di Federica Nardi
«Ci saranno aggiustamenti, soppeserò la valutazione». Paolo Arrigoni, senatore e commissario per la Lega nelle Marche, non si sbottona oltre rispetto a un probabile riassetto del Carroccio in provincia in vista delle amministrative e delle europee dell’anno appena iniziato.
Dopo un direttivo provinciale fiume nel ristorante Apollo 17 di Corridonia spiega che bisogna «affinare l’organizzazione del movimento sul territorio. In primis dovranno applicarsi i membri del direttivo e chi ha incarichi organizzativi. Abbiamo fatto il punto sullo stato dei lavori dei 38 comuni che vanno al voto. Ho chiesto il massimo impegno perché Matteo Salvini vuole una Lega protagonista. Dobbiamo sfruttare tutte le potenzialità del movimento attraverso gli uomini e le donne che lo sostengono».
Sulle prospettive elettorali Arrigoni sottolinea che «abbiamo, grazie al nostro leader Matteo Salvini, un largo consenso da parte dei cittadini. Si sta consolidando e questo deve essere capitalizzato anche sul territorio». Al momento la coordinatrice provinciale è Maria Letizia Marino. Il commissario per Macerata città invece, dove si va al voto nel 2020, è l’assessore civitanovese Giuseppe Cognigni, a oggi riconfermato nel ruolo.
«Noi non siamo un taxi – dice citando Arrigoni e riferendosi ai neo sostenitori della Lega -. Valutiamo le persone che si avvicinano non solo per preparazione ma anche per l’energia che vogliono metterci nella vittoria. A Macerata città per vincere bisogna lavorare in gruppo. Bisogna togliere mele marce, che fanno marcire anche quelle sane. Quindi togliere quello che non fa bene per il centro destra e andare uniti per la vittoria. Macerata ha tante anime che sono molto orgogliose e a volte non fanno un passo indietro. Bisogna in questo copiare dagli atleti: fare un passo indietro per prendere la rincorsa». Al tavolo d’onore dell’assemblea che ha seguito a stretto giro in direttivo, anche i parlamentari Tullio Patassini, Giuliano Pazzaglini e Giorgia Latini, il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni, per il coordinamento di Tolentino l’assessore Giovanni Gabrielli. Presenti in sala anche il consigliere comunale di Macerata Andrea Marchiori, Giovanni Casoni, ex presidente della Croce Rossa di Visso e Davide Luca storico portiere dell’Hotel house di Porto Recanati.
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Valuteranno chi far entrare, vedendo la voglia, le energie che trasmette, la serietà, ecc. ecc. ecc….
Fuori dal politichese criptico significa: se porti voti entri e magari fai anche carriera, se non porti voti non ci interessi.
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Non a caso, tra i fotografati, troviamo personaggi maceratesi noti che, sembra, cerchino un nuovo cavallo…
Mele marce in che senso?
1° I nomi delle mele marce.
2° i nomi di quelli che si sono ritrovati alla Camera o al Senato più per una legge elettorale farlocca che per meriti poi non confermati.
3° I nomi di quelli che dopo un giorno di politica volevano diventare onorevoli.
4° I motivi per cui ( chiaramente le proposte visto che si sta in minoranza ) qualcuno dovrebbe votare Lega nelle Marche.
5° Dimostrare che oltre Salvini non sia difficile vedere qualsiasi altro come un leghista carismatico e affidabile oltre che nei consigli comunali da cui per carità almeno a Macerata qualcosa si è visto o sentito. ( Marchiori, della Lega o lì vicino e adesso fuori da Forza Italia, sacco vuoto che si tiene in piedi alimentandolo con aria calda come si faceva con le mongolfiere. E’ rimasta una sola candela ma lo stoppaccio oramai è più che consumato).
Per votare bene occorre anzitutto leggere con attenzione i profili di tutti i candidati. Infatti le mele marce non stanno solo nella Lega, sono invece sparse ovunque. Dopo si possono leggere, sempre con attenzione, i programmi delle varie formazioni politiche.
“A Macerata, via le mele marce”. Io mi sarei espresso in altra maniera: ” Sia a Civitanova che a Macerata ( rigorosamente in ordine alfabetico ), via le mele marce”. Sì, potrebbero esserci anche altrove ma quelle se ci sono le vedi subito. E’ nei grandi centri che solitamente si annida tutto ciò che di marcio c’è, dalle infrazioni al codice penale, civile e tanti altri, ma soprattutto dei codici segreti che usano i politici abituati ad accusare gli altri per non smascherarsi lor Certo che qualcuno si salva, solo che non sapremo mai se non a fiuto chi merita e chi no. Non è che un politico ” poco rotto” deve aspirare ad un Nobel, basta che si senta in pace con se stesso, che sappia di aver fatto buona parte di quello che si era prefisso e soprattutto che vede una bella differenza tra lui e da quelle che Cognigni chiama mele marce. Stop, tanto qualche volta, specialmente quando vorrei assolutamente essere postato non lo si fa. E questa non è neanche una di quelle volte. Però, quando non si da il modo di contro ribattere per evitare confusioni, non so fino a che punto è giusto anche perché la parte avversa ha già scritto il peggio di se tramutato in post dove tra le righe e le righe stesse il personaggio non è che viene alla luce ma diventa proprio un astro da far invidia al Sole.