La presentazione dei dati nella sala Guizzardi
Francesco Fucili
di Mauro Giustozzi
(foto di Fabio Falcioni)
In provincia sono 6.520 le potenziali assunzioni previste dalle imprese, l’80% per lavoratori dipendenti. Non sono assunzioni certe, ma solo potenziali possibilità di impiego in un quadro complessivo che resta comunque preoccupante. I settori che tirano di più restano quello dei servizi col 52% e l’industria che assorbirebbe il 40% della richiesta di lavoro. Con la disoccupazione che non cala ma resta stabile in provincia, a calare, purtroppo, è sempre di più il numero delle aziende. E’ il quadro che emerge dai dati snocciolati stamattina nella sala Guizzardi della Camera di commercio dai responsabili dell’ente nel quadro della presentazione della ricerca Excelsior 2017, indagine passata da annuale a trimestrale. Ad introdurre l’argomento è intervenuto Francesco Fucili, vicepresidente della Camera di commercio di Macerata. A parlare di evoluzione della domanda di lavoro delle imprese della provincia di Macerata attraverso i dati Excelsior è stata Lorenza Natali, responsabile Area promozione Cciaa mentre il divario tra profili richiesti dalle imprese e offerti dal sistema di istruzione è stato l’argomento affrontato da Annalisa Franceschetti, anch’essa dell’Area promozione camerale. Sull’utilizzo degli strumenti di analisi quantitativa della Camera di commercio ha relazionato Fabio Castelletti, mentre le conclusioni sono state tirate dal segretario generale della Camera di commercio, Mario Guadagno.
Gli studenti presenti
A seguire la presentazione di Excelsior 2017 anche gli studenti della classe 5 E dell’istituto commerciale Gentili di Macerata. A soffrire maggiormente della situazione sono soprattutto i laureati, che risultano essere pochi e con formazione non adeguata a quanto richiedono le aziende del nostro territorio. Stessa situazione che riguarda anche i dirigenti. Al contrario, invece, c’è un’alta richiesta di operai specializzati e di studenti che si diplomano negli istituti professionali: però, in ambedue i casi si tratta di personale con formazione adeguata ma ci si trova di fronte a numeri che non riescono a coprire le esigenze di mercato. Così come il calo delle imprese risulta inarrestabile. Nel 2016 c’è stato un calo quasi dell’1% di imprese attive: allo scorso agosto questo trend è proseguito al punto che sono arrivate a 34.615 le aziende operative nel maceratese. Il settore più colpito dalla crisi continua ad essere quello delle costruzioni che ha rallentato la moria di aziende, ma la sua performance nel 2016 registra un -2,1% con 4791 aziende sul territorio. Sempre col segno meno davanti agricoltura (- 1,6% con 7.896 aziende) e manifattura (-1,4% con 4.336 imprese). A tenere botta resta il commercio all’ingrosso ed al dettaglio che scende di uno 0,6% con 7.999 imprese attive e servizi di alloggio e ristorazione (-0,4% con 1918 imprese).
Lorenza Natali
A livello di disoccupazione il Maceratese è al di sotto del dato nazionale e regionale col 9,3% che però, rispetto al 2004, è raddoppiato. Imprese che diminuiscono e tasso di disoccupazione elevato, una miscela esplosiva anche nella nostra provincia. La popolazione diminuisce in tutte le classi di età tranne quella anziana, già fuori dal ciclo lavorativo e c’è un’autentica fuga di cittadini stranieri che, nell’arco degli ultimi tre anni sono scesi di 3.542 unità. C’è poi da fare i conti con la questione demografica: la popolazione provinciale è passata dai 321mila del 2015 ai 318 mila del 2017 e anche la quota di popolazione straniera si è ridotta dal 10,1% del 2012 al 9,7% del 2017. Questo comporta anche una maggiore attenzione ad una corretta programmazione delle attività scolastiche che vedono al momento una popolazione studentesca provinciale attestarsi sulle 13.890 unità. Col calo dei residenti ci saranno meno iscritti, meno classi, necessità di accorpare plessi e rivedere la dislocazione sul territorio delle scuole, anche in funzione della ricostruzione post terremoto. “Questa ricerca è passata ad essere trimestrale per cercare di fotografare al meglio il quadro della domanda che viene dalle aziende del territorio – ha detto il vicepresidente camerale, Francesco Fucili – e chiama in causa sia gli studenti che il mondo del lavoro che li vedrà successivamente protagonisti. Viene evidenziato un chiaro divario tra i profili richiesti e la preparazione professionale. Ecco, il ruolo della Camera di commercio è proprio quello di poter avvicinare mondo della scuola a mondo del lavoro per colmare questo gap che purtroppo oggi esiste”.
Mario Guadagno
Fabio Castelletti
Uno sciopero della fame no ? Magari i mercoledì di Novembre con luna piena, oppure i giovedì a pranzo se c'è sole ....
Ma come? La crisi non era finita?
Disfattisti. Anche oggi, tutti i telegiornali ci hanno detto della crescita travolgente in atto nel paese.
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