di Alessandra Pierini
Una concomitanza di energie, una serie di casualità e un progetto ben chiaro che aspettava solo di trovare concretezza: sono questi gli elementi che hanno portato Samuela Giustozzi, giovane architetto di Macerata, ad essere protagonista della design week di Milano in concomitanza con il Salone del Mobile.
E’ stata Hogan a notare la sua capacità di fondere leggerezza e concretezza in materiali innovativi e ad offrire alla maceratese e al collega toscano Massimo Mugnaino un prestigioso spazio per le loro idee.
Professoressa di Arte e Tecnica all’istituto San Giuseppe, Giustozzi espone nella boutique Hogan in Montenapo (via Montenapoleone 23) e nello show room Hogan (Via Savona 56) per tutta la settimana del design, dunque fino al 9 aprile, la collezione Clad– Solide Leggerezze made in CreasLab. Si tratta di un percorso creativo attraverso il quale Samuela Giustozzi, specializzata in bioedilizia, in recupero di materiali, in ristrutturazioni d’ immobili di pregio e che ha portato avanti una sua personale ricerca sulla costruzione in terra cruda che caratterizza le campagne marchigiane – reinterpreta l’arte povera coniugando funzionalità e altissimo artigianato, insieme a Massimo Mugnaini, artigiano toscano, per conferire ai mobili un’anima creativa.
«Siamo frastornati – racconta Samuela – è da tanto che avevamo tutto dentro e tutto è esploso in questo momento». È così che dalla fluidità creativa si “solidificano” lampadari, tavoli e sedute in cui forma e “vestito” diventano indissolubili nella funzione e nell’immagine degli arredi, oggetti che rinascono a forme nuove e ad usi diversi e mostrano concretamente una rinascita vera, concreta, che parte dagli oggetti per arrivare agli animi.
Nasce così la linea Clad, una serie di oggetti unici, sapientemente lavorati a mano nella bottega artigiana, dopo prove continue prima di arrivare al pezzo unico, figlio di un saper fare di mani sapienti e pazienti che traggono ispirazione dal luogo in cui i creatori vivono.
Oggetti che ne svelano forme e colori attraverso l’uso di resine, impasti, ‘tessuti’ e cromie che la natura esprime, che riusciranno a trasmettere sensazioni ovunque verranno esposti, prodotti unici per anime nobili, amanti del bello e del ben fatto.
Un’unione non solo ideale, ma concreta tra due regioni in cui il “saper fare” ha radici profonde con il paesaggio, le colline che formano onde di terra, una terra che trema ma che chiede di rinascere anche grazie ad un nuovo rinascimento culturale, in cui i saperi si uniscono, le energie si fondono per poter dare vita a nuovi oggetti di uso quotidiano con forme plastiche dalle proporzioni sapientemente bilanciate. Esempi di un antico sapere che la nostra terra continua ad esprimere adeguandosi a stili di vita nuovi, contemporanei, sofisticati e continua a tramandare anche alle nuove generazioni, grazie ai progetti di artigianato che la professoressa segue e cura per l’istituto San Giuseppe, in collaborazione con importanti artigiani locali.
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Oggi se nel tuo fare non c’è nuovo rinascimento non sei niente, neanche una scarpiera.
Bravissima Samuela
Mi raccomando, non fate loro proposte oscene, sono così sensibili che arrossirebbero!!