di Mauro Giustozzi
La prima scadenza arriverà domani quando la Maceratese dovrà presentare la fidejussione da 350mila euro che è richiesta per poter avere il diritto a partecipare alla serie C. Sarà un’altra giornata all’insegna della corsa disperata contro il tempo, un po’ come accaduto venerdì scorso quando arrivò prima l’accordo tra Claudio Liotti e Maria Francesca Tardella e subito dopo la cessione a Carlo Crucianelli, oppure prevarrà la rassegnazione che già circola nella tifoseria biancorossa? Anche oggi l’ex dirigente del settore giovanile e Chiaraluce sono stati impegnati in contatti e riunioni per cercare una via d’uscita alla difficilissima e disperata situazione della Rata, ma di tempo ce n’è sempre di meno così come persone interessate a poter evitare il baratro. Senza dimenticare che domani sarà solo la prima tappa di una corsa che avrà un altro step il 7 luglio, termine massimo per inoltrare alla Covisoc il ripianamento delle eventuali carenze ai fini del raggiungimento della misura minima del parametro economico/finanziario Pa (patrimonio netto contabile/attivo patrimoniale). In questo caso ballano almeno altri 100mila euro, a cui aggiungere poi il pagamento degli stipendi dei calciatori, sicuramente fino alla mensilità di maggio, visto che poi giugno sarebbe spalmabile su agosto. Intanto prendono le distanze anche quei pochi nominativi di persone che fino a qualche tempo fa avevano mostrato un po’ d’interesse alle vicende del club biancorosso.
Lo stesso Ruggeri della Ipm di Brescia, ha fatto capire a chiare note che su di lui non è proprio il caso di puntare. Stesso refrain anche per Giorgio La Cava, imprenditore perugino che la scorsa primavera era uscito alla scoperto mostrando interesse verso la Rata, poi però non concretizzatosi per l’elevata mole debitoria del club, solo parzialmente sgravata dal pagamento di parte degli stipendi dei calciatori con la fidejussione di Spalletta e poi dall’accordo Liotti-Tardella. “Sono rientrato in questi giorni dalle ferie – dice al telefono Giorgio La Cava – ma ho avuto modo di seguire seppur da lontano le ultime vicende che hanno interessato la Maceratese. Per quanto mi riguarda, come avevo avuto modo di dire nelle passate settimane allo stesso Chiaraluce, non sono nelle condizioni per questioni strettamente personali di poter aiutare questa società anche se, credetemi, nelle occasioni in cui sono venuto nella vostra città mi sono trovato a contatto con ottime persone e mi dispiace molto non poter dare una mano. Diciamo pure che mi prendo un anno sabbatico dal calcio per dedicarmi ad altre questioni che in questo momento sono più rilevanti per me. La situazione della Maceratese è difficile ma comunque io spero sino alla fine che si possa risolvere soprattutto per chi si sta impegnando in questo periodo, dopo che la società è tornata nelle mani di maceratese chiusa la parentesi napoletana”.
I tifosi della Maceratese in occasione dell’ultima gara dello scorso campionato, giocata a porte chiuse, contro il Venezia all’Helvia Recina
Il futuro del calcio, non solo quello professionistico, in città è sempre più appeso ad un filo sottile che, giorno dopo giorno, rischia di spezzarsi. Parliamo di futuro del calcio perché, l’eventuale scomparsa della Maceratese, aprirebbe un baratro difficilmente colmabile in poco tempo. Perché, rispetto sia alla mancata affiliazione del 1989 che al fallimento del 2009, quelle società militavano in modesti campionati regionali di Prima categoria e Promozione. Stavolta il default, se così sarà, avrà riflessi nazionali ed una eco negativa che si riverbererà sull’intera città. Così come l’inesistenza di un piano B (ossia paracadute in serie D o Eccellenza) pronto da attuare in caso di mancata iscrizione del club alla serie C è un’altra grave colpa che ricade sulla città. Ed è difficile, ora, vedere all’orizzonte qualche dirigente o imprenditore che abbia voglia di rimboccarsi le maniche e ripartire dalla Terza categoria come accadde 28 anni fa. Forse qualcuno c’è, ma la ricerca va verso la tifoseria della Curva Just che per venerdì 7 luglio sta organizzando un incontro aperto a tutti presso il Bar due Fonti alle 21 con all’ordine del giorno un tema che guarda al domani: ‘Terza categoria e dignità’. Come dire che per loro il futuro è già iniziato. Intanto domani dovrebbe venire presentata in tribunale l’istanza di fallimento della Sasp, rappresentata dall’avvocato Renzo Merlini. Sempre al legale si è rivolto un altro creditore della Maceratese, il ristorante Le Cave. Il club biancorosso dovrebbe una cifra di circa 8-9mila euro.
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Avoglia a compra a 1 euro.. c’è da paga li buffi
Finalmente il Reality: “Maceratese delitto perfetto”, è giunto all’ultima puntata.
Stava diventando stucchevole nonostante gli sforzi della regista , la trama la si era capita già da molte puntate.
Sicuramente concorrerà a qualche premio televisivo e qualcuno degli attori principali , e ce ne sono tanti prenderà qualche premio
Per troppo tempo i tifosi il calcio i cittadini maceratesi sono stati portati in giro, per un minimo di rispetto è ora di smetterla.
Fallimento pilotato dalla prima Presidenza . Poi tante chiacchere .
«La limite de chaque douleur est une douleur plus grande.»
(Emil Cioran)
Ma quell’avvocato che sin dai primi tempi gestì l’affaire Spalletta, che un pomeriggio fu insultato da dei tifosi della Maceratese e che ancora gironzola attorno alla matassa, perché non scrive un bel floppyseller (floppy/floscio ) per spiegarci, raccontare tutte le vicende, pardon gli imbrogli, gli intrighi di tutta questa vicenda. O è ancora preso dal comitato ” Un si per Renzi o giù di lì ” ? Quello è perso, la Maceratese è quasi persa e forse nemmeno in D finirà per colpa dei quaquaraqua che almeno facessero sapere quale è stato il loro business o qual dovrebbe essere stato sempre che sian stati pagati se non hanno chiesto i compensi ( sicuramente ) in anticipo. Saper che qualcuno è stato fregato oltre alla Maceratese e dopo che vi ci siete messi in tanti a far confusciò e basta, forse darebbe qualche sollievo ai tifosi che giustamente con dignità ripartirebbero dalla serie più bassa dopo aver ripulito l’ambiente.E purtroppo anche in serie più modeste e geograficamente poco lontane si sta cercando di salvare la baracca. Ricordarsi sempre che l’abito non fa il monaco.