«Costretti a casa perché non vengono a farci il tampone. Anche mia sorella infermiera, che era risultata positiva al Coronavirus, non può tornare al lavoro perché le hanno dato appuntamento al 3 maggio». Un problema quello di una famiglia di Treia che da 13 giorni vive dentro casa, in quarantena. «Tutto è cominciato quando mia sorella, che lavora come infermiera, è risultata positiva al Coronavirus – racconta a Cronache Maceratesi una 25enne che preferisce non apparire con nome e cognome –. Mia sorella non vive con noi, aveva preso un appartamento due giorni prima di risultare positiva, proprio per evitare di restare nella nostra stessa casa, visto che abbiamo anche una nonna di 93 anni». Dopo la positività al tampone dell’infermiera è scattato l’isolamento a casa per la sorella, i genitori e anche la nonna. «Da 13 giorni riceviamo una telefonata registrata per chiedere se abbiamo tosse, febbre o difficoltà respiratorie. Ho chiamato tutti i numeri per chiedere un tampone perché io a partire dal giorno che mia sorella è risultata positiva avevo lievi difficoltà respiratorie, e una leggera pressione a livello toracico. Il medico mi ha detto che poteva trattarsi di un attacco di panico. Ma io il tampone lo voglio fare, anche perché mia madre ha la tosse, e nonostante il medico le abbia cambiato diversi farmaci non le passa». La 25enne ha fatto diverse telefonate, ha contattato anche il vicesindaco, ma finora non sa quando e soprattutto se, lei e la sua famiglia potranno essere sottoposti a tampone. «Ho chiamato il numero verde (800936677) e mi hanno risposto che fino a che a mia madre non finiscono i sintomi non possiamo uscire, e da quando le passano dobbiamo aspettare altre due settimane. Non è accettabile una cosa simile. Non ci sentiamo capiti, non veniamo ascoltati: chiediamo che ci vengano fatti i tamponi». Anche la sorella infermiera, che sta bene e non ha mai avuto particolari sintomi, ha chiesto di fare il tampone «le hanno dato appuntamento il 3 maggio, significa che deve stare altre due settimane dentro casa in attesa del tampone, nonostante magari sia guarita e possa tornare al lavoro – racconta la 25enne –. Io pure vorrei riprendere a lavorare, sono impiegata in un’attività di estetista, ma non posso farlo. Inoltre non mi sembra normale uscire senza che ci venga fatto un controllo col tampone. Voglio essere sicura che non rischio di contagiare qualcuno, e lo stesso vale per mio padre, che non ha sintomi, e per mia madre. Siamo costretti a stare in casa, ognuno nella sua stanza, una situazione del genere non è accettabile specie se vi siamo costretti perché non ci vengono a fare i tamponi». A lamentarsi dei tempi lunghi per avere il tampone è anche il fotografo Armando Pettinari, di Montecassiano: «Sono allibito, da 10 giorni devono venire a farmi il secondo tampone, mi hanno chiesto la mia mail per inviarmi l’impegnativa la settimana scorsa – ha scritto su Facebook – . Oggi ho chiamato, ho dovuto fare tre numeri diversi, ho chiesto gentilmente quando sarebbe arrivato il mio turno specificando che avevo problemi nella respirazione, mi hanno risposto che avrebbero controllato e richiamato. Dopo poco infatti mi hanno richiamato dicendomi che il mio appuntamento sarebbe per il 29 aprile».
I tamponi non li fanno, per questo non ci sono positivi, e non lo faranno finché non si ci sarà la riapertura il 3/5
Mi pare una cosa impossibile che ad una infermiera non faccino un controllo a norma
Alberto Nasini facciano caso mai... Quale è la norma, lei la sa? E se invece di farla tornare subito al lavoro la tengono ancora un po' a casa cosa cambia? Per fortuna non siamo più in piena emergenza quindi non ci facciamo tutte ste pippe mentali su!
Alberto Nasini nn ti stupire..
Nn c'è rispetto per chi lavora tutti giorni in corsia
Noi protezione civile volontario due mesi di prima linea con consegna medicinali e alimentari senza mai aver fatto un tampone
io invece sono bloccata in casa senza aver avuto sintomi o contatti con positivi al covid: sono tutti bloccati in casa
Che vergogna
Ecco perché il numero cala....non fanno i tamponi
È una vergogna totale
Nn mi hanno mai fatto il tampone... Sono infermiere
Mica fa di cognome Bertolaso....
In teoria siamo tutti bloccati dentro casa
Io mi prenoto adesso, sennò di questo passo nemmeno per il 2023 me lo fanno! Ma non vi sembra assurdo?
Mirko Gentili no, perché non c'è proprio la possibilità di farli a tutti, subito ed indiscriminatamente Quindi non facciamo sempre i sapientoni e seguiamo le indicazioni dei sanitari, soprattutto se per fortuna non abbiamo sintomi o ne abbiamo di poco importanti
Giorgia Rossi con questo discorso carissima si uscirà di casa per Natale del 2022 mentre il paese andrà in defolt poi non dovrai più preoccuparti di nulla, spera solo di avere un orticello. Se la sanità purtroppo non ce la fà non è colpa mia ma di chi fino ad oggi non ha denunciato, ma continua ad attendere silenziosamente che di sicuro le cose cambieranno! Ecco chi è la rovina di questa Italia, mi dispiace dirtelo. PS: comunque anche i medici stanno gridando aiuto non so se tu lo sappia.
Magari dopo ci chiediamo perché la regione Marche sarà una delle ultime ad uscire dalla quarantena.
Che vergogna.
È una vergogna!
Situazione vissuta da tutti i pochi casi conosciuti direttamente . Ecco perché sarebbe pericoloso fare un app....che segnala contatti....se non si fanno i controlli.
Emanuele Fuffa infatti se non si fanno i tamponi l’ap non serve a nulla
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Non credo sia possibile, ad oltre 1 mese dall’inizio della pandemia, che non ci si sia organizzati al fine di trovare il modo (riconversione, acquisti strumenti, ecc) -a livello italiano- di avere milioni di tamponi (e di reagenti) e attrezzare i laboratori a processare la mole di lavoro che si sarebbe dovuta fare.