di Mauro Giustozzi
Nessuna fidejussione presentata dalla Maceratese oggi in Lega Pro. Dopo l’appuntamento con l’iscrizione formale alla serie C, giunta sul filo di lana ed incompleta, per la Rata ancora una giornata che l’avvicina sempre di più al default, non riuscendo ad ottemperare alle varie incombenze burocratiche e finanziarie che impone la Lega Pro. Una lenta agonia non ancora conclusa, in quanto i club (non solo la Maceratese quindi ma di certo per ora pure l’Akragas, nonché Mantova e Modena in grave difficoltà per ripianare le perdite) che hanno ancora problemi economici e regolamentari avranno tempo fino al 7 luglio per dimostrare di aver regolarizzato il tutto. L’11 luglio la Covisoc assegnerà poi le licenze nazionali: le squadre respinte potranno inoltrare ricorso fino al 14 luglio, dimostrando chiaramente di aver sanato il debito, e avranno definitiva sentenza nella data del 20 luglio. Ma più passano i giorni e più ogni speranza lascia spazio alla certezza che queste saranno le ultime ore della Rata in terza divisione nazionale, prima dell’inevitabile baratro. Probabilmente un salto nel nulla e senza paracadute. E in città regna un senso di delusione ancor più profonda perché quello di Crucianelli e Chiaraluce si sta rivelando un tentativo del tutto inutile. E incomprensibile ai più. L’interrogativo cui, prima o poi, si dovrà dare una risposta è come mai, ben conoscendo il fitto cronoprogramma di scadenze burocratiche, fiscali, amministrative e finanziarie i due abbiano fatto di tutto per avere da Liotti la società pochi minuti prima della scadenza per l’iscrizione di venerdì scorso. Si presupponeva che dietro questo ultimo colpo di scena ci potesse essere sostanza o comunque un piano strategico adeguato e calcolato per affrontare la grave situazione.
Invece la sensazione, che viene suffragata dai fatti, è che si sia tentato il tutto per tutto, ma non avendo in mano le carte giuste per vincere la partita. O forse anche solo per giocarla. Magari domani verremmo smentiti dai fatti, e saremmo i primi ad auspicarlo, ma purtroppo le incertezze, il muoversi a tentoni senza avere una via d’uscita reale alla crisi della Rata si appalesa ogni giorno di più. Peraltro ai problemi di grave natura finanziaria risultano sommarsi quelli meramente contabili del club, lasciato in stato di abbandono da oltre quattro mesi. Ricostruire il puzzle delle scadenze, dei pagamenti, magari di altri decreti ingiuntivi giunti nel frattempo alla sede della Maceratese (rimasta chiusa per molte settimane) è impresa quasi proibitiva e che, comunque, non può essere fatta in così pochi giorni. Insomma una situazione talmente caotica e complicata da sbrogliare che consente perfino a Claudio Liotti, l’ex patron napoletano, di tornare sulla scena di questa infinita telenovela con un comunicato stampa nel quale dapprima ripercorre tutto l’iter che si è sviluppato venerdì scorso e di cui tifosi e città sono a perfetta conoscenza. Con spunti critici, però, nei confronti di chi ha acquisito il 95% delle quote del club, cioè Crucianelli, ora in difficoltà nel mantenere i pesanti impegni economici in cui si dibatte, non certo da oggi, il club biancorosso.
“Con grande rammarico ma nello stesso tempo con grande piacere per il bene futuro della Maceratese – ha scritto Liotti – il sottoscritto decideva di passare la mano, perché convinto dal ritrovato entusiasmo di alcuni imprenditori locali, che erano in grado di garantire l’imminente iscrizione al campionato, allo scopo di rendersi dinanzi alla tifoseria i veri protagonisti del miracolo. Ribadisco ancora che ero pronto per soddisfare tutti gli adempimenti per ottenere l’iscrizione al prossimo campionato e che come da tempo avevo dichiarato, in diversi comunicati stampa, l’investimento economico di imprenditori al mio fianco sarebbe avvenuto, solo un minuto dopo all’avvenuta rinuncia del vincolo sulle quote societarie, da parte dell’ex presidente Tardella, che era un ostacolo indispensabile da superare, per fare in modo che chiunque interessato alla Maceratese, potesse serenamente operare, senza sorprese, per realizzare un progetto sportivo, serio e credibile. Auguro ai nuovi proprietari della Maceratese di riuscire a realizzare quanto promesso alla tifoseria, perché non si capirebbe, in alcun modo, il motivo di un autentico blitz, per togliere dalla sera al mattino la società dalle mani del sottoscritto, pur consapevoli che a distanza di pochi giorni c’erano da ottemperare degli obblighi, sia cartacei che economici per garantirsi la licenza nazionale, che avrebbe consentito la partecipazione nella prossima stagione sportiva 2017/18 della Maceratese in Lega Pro”. Intanto presso il Tribunale di Macerata è stata depositata la prima istanza di fallimento verso il club da parte dell’avvocato Renzo Merini per conto della ditta di trasporti Sasp per una cifra mai pagata dal club di circa 8mila euro. Ma è chiaro che, se tra pochi giorni, la Rata non sarà iscritta al campionato la società andrà direttamente verso il fallimento, al di là delle istanze che potranno essere ulteriormente presentate.
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A dire 2 incoscienti i nostri eroi sarebbe un complimento,hanno solo dimostrato tutt’altro che amare la maceratese,se non si hanno soldi certi per tutto si da solo il colpo di grazia alla nostra amata squadra,io mi vergognerei
E i gruppi d’investimento?? Ah ora ho capito sono i tifosi che quando vi vedranno per strada ve rotano!!! Siete tutti senza vergogna
Sig.NATALI secondo lei al giorno d’oggi con l’economia che abbiamo quale sprovveduto,ammesso che avrebbe i soldi x pianare i debiti,investirebbe nel calcio di medio livello,che ritorno le darebbe la MACERATESE.L’errore è stato compiuto dalla dirigenza precedente e da una classe federale di controllo che non ha controllato in profondita’ lasciando il tutto a caduta libera
controlla piu’niente e fa entrare tutta gente sprovveduta ed avventuriera e di mettere ancora di piu’ in difficolta’ le societa’ calcistiche
Caro Sergio, non te la puoi prendere con il gruppo Crucianelli -Chiaraluce, il quale ha fatto un disperato tentativo in extremis per mantenere la categoria ma, evidentemente, si è trovato di fronte ad un muro insormontabile fatto da una montagna di debiti che aumenta ogni giorno di più, problemi burocratici ed addirittura, a quanto sembra, mancanza di scritture contabili e di bilanci, ascrivibili alle ultime fantomatiche gestioni, in modo tale da rendere difficile l’accertamento della reale situazione.
In queste condizioni, considerati anche i tempi ristrettissimi, non è possibile procedere oltre.
Sappiamo tutti chi dobbiamo ringraziare per questo default:
La D.ssa M.F.Tardella in primis, che ha venduto la Società ad un personaggio sconosciuto ed inaffidabile, lo sprovveduto Spalletta e la dirigenza napoletana che, oltre a non aver cacciato un euro, ha dato il colpo di grazia alla Rata facendo solo perdere tempo, dopo aver promesso mari e monti, per portare avanti gli interessi dal falegname fino alla scadenza del 30-06 – Del resto cosa ci si poteva aspettare da chi ha fatto disputare la partita col Venezia a porte chiuse????
Nonostante ciò l’ineffabile fabbro-ferraio ha ancora il coraggio di parlare!!!!
Piuttosto che fine hanno fatto i tanti personaggi, istituzionali e non, che hanno baccagliato tanto, naturalmente senza metter mano al portafogli ???? Un silenzio assordante……
Poesse che non se trova 600 persone con 1000.00 euro a persona e manda via tutti sti salvatori della patria, tutti venditori di fumo
«Questa suspense è terribile… spero che duri»
(Oscar Wilde)
x Guerrino Rita:di quale “disperato tentativo in extremis per mantenere la categoria” “di fronte ad un muro insormontabile fatto da una montagna di debiti che aumenta ogni giorno di più” stai vagheggiando! sono ormai mesi e mesi che si parla della montagna di debiti a carico della “Rata” e tu hai il coraggio di affermare che questi personaggi se li sono trovati di fronte all’ultimo momento? senza parlare di tutti gli altri debiti accumulati nel tempo, i Sig.ri Spalletta, Liotti, Crucianelli/Chiaraluce sapevano benissimo che entro certe date dovevano pagare gli stipendi ai giocatori e la quota di iscrizione al nuovo campionato, oltre a predisporre la fidejussione per l’iscrizione. Tutto ciò era chiaro ed inoppugnabile quindi non si può né deve parlare di “montagna di debiti che cresce di giorno in giorno” in più si sapeva in modo palese dell’esistenza di molti altri debiti in giro.
The answer, my friend, is blowin’in the wind.
Liotti avrebbe comunque abbandonato la Maceratese al suo destino, altro che pronto a pagare tutto un minuto dopo la rinuncia della Tardella.
I soldi che forse aveva sono andati a Benevento che, purtroppo per la Maceratese (e mi dicono anche per L’Ischia) è andata in serie A.
Crucianelli e chi gli sta dietro, sanno e sapevano benissimo di non essere in grado di iscriversi alla Lega Pro, però avendo avuto comunicazione delle intenzioni di Liotti, mi dicono il giorno prima dell’acquisto delle quote, hanno deciso di cercare di trovare un modo, magari con l’aiuto di qualche altra società calcistica della zona, di evitare almeno la terza categoria.
Cosa che Liotti proprietario non avrebbe mai neanche pensato di fare.
Tanto per quello che a questo punto c’è da perdere.
Staremo a vedere…. The answer, my friend, is blowin’in the wind.
Ma una domanda la devo fare, e gradirei tanto una risposta. Assodato che Liotti non avrebbe fatto nulla,perche’ questa insistenza a volere a tutti i costi che la Tardella rinunciasse al diritto di ricompra ??? Tutti d’accordo in questo imbroglio mega galattico???
Sig. Passeri, in parte le ha già risposto il Sig. Ponzelli sul fatto che, se la Società fosse rimasta agli avventurieri napoletani, la III cat. sarebbe stata certa, mentre con l’ingresso della compagine attuale forse c’è ancora qualche speranza di ripartire da una serie superiore. Per quanto riguarda il mio “vagheggiare” sui debiti le faccio notare solo che, a tutt’oggi, non si riesce a quantificare a quanto effettivamente ammontano mentre ogni giorno spuntano nuovi creditori, probabilmente relativi alle ultime gestioni falegname/fabbro-ferraio, che, oltre a non tirare fuori un euro, non hanno tenuto nemmeno la contabilità e presentato i bilanci.
Dalle sue parole sembrerebbe invece che la responsabilità della situazione sia di Crucianelli e C. mentre non ci vuole uno scienziato per capire chi sono i veri responsabili della bancarotta.
Con l’occasione mi saluti i tanti “salvatori della patria” che sono scomparsi dalla scena quando dalle parole si doveva passare ai fatti.
Tizio accumula debiti su debiti,poi fa una pseudo vendita a Caio che si accolla il debito ma non ha niente da dichiarare e quindi neanche da perdere.Cosicche’,Caio,puo’ rivendere a Sempronio altro personaggio uscito dal mondo delle favole con le stesse modalita’ e con lo stesso scopo,passare di mano i debiti.E la farsa continua ancora con passaggi su passaggi e intanto come il gioco delle tre carte i debiti non si sa piu’ in che mani siano finiti e quando i creditori cominceranno a bussar cassa non sapranno a chi rivolgersi e visto che la favola si svolge nel BelPaese si arrivera’ in tribunale e sapendo quali sono itempi della giustizia non si arrivera’ mai a soluzione.Tizio e’ salvo e i creditori con le pezze al culo.Ma questa e’ una favola,da noi queste cose non succedono!
Ricci fai una domanda sola ed è pure troppa. Perché in questo giallo ormai estivo, da leggere comodamente sdraiati in riva al mare, le domande sarebbero centinaia. Quelle che purtroppo mancano sono le risposte.