di Mauro Giustozzi
Scordarsi l’operaio che d’estate va sul cantiere con bermuda e canottiera, usare i dispositivi di protezione individuale sempre anche utilizzando tute usa e getta, sanificazione e pulizia quotidiana e settimanale del cantiere e delle attrezzature ed una massima e totale attenzione di attenersi specificamente al protocollo sicurezza previsto dal Dpcm emanato dal governo. Con i datori di lavoro che sono responsabili dell’attuazione di queste misure che, in caso di contrazione del Covid 19 del lavoratore dentro il cantiere, innesca una serie di procedure che possono portare fino alla sospensione dell’attività, oltre a conseguenze amministrative, civili e penali per l’azienda. Folta partecipazione di aziende artigiane all’incontro online organizzato da Confartigianato Macerata-Fermo-Ascoli sul tema ‘Edilizia: come ripartire in sicurezza’ con la partecipazione del direttore della Cassa Edile Cedam, Marco Falcioni. Ad introdurre l’incontro il presidente di Confartigianato Renzo Leonori che ha ricordato come «la sicurezza nei luoghi di lavoro sia prioritaria come però anche la necessità di ripartire immediatamente visto che i fondi e finanziamenti promessi dal governo faticano ad arrivare alle nostre aziende che necessitano di liquidità per la loro attività. Plaudo alle parole del commissario alla ricostruzione, Legnini, che ha detto che verranno pagate le imprese che hanno lavorato su questi cantieri così come alla tempistica certa per l’approvazione dei progetti che potrà dare respiro a chi opera nell’edilizia».
Dal canto suo Pacifico Berrè, responsabile edilizia di Confartigianato, ha ribadito come «nell’artigianato imprenditore e dipendente lavorino fianco a fianco e noi li stiamo informando su queste tematiche legate alla sicurezza. Il problema che ci viene segnalato dalle imprese sono le difficoltà ed i ritardi nelle forniture di dpi, dalle mascherine ai termometri per misurare la temperatura dei lavoratori che entrano in cantiere. Peraltro questo comporterà un aumento dei costi a carico delle imprese ed allunga anche i tempi di lavoro nel cantiere, il tutto a carico dell’impresa». Prima dell’intervento di Marco Falcioni è stata Alessandra Giuli di Confartigianato a ricordare quelli che sono i passaggi del protocollo sicurezza da adottare in cantiere. «Nel Dpcm indicato si va dal controllo della temperatura corporea che avviene ad ogni acceso al cantiere alle distanze di sicurezza e pulizie dello stesso –ha detto la Giuli-. Bisogna che sia monitorato l’accesso al cantiere di tutto il personale che viene dall’esterno, minimizzare i contatti tra chi entra e chi è dentro, con i fornitori che non dovrebbero scendere dal furgone nelle consegne.
Poi pulizia e sanificazione: nel primo caso tutti i giorni nel secondo periodicamente di spogliatoi, aree di ristoro, tutti i mezzi dai furgoni alle gru, alla strumentazione individuale da effettuare ogni fine turno. Poi igiene personale con lavaggio di mani costante o igienizzante gel. Va ricordato che, nel caso non si riesca a mantenere nelle lavorazioni la distanza prevista tra operai, è necessario che si indossino non solo mascherine, guanti e occhiali ma anche tute usa e getta. Si consiglia la turnazione dei lavoratori per limitare le presenze in cantiere mentre una parte molto importante è quella che concerne la procedura di gestione del soggetto che contrae il Covid 19. Resta attiva e rafforzata la sorveglianza sanitaria del medico aziendale che prosegue con le visite previste che non sono affatto sospese». Marco Falcioni ha invece ricordato quello che è stato il lavoro di sostegno della Cassa Edile in questo periodo difficile per i lavoratori e le imprese del settore. «Siamo impegnati nel recepimento del protocollo di sicurezza che è stato sottoscritto tra le parti sociali –ha affermato il presidente del Cedam Marche- visto che è obbligatoria una condivisione del documento con le Rsld (responsabili della sicurezza territoriali) che faremo tramite pec nei prossimi giorni come è stato fatto nei casi dei piani di sicurezza in questo particolare momento. La Cassa Edile è stata aperta e operativa, anche se in turni di lavoro diversi a causa del Covid 19, ed abbiamo fatto in modo che i lavoratori ricevessero l’Ape, cioè ogni lavoratore iscritto che, in un biennio, ne abbia maturato il diritto, riceve, nell’anno successivo l’anzianità professionale edile che viene erogata dalla Cassa Edile.
Pur tra molte difficoltà che potete immaginare siamo riusciti a coprire questa liquidazione a tanti iscritti e ci stiamo operando ora anche per il pagamento del trimestre successivo. Poi abbiamo attivato una app dedicata di Cassa Edile che potrà essere utilizzata da lavoratori ed imprese per tutte le loro esigenze di una rapida comunicazione con il nostro istituto. Stiamo anche cercando di far ottenere le mascherine a tutti gli iscritti: ci sono stati problemi con Sanedil non lo nascondo, l’ente che doveva effettuare queste forniture, ma contiamo di poterle distribuire agli iscritti al più presto. Infine voglio aggiornare il dato delle aziende impegnate sulla ricostruzione post sisma che sono obbligate alla congruità: sono 50 le imprese che hanno chiesto tale documento alla Cassa Edile». Aspetti legati invece ai rischi che si corrono in cantiere se non vengono rispettate norme e leggi emanate in materia di protocolli di sicurezza ci ha pensato l’avvocato Enea Olimpi. «I protocolli sono stati inseriti come allegati nel Dpcm –ha spiegato il legale- per cui non si tratta di buoni consigli bensì di un obbligo di adottarli altrimenti si è inadempienti. Il contagio da Covid è stato equiparato a infortunio sul lavoro e la responsabilità è in capo al datore di lavoro. Se il lavoratore contrae il virus durante lo svolgimento dell’attività in cantiere spetta all’operaio provare che il contagio sia avvenuto in quella circostanza. Il rischio che corre l’impresa è quello di un qualsiasi altro infortunio sul lavoro con un’istruttoria che ha risvolti civili, penali e amministrativi. In caso di infortunio legato a Covid 19 accertato da contagio in cantiere i reati a cui si va incontro sono quelli di lesione colpose o addirittura omicidio colposo in caso di morte del dipendente».
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