Narciso Ricotta, Paolo Gentiloni e Angelo Sciapichetti
Macerata 2020, turno unico per le primarie del centrosinistra. E mentre Narciso Ricotta mantiene un profilo basso, anche Pietro Marcolini entra tra i papabili. Continuano le manovre in vista delle prossime elezioni amministrative e le forze della coalizione che sostiene l’attuale maggioranza – in particolare il quartetto Pd, Pensare Macerata, La città di tutti, Udc – hanno trovato un accordo su questo punto: niente ballottaggio. Principalmente l’obiettivo è di evitare quanto successo nel 2015, quando ai blocchi di partenza si presentarono Romano Carancini, Bruno Mandrelli e Giuliano Meschini. Mandrelli vinse il primo turno ma non arrivò alla maggioranza assoluta per 19 voti e al ballottaggio perse contro Carancini, dove confluirono evidentemente i voti di Meschini. L’anno prossimo invece, qualunque sia il numero dei candidati, chi otterrà più preferenze diventerà il candidato del centrosinistra. L’accordo deve ancora essere ufficializzato, ma la strada ormai è segnata.
A proposito di possibili candidati invece – dopo quanto abbiamo scritto ieri sulla guerra fredda in atto tra il Pd e Carancini, con i dem (principalmente l’area di Angelo Sciapichetti) che sarebbero disposti ad appoggiare Narciso Ricotta solo se il sindaco si farà da parte anche e soprattutto per le Regionali (leggi l’articolo) – l’attuale assessore dice che «l’unica cosa in agenda fino al 2020 è finire bene il lavoro di assessore per i maceratesi». Insomma Ricotta non si sbilancia, anzi, ma la sua candidatura è ormai praticamente certa. «La domanda che ci dovremmo porre – continua Ricotta – non è chi si candida, ma cosa vorrà fare per la città chi si candiderà. Il tema non è il chi, ma il cosa. Occorre che prima ci sia un progetto specifico per la città, con una prospettiva futura di come potrà ancora cambiare negli anni prossimi, un progetto che abbia una visione e introduca cambiamenti e novità. Questo percorso di elaborazione di un progetto deve essere collettivo, ampio e portare un’intera classe dirigente a candidarsi per amministrare la città. All’interno di essa poi sarà più semplice individuare una figura di un rappresentanza, che non dovrà avere capacità da superman, ma essere semplicemente una persona seria e capace di aggregare. Il progetto deve essere realistico, non un libro dei sogni. Don Sturzo diceva ai politici: “Promettete poco e quello che promettete fatelo”, solo in questo modo si può rinsaldare il rapporto con i cittadini. Questo il percorso che bisognerebbe attuare per la scelta di una nuova amministrazione e questo dovrebbe fare qualsiasi forza politica che intende candidarsi alla guida della città. E lo strumento principe è chiaro che è quello delle primarie». Intanto, in attesa che la Monteverde e la lista Macerata Bene Comune-Sinistra per Macerata scoprano le carte, spunta un altro nome: quello di Pietro Marcolini. Una parte della coalizione lo vorrebbe, lui sta prendendo tempo. Ex assessore regionale, attualmente è presidente dell’Istao e già nel 2015 il Pd lo propose per le primarie, anche se alla fine scelse di contendersi con Luca Ceriscioli il ruolo di candidato governatore delle Marche. Marcolini non ha sciolto le riserve, così come l’ex rettore Unicam Flavio Corradini. Il doppio voto con le regionali indirizzerà giocoforza il tavolo delle trattative su due linee parallele.
(G. DeF.)
Una donna no è!
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Ciò che il centrosinistra fa finta di non capire è che qualsiasi ragionevole proposta alla città per le amministrative del 2020 dovrà essere necessariamente preceduta da una seria, spietata e ferma analisi autocritica del decennio caranciniano, tra i peggiori del dopoguerra.
In mancanza di ciò qualsiasi candidato, anche un buon candidato, non avrebbe la minima chanche di successo, a meno che ancora una volta il centrodestra non celebri l’ennesimo suicidio politico (peraltro già nell’aria).
Si una donna, la maceratese Boldrini.
Promettere molto, promettere poco a cosa serve? Bisogna essere credibili e poi non fare niente come si è sempre fatto almeno che non ci siano interessi ” variabili ” ? Ho fatto un indagine prendendo a campioni due cittadine a caso estratte da una scatola cinese da un merlo indiano addomesticato. Macerata e Civitanova. A Civitanova le ultime due amministrazioni tra bassi e raschiamenti del fondo portano avanti o hanno portato una loro visione politica che ha saputo premiare prima Corvatta e Silenzi e poi premierà forse in maniera più catastrofica Ciarapica. Mentre Corvatta poteva contare su Silenzi che sapeva dare ad ogni tonfo una risposta ( si fa per dire, devo rendere credibile la mia indagine), Ciarapica non solo non può contare su nessuno visto che come aprono bocca , si muovono tutte le associazioni legislative, condominiali, laiche e religiose per protestare oppure si lascia ai cittadini, quelli che si sono svegliati da un sogno che non è mai cominciato e cioè una nuova amministrazione in grado di dare risposte ma che viene chiamato solo a dare domande a cui se non rispondono è meglio in quanto fanno finta di non capirle anche se qualcuno dice che non è vero che fanno finta e nonostante almeno nelle più alte posizioni gerarchiche si sentono tra loro ma non riescono però a capirsi o meglio a capire proprio quello che tutti quanti hanno capito con estrema facilità e naturalità basandosi solamente sul fatto che ciò che è buono lo rimane e ciò che buono non è non può diventarlo. Non ho messo una virgola perché bisogna leggere tutto il periodo e arrivare in fondo senza fiato, in pieno affanno e mentalmente confusi visto che così facendo, meno ossigeno al cervello, meno possibilità di pensiero che non sia il mio. Certo una speculazione filosofica potrebbe provare a dimostrare il contrario ma per filosofeggiare almeno che non sia tu il filosofo dovresti essere perlomeno a conoscenza del pensiero altrui e sebbene dopo Silenzi non sembra che la cultura abbia un miglior rappresentante chiudiamo subito qui e velocemente prima di farlo lungamente e poi per forza miseramente. A Macerata è molto più facile fare un’analisi politica: Carancini ha vinto due volte e per dieci anni ( calcoliamo anche i mesi a venire ) ha fatto quel che ha voluto e lo farà fino in fondo e siccome dai suoi, proteste o non proteste se ci sono state hanno trovato il luogo giusto dove spegnersi e senza tanto rumore, il suo decennio verrà ricordato come il Caranciniano che dopo il Mesozoico/Giurassico era l’unico dinosauro rimasto. Nell’ampio periodo temporale ( pure questo c’avrà avuto di potere) si è sempre trovato in mezzo ad un crocevia dove tutte le direzioni portavano solo a lui. Adesso si parla di trovare altri competitor e trovarli in un ambiente dove non si è vista una lisca dorsale degna di questo nome è assurdo. Vedere che sono uniti dopo che nessuno è stato mai preso seriamente in considerazione se non come socio oggi e rivale domani ma comunque sempre inconcludente difronte ai poteri del capo che ha sempre distribuito per il bene dei o forse è meglio dire del maceratese ( si parla al singolare, di persona e non di zona, meglio dirlo subito per non essere equivocati) senza dopo averne fatto il nome dire il peccatore o si dice al contrario? Mah!!!
Se a sinistra ci sono i papabili, a destra ci saranno, per par condicio, i reali. O no?
Non si tratta ne di donna ne di uomo.si tratta di una forza politica oramai vecchia come i dinosauri che non ha ancora capito di aver fatto il suo tempo e le dichiarazioni del neo eletto Zingaretti che non fanno che avvalorare tale tesi.Se poi ci mettiamo che il centro sinistra a Macerata negli ultimi anni con le amministrazioni precedenti e poi con questa attuale ha fatto e sta’ facendo npiu’ danni di una pandemia d’ebola..beh il quadro e’ completo!!!
Peraltro servirebbero idee nuove e forze anagraficamente parlando fresche..per sperare che qualuno da sopra le nuvole possa far accadere un miracolo!!Perche’ se parlassimo di sinistra vera..non potremmo sperare in dio..ma questa sinistra lo e’ solo di nome perche’ farlocca nei suoi temi e nei suoi modi quindi..