di Francesca Marsili
Ho contratto il Covid-19? Ho sviluppato gli anticorpi? Sono contagioso per gli altri? Sono queste le domande che assillano i maceratesi in questa fase 2, quella di convivenza con il virus. Da qui, una vera e propria corsa ai test sierologici bussando alle porte dei laboratori privati accreditati dalla regione Marche per avere delle risposte. «In pochissimi giorni abbiamo processato oltre 400 prelievi, circa il 10% è risultato aver contratto il virus o in via di guarigione – spiega Adriana Mirizio, direttrice del Laboratorio “Gamma” di Tolentino con un punto prelievi anche a Sant’Angelo in Pontano –. Nella maggior parte dei casi erano datori di lavoro e dipendenti che per una maggiore sicurezza, interessati dalla ripresa del lavoro del 4 maggio, hanno scelto di analizzare il loro status sanitario». I test sierologici servono ad individuare tutte quelle persone che sono entrate in contatto con il virus attraverso l’individuazione degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta al virus. Sono di due tipi: quello rapido o qualitativo per cui è sufficiente una goccia di sangue e quello quantitativo che necessita di un prelievo ematico venoso. Con la responsabile del laboratorio Adriana Mirizio abbiamo cercato di comprendere meglio come funziona questo strumento che sembra essere vincente per un buon monitoraggio della popolazione nella lotta al Coronavirus.
Dottoressa Mirizio, quale tipologia di test avete scelto di adottare nel vostro laboratorio?
«A differenza di quello rapido (che ci indica solo se sono o no presenti anticorpi) noi utilizziamo i test quantitativi, che forniscono una risposta più completa. Infatti tale test va a dosare due tipi di anticorpi: le Immunoglobuline M e G e le Immunoglobuline M che vengono prodotte per prime in caso di infezione e con il tempo il loro livello cala per lasciare spazio alle G. Quando nel sangue vengono rilevate queste ultime vuol dire che l’infezione si è verificata già da diverso tempo e la persona è in fase di guarigione».
Cosa serve per sottoporsi al test sierologico?
«Occorre l’impegnativa del medico di base, in assenza non effettuiamo l’esame».
Chi è il soggetto tipo che ha scelto di sottoporsi al test sierologico?
«Più uomini che donne. Adulti, non anziani. Nei primissimi giorni sono stati titolari di imprese e relativi dipendenti i quali, in fase di riavvio dell’attività lavorativa dopo il lockdown, si sono voluti sincerare della loro condizione. Ora si sono aggiunte anche persone che, avendo avuto un caso di positività al Coronavirus in famiglia, volevano capire anche per curiosità, se fossero stati contagiati magari in maniera asintomatica».
Dopo quanto tempo si ha l’esito del test e quali sono i costi?
«Il prelievo ematico venoso viene analizzato in ChemiLuninescenza. Dopo 4 o 5 giorni siamo in grado di fornire l’esito. Il costo è di 60 euro».
Cosa accade dopo l’esito del test sierologico?
«In caso di valori che evidenziano un alto numero di Immunoglobuline M in relazione alle G, che indicano cioè che il soggetto possa essere verosimilmente contagioso, inviamo comunicazione al medico di base che deciderà poi le misure da adottare».
A differenza degli ormai noti “tamponi”, esame di laboratorio che serve per individuare la presenza del virus all’interno delle mucose delle prime vie aeree, i test sierologici servono ad individuare tutte quelle persone che sono entrate in contatto con il virus. Mentre i primi forniscono un’istantanea sull’infezione, i secondi “raccontano” la storia della malattia. Attraverso i test sierologici infatti è possibile andare ad individuare gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus. I test sierologici applicati al Coronavirus assumeranno importanza sempre più rilevante nella pianificazione del post lock-down. E’ infatti grazie a questi strumenti che potremo avere un quadro più chiaro di chi è entrato realmente in contatto con il virus.
60 euro?!!e un colpo!!!!
Dio mio
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Finalmente un articolo semplice e chiaro, su cui penso non ci siano dubbi. Ciò significa che scopriamo chi ha contratto il virus e anche da quanto tempo. Cosa che venti giorni fa, lo stesso celebrato virologo Crisanti non aveva capito.
PS. Per carità, uno svarione capita a tutti, rimane sempre tra i migliori. 😉