Maceratese, l’iscrizione in serie C
o il rischio di un altro 1989

CAOS BIANCOROSSO - Le varie cordate locali non hanno trovato un punto di intesa per creare, nella peggiore delle ipotesi, un paracadute per ricominciare, in caso di mancata iscrizione, in Eccellenza o Promozione. Si ripeterebbe, così, quanto accaduto 28 anni fa in Terza Categoria. L'accordo fra Liotti e Tardella per liberare le quote della società dalla possibilità di ricompra della ex presidente ha subito un improvviso stop. Resta alla finestra l'amministrazione comunale

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di Mauro Giustozzi

O la Maceratese dei napoletani si iscrive al campionato di serie C oppure il calcio cittadino rischia di fare un salto indietro di 28 anni, al 1989 quando la prima squadra cittadina scomparve e si ripartì dalla Terza categoria. Che poi era quanto aveva dichiarato qualche mese fa lo stesso presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina. Non esiste, infatti, un piano B per far restare la Maceratese, o comunque una società che ne erediti il testimone, in una categoria sia pure dilettanti ma almeno decorosa per la città. Sia essa Eccellenza o Promozione. Col passare dei giorni anche le varie cordate locali, che avevano dichiarato di non essere in grado di reggere il peso di una serie C con una società per di più gravata di tanti debiti, si sono liquefatte e non si è trovato un punto di intesa per far si di creare, nella peggiore delle ipotesi, una sorta di paracadute per il calcio biancorosso. Che, in caso di mancata iscrizione al campionato di serie C, rischia seriamente di sparire nel nulla. Anche perché la tempistica per creare una nuova società, affiliarla alla Figc ed ottenere l’inserimento in qualche campionato minore però dignitoso per la città, scavallato il 30 giugno, è troppo stretta per tentare qualsiasi strada. Salvo estemporanei ricorsi a società del circondario come magari Helvia Recina o Cluentina che hanno un titolo sportivo effettivo ma che non è detto che poi siano disposte ad offrirlo ad una futura nuova Maceratese.

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Claudio Liotti, proprietario della Maceratese

Dunque città appesa alla cordata napoletana, che ha in Claudio Liotti colui che appare come amministratore unico del club, ma all’interno della quale si agitano altre figure più o meno chiare riconducibili a Gaetano Battiloro, ad altri imprenditori campani ed a società di procuratori. Mancano esattamente undici giorni al primo step che è il pagamento degli stipendi dei calciatori fino a maggio e di lì a qualche giorno, il 30, il termine ultimo per iscrivere la Maceratese alla serie C, pagando la tassa di iscrizione (subito 70 mila euro e la differenza per arrivare ai 95 mila euro entro agosto) e soprattutto presentando una fidejussione da 350 mila euro a garanzia per la prossima stagione. Un esborso ed un impegno finanziario notevole da parte della nuova proprietà che, a questo punto, non potrà più bluffare.

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Maria Francesca Tardella con l’avvocato Giancarlo Nascimbeni

Ma, intanto, anche l’accordo che Liotti deve trovare con l’ex presidente Maria Francesca Tardella per liberare le quote della Rata dalla possibilità di ricompra della ex presidente mai pagate da Filippo Spalletta ha subito un improvviso stop. Gli avvocati delle due parti, Nascimbeni da una parte e Marinelli dall’altra, sono stati in contatto fino al punto che è stato stilato un documento che dovrà essere ora visionato e accettato dall’attuale proprietà napoletana per divenire a tutti gli effetti titolari della proprietà del club evitando brutte sorprese in futuro. E cioè che, pur ammettendo che subito Liotti & soci pagassero debiti sportivi e fornitori, azzerando il deficit del club o comunque abbattendolo enormemente, senza quel documento di rinuncia al vincolo sulle quote da parte della Tardella quest’ultima in qualsiasi momento potrebbe rivendicare la proprietà della società mai pagatagli dall’imprenditore italo-svizzero. E su questo punto sembrerebbe che l’ex presidentessa, dapprima intenzionata a firmare tale atto senza grandi pretese, nelle ultime ore abbia cambiato idea presentando il conto a Liotti. Così invece che abbassarsi il debito della Rata sarebbe ulteriormente risalito. In tutto questo resta alla finestra l’amministrazione comunale.

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Romano Carancini e Maurizio Mosca

Il sindaco Carancini aveva delegato la “patata bollente” a Maurizio Mosca, anche lui ex presidente biancorosso sempre molto amato dalla tifoseria. Mosca, con estrema riservatezza anche nei confronti della stampa, sta seguendo le vicende del club anche con la collaborazione di Marco Nacciarriti che potrebbe rientrare nella Rata, a cui ha assicurato nella fase post iscrizione della squadra alla serie C un sostegno finanziario attraverso l’imprenditoria locale. Ma il nodo è proprio questo: riuscirà la Maceratese di Liotti a fare in pochi giorni ciò che non è stato fatto dallo scorso 21 aprile, da quando cioè Spalletta gli ha ceduto la società? Tifosi e città che restano a guardare, senza avere vie d’uscita. O questa Maceratese supera l’ostacolo dell’iscrizione o per davvero stavolta per il calcio cittadino si aprirà un baratro che inghiottirà il pallone e spalancherà le aule del Tribunale.

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