuni non hanno le estensioni delle città metropolitane. Riteniamo quindi che ora sia lecito pretendere e favorire il rispetto delle regole nell’impegno quotidiano a fianco delle imprese del settore per la difesa della salute di clienti e dipendenti. Ma anche il diritto di continuare a lavorare in questo difficile momento e di ricevere risposte chiare dalle istituzioni».
«Parrucchieri, estetiste e lavanderie: assurdo lo stop ai clienti fuori Comune»
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Il solo dato statistico allegato di riduzione degli incassi,pari al 15 %,non distingue tra clientela residente e non residente,e ragionevolmente penso che riguardi clientela residente.
Non sarà la solita protesta all’italiana ?
Ognuno avrà i clienti che abitano nel Comune ove hanno il negozio. D’altronde nelle Marche, territorio prevalentemente collinare, il ‘conurbamento’ è presente solo sulla costa.
Stiamo parlando in molti casi di 10/15 km da fare in auto in solitaria o al max in due.. Ma di che cosa stiamo parlando?? Restrizione rididicola senza senso..