di Laura Boccanera
E’ stato per anni “l’uomo di Erminio Marinelli”, ne curò la campagna elettorale per le regionali, fu tra i fondatori in città di Forza Italia e oggi si propone come l’anti Brini. Massimo Giulietti si presenta in vista delle regionali con la lista Marche 2020. 52 anni, responsabile dell’ufficio sport del Comune, è alla sua prima esperienza diretta in prima persona con la politica. Dietro le quinte invece c’era sempre il suo nome: curò la prima campagna elettorale di Stefano Clementoni, nel 1994 con una Forza Italia neonata, poi seguì Erminio Marinelli, dapprima per le comunali e poi nel 2010 per le regionali, sostenendolo contro quell’avversario di nome Gian Mario Spacca che oggi invece è il suo candidato presidente. “Gli ho detto che per lui è un tornare a casa, Spacca nasce democristiano” commenta Giulietti. A sostenerlo diversi ex amministratori, tra loro Ferdinando Nicoletti, ex assessore all’ambiente della giunta Mobili, Sergio Marzetti e Claudio Morresi, oltre ad Andrea Doria e numerosi altri. Marinelli non c’è e ufficialmente sostiene il forzista Ottavio Brini, veterano del consiglio regionale.
Ma per Giulietti non rappresenta un limite: “E’ come mettersi in proprio – scherza – non sono mai stato un frontman, ho sempre organizzato per gli altri, ma da tempo notavo un vuoto politico, qui sta partendo un nuovo progetto e ho deciso di metterci la faccia. Questa mia candidatura che nasce dal basso è uno stop alla nostalgia del passato, il berlusconismo è morto. Un pullman è in partenza, ma non ci saranno fermate per chi vorrà entrare in corsa una volta confermata la bontà. Lasciamo aperti degli spiragli, potremo fare delle tappe, per rimanere nella metafora, ma chi ora ha deciso di metterci la faccia e impegnarsi verrà comunque prima”. Una sorta di manifesto programmatico, anche in vista non solo delle regionali, ma che sembra guardare già ad un altro traguardo, da qui a due anni, verso Palazzo Sforza. Ma Giulietti non si sente un uomo contro: “la mia non è una candidatura contro qualcuno – prosegue – ma è una candidatura per fare qualcosa d’altro rispetto a quanto si vede nel panorama moderato. Civitanova può avere un’alternativa valida solo con dei progetti e non avere una rappresentanza in Regione per una città che è capofila per le Marche sarebbe un limite. Non è quindi una candidatura fine a se stessa, ma di ampio respiro”.
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Uno ” Sbrinatore ” di tale forza, non credo esista.