Macerata 2020,
il centrosinistra si compatta
«Primarie per il post-Carancini»

POLITICA - Pd, Udc, Pensare Macerata e la Città di tutti insieme in vista delle prossime amministrative. Stefano Di Pietro: «Da tempo abbiamo avviato un percorso di avvicinamento ai bisogni dei cittadini con una serie di incontri che culmineranno in un convegno programmato per il 16 novembre. Il risultato del 4 marzo ci ha dato un segnale inequivocabile e vogliamo ripartire con la consapevolezza di essere un gruppo unito»

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Da sinistra: Massimo Pizzichini, Stefano Di Pietro, Massimiliano Bianchini e Francesco Baldantoni

 

di Giovanni De Franceschi (foto di Fabio Falcioni)

«Sul rapporto con Unimc credo che molto abbia fatto Carancini, forse c’era bisogno di un atteggiamento un po’ più coerente. Ma l’ordine del giorno presentato dal Pd voleva spronare tutta la città, non solo l’amministrazione, perché siamo convinti del grande valore che ha l’università ha per Macerata. E non era certo un richiamo né per una parte, né per l’altra. Rientra in una normale dialettica di discussione in Consiglio comunale».

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Stefano Di Pietro

Sono le parole di Stefano Di Pietro, segretario comunale dei dem. L’ordine del giorno è quello presentato dal capogruppo Del Gobbo proprio sul difficile rapporto tra università/rettore e sindaco, un atto che Carancini non aveva digerito benissimo, tanto che lo aveva bollato  come «un segare il ramo su cui è seduti». L’occasione per parlarne, invece, è stata la presentazione del cammino che porterà il centrosinistra alle elezioni amministrative del 2020. Al dopo Carancini appunto. E se Di Pietro si è guardato bene dal sottolineare le criticità dell’amministrazione, tranne sul rapporto con Unimc appunto, lo stesso non hanno fatto gli altri seduti al tavolo: Massimo Pizzichini (Udc), Massimiliano Bianchini (Pensare Macerata), Francesco Baldantoni (La città di tutti). «Da tempo – ha esordito Di Pietro – abbiamo avviato un percorso di avvicinamento ai bisogni dei cittadini con una serie di incontri che culmineranno in un convegno programmato per il 16 novembre. Il risultato delle elezioni del 4 marzo ci ha dato un segnale inequivocabile e vogliamo ripartire con la consapevolezza di essere un gruppo unito. Ma questo non è il momento delle risposte, adesso vogliamo solo metterci in ascolto per tracciare un quadro della città. Se il centrosinistra a livello nazionale ha commesso l’errore di non essere in contatto con le fasce più deboli della società, noi questo messaggio l’abbiamo recepito e ci vogliamo essere. Continuando con quanto di buono fatto da questa amministrazione, che già ha in bilancio 5 milioni di euro per il sociale. E’ un cammino che guarda al 2020, ma nasce dalle necessità a cui la città chiede vengano date delle risposte. Questo è solo un punto di partenza e siamo aperti a tutte quelle forze che vorranno partecipare. Vedo che il centrodestra spesso mette in evidenza alcune problematiche esaltandole e dando una visione distorta della città: ecco noi invece ci vogliamo mettere in ascolto».

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Massimo Pizzichini

Il passaggio delle primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra è un dato acquisito. Ma è adesso è troppo presto per parlare di candidature. «Vogliamo metterci in ascolto delle esigenze dei cittadini – ha aggiunto Pizzichini – perché dopo il 4 marzo un minimo di riflessione va fatta, quello è stato un campanello d’allarme. E vorremmo farla soprattutto ascoltando i cittadini, le associazioni, le categorie. Bisogna trovare insieme la strada per risolvere i problemi. Sul tema immigrazione l’amministrazione ha peccato forse di buonismo e la città percepisce un problema di sicurezza, ma se guardiamo i dati questi ci dicono che gli stranieri a Macerata sono diminuiti. Nel 2013 rappresentavano il 9,6% della popolazione residente, oggi il 9%. A differenza di Civitanova dove nel 2013 erano l’8% e oggi il 10%».  Parla di un’alleanza dalle basi solide Bianchini. «L’appello alla partecipazione – ha evidenziato – è aperto a tutti, perché stiamo discutendo di temi per la città. La nostra esigenza non è quella di trovare un candidato sindaco o avviare una discussione sulle primarie, ma è quella di intraprendere un discorso con i cittadini. In città non ci sono spazi di discussione e questo nostro accordo sta recuperando un modello di partecipazione e anche un rapporto tra di noi. La nostra coalizione quindi non nascerà all’ultimo solo perché siamo contro la Lega, ma nascerà da un percorso politico che è già iniziato». Per Baldantoni il documento programmatico del centrosinistra che sarà presentato al convegno del 16 novembre vuole essere «una fotografia della città capace di far partire un confronto, ma anche – ha continuato – un modo per contabilizzare quanto fatto di buono da questa amministrazione negli ultimi cinque anni».

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Francesco Baldantoni

E qual è stato invece l’errore più grande commesso da questa amministrazione e da Carancini?Fermo restando, che tutti sono convenuti sul buon lavoro fatto in questi anni. «Di criticità – ha proseguito Baldantoni – non ne metto una su tutte. Ci sono diversi punti che potevano essere gestiti meglio: penso alle piscine, dove lo stesso sindaco ha ammesso di aver sbagliato nel fidarsi delle ditte; alla manutenzioni e al decoro urbano, sulle scuole forse sarebbero dovuti partire prima, il rapporto con l’università andava gestito meglio. In generale, forse la politica non ha avuto lo stesso passo dei cambiamenti in atto». Pizzichini elenca un altro difetto. «Carancini è stato un po’ troppo autoreferenziale – ha sottolineato – se avesse ascoltato di più le forze politiche e i cittadini forse qualcosa si sarebbe potuta migliorare. Ma questo è un problema di carattere, sui fatti concreti l’amministrazione ha lavorato bene». Bianchini sposta il tiro puntando il dito contro un atteggiamento generale del centrosinistra. «Il problema – ha evidenziato – è che i rappresentati del centrosinistra, ad ogni livello, sono apparsi come coloro che avevano la ricetta in tasca, sono apparsi arroganti. Il problema non è Carancini, il punto è ribaltare la situazione e riprendere le fondamenta dei partiti tradizionali. Poi è ovvio che Carancini rappresenti un’epoca diversa e che oggi ci sia bisogno di partecipazione».

 

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