«Dopo il vostro articolo di ieri sera mi hanno telefonato in quattro per sollecitare la mia candidatura a sindaco. E ora voglio dire a tutti quello che ho detto a loro: ringrazio per l’attenzione ma non scenderò in campo per nessun impegno istituzionale a Macerata così come in Regione». Pietro Marcolini, maceratese doc, presidente dell’Istao ed ex assessore regionale, è stato ancora una volta tirato per la giacchetta e ha di nuovo cortesemente declinato l’invito. Un dejà vu di quanto successo alle primarie del centrosinistra del 2015 quando fu il candidato indicato da gran parte del Pd, ma lui scelse di contendersi con Luca Ceriscioli il ruolo di Governatore delle Marche. Vinse Pesaro e svanì il sogno di un presidente maceratese. «Fui contattato anche per le elezioni del 2010 e non accettai – ricorda Marcolini – Vivo a Macerata e sono molto legato alla mia città e resto a disposizione per dare un contributo di proposte e analisi che riguardano lo sviluppo economico. Posso dare qualche consiglio, se richiesto, come è successo ultimamente in tre appuntamenti. Ma niente di più. Ho insegnato economia politica e territoriale all’Università di Urbino, se queste competenze possono essere utili per ragionare sul futuro della città io ci sono. Ma non vedo all’orizzonte alcun impegno istituzionale a Macerata come altrove. Qui ci sono amministratori validi più giovani che posso cercare di aiutare nella ricerca di nuovi sentieri per lo sviluppo. Massima disponibilità per aiutare Macerata ma il ruolo resterà quello di presidente dell’Istao».
(redazione CM)
Peccato poteva essere un vincente
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