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Spacca: “Chi mi accusa di trasformismo
ha fatto il Patto del Nazareno”

VERSO IL VOTO - Il presidente uscente respinge ogni accusa e contrattacca: "Renzi oltre a portare se stesso, rechi qualche provvedimento utile". Sul biogas: "E' il governo centrale che ha sbagliato tutto". Sulla sanità: "Abbatteremo le liste d'attesa". I maceratesi si lamentano di una Regione "anconacentrica"? "Abbiamo fatto tanto per questa provincia, 5,4milioni per il Buonaccorsi, 1,3milioni per San Filippo e anche 200mila euro per l'orologio della torre civica"

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Gian Mario Spacca

Gian Mario Spacca

di Alessandra Pierini

Non si può dire che non si sia fatto notare Gian Mario Spacca in due mandati da governatore con il centro sinistra. Di sicuro però la sua visibilità, soprattutto nella cronaca nazionale, è aumentata significativamente quando, poco più di un anno fa, ha deciso di fondare con il renziano Vittoriano Solazzi l’associazione Marche 2020, poi diventata forza politica che si è unita in una lista con Area Popolare e ha stipulato un alleanza con Forza Italia e Democrazia Cristiana. Con questo gruppo, sostanzialmente di area moderata,  si presenta per tentare di centrare il terzo mandato. Spacca, 62 anni, manager aziendale, sposato con due figli ha una spiegazione.

La definiscono “il trasformista della politica” in particolare per la sua candidatura a capo di una coalizione di centro destra. Come spiega la sua scelta?
«Chi parla di trasformismo, vale a dire il premier Renzi, è colui che ben prima di me ha stretto un’alleanza con Forza Italia con cui ha fatto il Patto del Nazareno addirittura per riformare lo Stato. E’ sempre lo stesso che con Denis Verdini ha stretto un accordo che tutta l’Italia conosce. Quello che Marche 2020 ha fatto è semplicemente condividere dal basso un progetto di cose da fare con il corpo sociale che anima quel partito per liberare l’intraprendenza e l’imprenditorialità e quindi rilanciare la produzione di reddito e lavoro delle Marche, una vera urgenza. E’ soprattutto utile ricordare a coloro che parlano di trasformismo, quale sia la mia storia politica e personale. Io sono sempre stato uomo di centro e sin dal 2005 e per 10 anni sono stato vicepresidente del gruppo dei Liberaldemocratici del Comitato delle Regioni d’Europa, mentre il Pd ha scelto di aderire al Partito socialista europeo. Nessuno del Pd ha mai avuto nulla da ridire della mia scelta».

Cosa ha in mente per le Marche? Cosa non è riuscito a fare negli ultimi 10 anni e propone in caso del prossimo mandato?
«La priorità in assoluto è ritornare a produrre reddito perché, anche se in misura minore rispetto alla media nazionale, il Pil delle Marche sta scendendo. E senza risorse, tutte le promesse, i progetti, le proposte dei miei competitor in questa campagna elettorale sono pura demagogia. Se non ci sono le risorse non si può investire nella sanità, nel sociale, nella scuola, soprattutto se il Governo nazionale continua a tagliare risorse. Ricordo che in questa legislatura sono arrivati alle Marche 1,3 miliardi di euro in meno dallo Stato. In questi anni di recessione la priorità della Regione è stata la tutela di tutti i lavoratori in difficoltà e delle loro famiglie. Questo ha impegnato risorse per 1,2 miliardi di euro per ogni forma di ammortizzatore. Oggi occorre rilanciare la crescita e lo sviluppo, contro chi ha sempre sostenuto la decrescita felice e l’assistenzialismo che ha portato solo povertà alle famiglie, alle imprese e alle istituzioni. Per entrare nello specifico, sono 10 gli impegni concreti che vogliamo realizzare. L’eliminazione progressiva dell’Irap per le piccole imprese regionali per creare lavoro e reddito. Il reddito di cittadinanza di 800 euro mensili per i giovani senza lavoro e i disoccupati di lunga durata, con criteri concertati con le forze sociali. Il Fondo sociale a favore della famiglia contro le povertà. L’eliminazione delle liste di attesa nella sanità con l’integrazione di tecnologie web. La banda extra larga a 100 Mbits per lo sviluppo delle Pmi. Il wifi libero in tutte le aree di servizio pubblico. La riduzione di -50% dei costi della politica. La riduzione di -50% delle leggi e dei tempi di risposta per semplificare l’amministrazione. La tutela della scuola a confronto con il Governo nella riforma nazionale. L’unità delle Marche contro lo smembramento delle Regioni».

Il governatore Spacca e il leader Ncd Quagliarello

Il governatore Spacca e il leader Ncd Quagliarello

Quali sono i punti fondamentali del suo programma?
«Sul versante della fiscalità, accanto all’eliminazione dell’Irap, l’ampliamento dell’esenzione dall’addizionale Irpef sui redditi. Per la semplificazione, oltre al dimezzamento di leggi e regolamenti regionali, anche quello del numero e dei tempi dei procedimenti amministrativi per cittadini e imprese e il rafforzamento della produttività della pubblica amministrazione. Per le imprese, la defiscalizzazione per spese in ricerca e sviluppo e nuova occupazione; la creazione di una piattaforma informatica per la promozione delle produzioni marchigiane; il sostegno alla internazionalizzazione delle imprese. Sul tema dello sviluppo, l’utilizzo dei fondi europei per rafforzare la competitività “intelligente” del sistema manifatturiero e per investimenti in settori con potenzialità di sviluppo quali l’agricoltura, l’ambiente, il turismo, la cultura. Sul versante della liquidità, finanziamenti alle imprese attraverso la emissione di mini bond e la creazione di una Finanziaria Regionale con utilizzo dei fondi europei. Per il lavoro, incentivi alle aziende per nuove assunzioni; sostegno economico alla creazione di nuove imprese; progetti di “specializzazione intelligente”, anche con enti di ricerca internazionali; progetto giovani per orientamento, integrazione scuola-lavoro e apprendistato (modello tedesco), voucher, start-up, prestiti d’onore e fiscalità di vantaggio per nuove imprese giovani; la ristrutturazione sistema formativo e per l’impiego. Per quel che riguarda la sanità e il sociale, oltre all’eliminazione delle liste d’attesa, anche l’abbattimento della mobilità passiva, la riorganizzazione dei Pronto Soccorso e punti di primo intervento, la realizzazione di strutture di cura e accoglienza per sostenere le famiglie con congiunti affetti da patologie invalidanti: progetto longevità attiva, il sostegno diretto alle famiglie con minori, disabili e anziani. Per le infrastrutture, la creazione di una piattaforma logistica internazionale legata anche allo sviluppo del progetto della Macroregione Adriatico Ionica, il potenziamento dell’Aeroporto delle Marche, investimenti per infrastrutture materiali ed immateriali in tutte le Marche. E ancora, sui servizi, agevolare il trasporto pubblico locale, sostenere le filiere istituzionali degli Enti locali, aggregare i servizi pubblici locali, incentivare la fusione e le unioni di Comuni. Ultima ma non ultima, la sicurezza, con la difesa del territorio dai rischi naturali e delle comunità locali da fenomeni criminali».

Quali in particolare quelli che riguardano il Maceratese?
«La sanità anzitutto: proseguire con gli investimenti per rafforzare l’offerta in questo territorio, potenziare le tecnologie e gli impianti, oltre che le specializzazioni. Abbattere le liste d’attesa con l’ampliamento dell’orario di utilizzo delle strumentazioni e il ricorso al web. Per la costa, e quindi per il turismo, penso anzitutto alla difesa dall’erosione. Molto abbiamo già fatto, ma molto si può ancora fare attraverso l’utilizzo delle risorse europee. E poi la Bolkestein. La nostra proposta, che porteremo avanti, prevede di affrontare la questione – che il Pd affronta con atteggiamento ambiguo – attraverso un percorso che individui un doppio regime per il rilascio e il rinnovo delle concessioni balneari. Il primo è di tipo ‘premiale’ per le concessioni in essere, attuando una proroga di lungo periodo per tali attività. In questo modo si scongiura la dispersione del patrimonio delle imprese balneari, spesso familiari, degli investimenti fatti con grandi sacrifici dagli operatori in tutti questi anni, dei livelli occupazionali. Il secondo tiene conto dei tanti chilometri di costa non soggetti a concessioni e dunque da assegnare: le Marche hanno proposto al Governo che questo avvenga attraverso criteri di evidenza pubblica e gare per la maggioranza delle superfici demaniali ancora disponibili. Per le infrastrutture, il completamento della Ss77 entro il 2015 come da cronoprogramma e le bretelle di adduzione. Quanto all’entroterra, così bello e ricco di risorse naturali, artistiche e culturali, lo sviluppo e la crescita sono stati possibili grazie a donne e uomini coraggiosi che hanno sviluppato piccole attività nell’agricoltura, nell’artigianato, nell’industria. Piccoli imprenditori che hanno fatto crescere questi territori. E’ per questo che ci opponiamo a chi vuole distruggere il nostro modello plurale e policentrico che valorizza ogni singolo territorio, per affermare la logica delle economie di scala e di aree metropolitane. Dobbiamo proseguire sulla strada delle Marche plurali contro ogni tentazione di semplificazione che ricerca l’indifferenza e l’indistinzione delle grandi dimensioni».

Gian Mario Spacca con Paola Giorgi e Francesco Massi

Gian Mario Spacca con Paola Giorgi e Francesco Massi

La sua legislatura è stata segnata da un’indagine sulle spese dei gruppi che ha visto più di 60 persone nel mirino. Cosa è successo?
«Sono rispettoso del lavoro della Magistratura e mi auguro che al più presto l’inchiesta possa concludersi anche per restituire serenità al lavoro del Consiglio regionale. Oggi le regole di utilizzo delle risorse assegnate ai gruppi consiliari sono state modificate e probabilmente si è resa più chiara la normativa che lasciava aperti alcuni margini di incertezza».

L’affaire biogas: quali errori sono stati fatti? Come avete intenzione di andare avanti?
«Se errori, in questa materia, sono stati compiuti, sono quelli del Governo centrale. Per mesi la Regione Marche è stata messa alla gogna per aver varato una normativa, che è stata addirittura impugnata dal Governo, che prevedeva il limite di appena un megawatt per l’assoggettabilità a Via degli impianti e oggi lo stesso Governo ne ha varata una, il Decreto del 30 marzo scorso del Ministero dell’Ambiente, che fissa a 50/25 megawatt tale limite. Sono così emerse tutte le contraddizioni dello Stato nell’aver impugnato la legge regionale delle Marche per poi emanare una normativa nazionale di gran lunga più “permissiva” rispetto alla nostra in materia di Via per impianti a biomasse. Occorre poi ricordare che, nonostante si sia fatta tanta demagogia su questo tema, tutti gli impianti a biomasse delle Marche producono l’energia prodotta da un solo impianto della vicina Emilia Romagna».

Il Maceratese lamenta di essere stato trascurato da una Regione “anconacentrica”, in particolare nella sanità. L’ospedale provinciale perde i pezzi. Quali misure propone per risolvere la situazione?
«La Regione, in rispetto al proprio modello policentrico in cui ogni territorio è protagonista, non ha mai trascurato alcuna area delle Marche, nonostante accuse a volte campanilistiche. Ovviamente non nascondo che ogni territorio presenta specifiche criticità, ma in questa legislatura abbiamo lavorato per far crescere la sanità maceratese, soprattutto sul versante della dotazione tecnologica. Penso ad esempio alle dotazioni strumentali come la Nuova Pet all’ospedale di Macerata, di ultima generazione e in grado di ridurre i tempi di utilizzo, accrescere l’accuratezza dell’esame e soprattutto minimizzare per i pazienti le dosi di radiazioni. Si tratta di un consistente investimento sulla tecnologia di ultima generazione, reso possibile, come gli altri in corso, dalla premialità di 32 milioni di euro riconosciuta dallo Stato alle Marche in virtù della virtuosità della sanità regionale. Penso poi alla cultura, con 5,6 milioni di investimenti per il recupero del patrimonio della città di Macerata. Tra le opere recuperate grazie alle risorse regionali, Palazzo Buonaccorsi con 5,4 milioni di euro. Fondamentale si è rivelato il finanziamento regionale anche per il recupero della Chiesa di San Filippo, recentemente riaperta al pubblico: la Regione ha messo a disposizione 1,3 milioni di euro sui complessivi 1,4. Altro progetto di grande significato per la comunità maceratese, è il recupero dell’orologio della Torre civica, per il quale la Regione ha assegnato un contributo straordinario di 200mila euro. Per non parlare delle infrastrutture. Entro il 2015 è previsto il completamento delle opere della SS77 direttissima Civitanova – Foligno».

Ha posticipato la convention di Marche 2020  proprio nel giorno in cui ad Ancona c’è il premier Matteo Renzi. Quali sono le contraddizioni di cui accusa il premier?
«Siamo felici dell’arrivo del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Speriamo che oltre a portare se stesso, rechi alla nostra Regione qualche utile provvedimento. Quelle misure che fin qui non abbiamo mai visto in concreto, al di là di belle parole che sono rimaste tali. Grazie alla campagna elettorale speriamo di avere un po’ di attenzione, perché fino ad oggi siamo stati sempre ignorati. Alcuni recenti esempi: nella medesima alluvione alle Marche non è stato riconosciuto lo stato di emergenza, mentre alla vicina Emilia Romagna sì, con tanto di risorse. Un paradosso in quanto a Comuni marchigiani e romagnoli, distanti pochi metri e colpiti dalla stessa calamità, è stato riservato un diverso trattamento. Renzi, credo per ragioni geopolitiche, ha appoggiato l’acquisizione di Whirlpool e continua a definirla un’“operazione fantastica”; noi, invece, sostenevamo altre idee, privilegiando la ricerca di un player internazionale che non avesse sovrapposizione in Europa con Centri Direzionali o altre unità produttive, come ad esempio Haier o ChangHong. E comunque oggi è necessario almeno che siano rispettati gli accordi sindacali del 2013 per la salvaguardia dell’occupazione. Per il trasporto pubblico locale, le Marche sono all’ultimo posto in Italia per trasferimenti statali ricevuti: Renzi e il suo Governo sono sempre stati sordi alla nostra richiesta di creare un fondo perequativo. Della Macroregione Adriatico Ionica oggi il Pd si riempie la bocca. Peccato che il presidente del Consiglio neanche nel semestre di presidenza italiana della Ue abbia mai pronunciato pubblicamente la parola Macroregione, neanche il giorno della sua approvazione da parte del Consiglio Europeo. Renzi viene nelle Marche per sostenere un candidato del suo Pd-apparato, un candidato di Villa Fastiggi, nella convinzione che chi ha fatto una scuola di partito possa ricoprire qualsiasi carica. Vuole rottamare l’esperienza e le sensibilità che vengono dalla società civile, per aprire la strada al comando alla burocrazia del suo partito. Dice di tenere alla nostra regione, mentre il suo partito vuole dividere in due le Marche, facendone un satellite di altri territori come l’Emilia-Romagna. Tutti sanno che dal 2 giugno si aprirà il dibattuto sulla riduzione del numero delle Regioni e il suo partito, il Pd, ha proposto di smembrare le Marche. Noi ci opporremo in tutti i modi. Infine: perché il presidente del Consiglio fa il moralista ed occupa tutti gli spazi mediatici facendo campagna elettorale con risorse pubbliche e mezzi di Stato, entrando a gamba tesa anche sui candidati suoi avversari? Vedremo se Matteo Renzi verrà nelle Marche come segretario di un partito. Se così non fosse gli chiederemo di spiegare alla nostra comunità quali siano le regole di ‘par condicio’ che vigono per fare campagna elettorale in giro per l’Italia».

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