Giorgi: “Due anni con 11 deleghe pesanti,
ora la ripresa con Marche 2020″

ELEZIONI - L'assessore uscente presenta il suo rendiconto e si candida nel collegio di Macerata a sostegno di Spacca: "Stiamo crescendo. Per il dopo voto non chiudiamo la porta a nessuno"

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Paola Giorgi

di Gabriele Censi

Paola Giorgi, assessore uscente della giunta Spacca dal 2013 (diritti e pari opportunità, caccia e pesca sportiva, difesa del suolo e della costa, politiche giovanili, polizia locale e politiche integrate per la sicurezza,  porti ed aeroporti, protezione civile, viabilità,  reti Ict e progetto cloud,  politiche comunitarie,  infrastrutture) dopo aver ricoperto il ruolo di vice presidente dell’assemblea dal 2010. E’ residente a Matelica, sposata e mamma di Agnese, nel suo curriculum si legge che è diplomata perito cartario con il massimo dei voti, per tradizione familiare (i Giorgi sono tutti cartai), successivamente ha seguito la sua grande passione: il teatro.

Lei si candida con Marche 2020 – Area Popolare nel collegio di Macerata. Perchè questa scelta?

C’è un progetto che mi piace molto, nato come associazione e poi diventato movimento politico. Marche 2020 è partita dall’ascolto della comunità regionale e vi ho aderito coerentemente con i miei trascorsi Idv e Centro Democratico. Continuo a avere come riferimento l’area liberale e democratica europea  (Alde).

Un amministratore che chiede il voto deve fare un rendiconto delle attività svolte per essere giudicato.

Dal giugno 2013 ho ricoperto un ruolo assessorile pesante con 11 deleghe. Per le politiche comunitarie siamo una delle prime regioni ad aver approvato il Por-Fesr,  che mette in campo fondi per lo sviluppo con particolare attenzione alle aree montane. Queste possono diventare un punto di forza grazie al progetto pilota che coinvolge 19 comuni nella provincia e ha il supporto dell’università di Camerino. Parlando di aree interne tocchiamo anche la sanità perchè abbiamo  fatto un’ottima riforma che va però ricalibrata, in particolare servono aggiustamenti per la montagna.

Scogliere a Porto Potenza

Scogliere a Porto Potenza

Altro tema di sua competenza la difesa del suolo e della costa. Si potrà risolvere finalmente il problema a Porto Recanati e Porto Potenza?

Su questo sono stati molti gli interventi normativi e gli accordi che hanno portato anche finanziamenti. Abbiamo fatto in 10 mesi la variante al Piano che prevede 7 interventi  e tre sono in provincia di Macerata. Oggi si possono fare le scogliere. La rete ferroviaria viaggia lungo la costa, con Rfi abbiamo potuto fare un accordo per il cofinanziamento di lavori per 4 milioni di euro e il ministero delle infrastrutture ne mette altri 4. Abbiamo gettato le basi per mettere un punto definitivo sulla questione. Ma se parliamo di costa parliamo di turismo e balneari, e qui serve che finalmente il governo intervenga in sede europea per togliere il cappio della Bolkestein. Poi c’è la legge sui fiumi, manutenzione più facile con la valorizzazione dei materiali legnosi raccolti. Servono progetti e anche qui è stato fondamentale l’apporto di Unicam che ha fornito gratuitamente ai comuni lo studio per interventi modulabili.

Lei ha una formazione in altro ambito, provenendo dal teatro,  sulla cultura quali sono i programmi?

Anche qui posso fare un rendiconto perchè con la delega alla politiche giovanili ho messo strumenti  finanziari direttamente in mano ai ragazzi ampliando la platea dei partecipanti ai bandi che avevano l’obbligo di creare lavoro. Con “Nuovo Coordina_menti abbiamo lavorato anche sul teatro creando nuove figure professionali  che hanno avuto una borsa di studio. Poi ricordo l’impegno sulla lotta alla violenza di genere con l’ampliamento delle case di accoglienza, ce ne sarà una anche nell’alto maceratese.

Paola-Giorgi-e1427198315193-450x355Ora quali sono le priorità?

Accelerare la ripresa e investire sulla produttività. La sfida importante è ancora sulle zone montane perchè le risorse concrete dall’Europa ci sono. Qui l’agricoltura è fondamentale. Bisogna snellire i bandi, ascoltare chi è del mestiere. Faremo un focus con gli agricoltori per rendere più agevole l’accesso ai finanziamenti. Poi parliamo di efficientamento energetico partendo dagli edifici pubblici e dalle scuole da mettere in sicurezza. La formazione è fondamentale  ma non si può fare in luoghi brutti e insicuri. Ma la sicurezza è anche quella dei cittadini che, se è vero che non possono più lasciare le chiavi sulla porta, debbono però contare su controlli e interventi tempestivi. Poi andiamo avanti con l’agenda digitale, dopo avere collegato a 20 mega oltre il 95 % del territorio con fibra e wireless ora passiamo alla banda ultraveloce per le aziende.

Parliamo dei costi della politica.

Intanto nel prossimo consiglio ci saranno 30 consiglieri anzichè 42 e 6 assessori, non c’è più il vitalizio ma una pensione normale. Il consigliere percepisce circa 6 mila euro più le indennità di funzione. Si può fare di più ma non solo sulle cariche apicali. Ci sono molti enti e cda che possono essere sfoltiti. Noi siamo per l’Ersu unico e, dopo opposizione del Pd, alla fine ci arriveremo anche se non per scelta ma per asfissia. Sbagliato è mantenere doppi compensi con la propria attività, perchè fare l’amministratore regionale è un impegno da svolgere a tempo pieno.

La legge elettorale è cambiata e può non assicurare la maggioranza al presidente.

E’ una legge giusta che lascia ai cittadini la scelta e se non saranno superate le soglie per il premio di maggioranza si faranno delle alleanze. Noi non chiudiamo la porta in faccia a nessuno, il consenso sta crescendo e avremo un ruolo importante nel futuro delle Marche.

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