In una giornata politica monopolizzata dalla visita di Matteo Salvini nelle Marche (leggi l’articolo) ieri sono state formalizzate le dimissioni dei 5 assessori del Pd della Regione Marche: «Vigileremo – hanno detto Marcolini, Giannini, Canzian, Luchetti e Mezzolani – assieme al Consiglio regionale perché la vicenda politica e personale del presidente Spacca, che si è alleato con Fi per le regionali, non possa più condizionare l’istituzione che sta andando al rinnovo e che ha bisogno di serenità e credibilità dopo le ultime indecenti manovre».
«Le dimissioni degli assessori Pd – ha commentato il segretario del Pd Marche Francesco Comi – sono un atto di coerenza politica, di trasparenza e di rispetto verso gli elettori. La giunta sino all’ultimo minuto è rimasta al suo posto per affrontare i problemi dei marchigiani, rendendosi disponibile a qualunque emergenza. Il presidente piuttosto che dimettersi e raccogliere l’invito degli assessori ad una giunta straordinaria ha preferito continuare a giocare e a muoversi con la solita ambiguità. Spacca, Giorgi e Malaspina giustificano il loro attaccamento alla poltrona e la loro intenzione di strumentalizzare il lavoro di tutti solo per scopi elettorali».
«I comportamenti marcano le differenze – ha replicato l’assessore Paola Giorgi – e svelano le priorità: le dimissioni degli assessori del Pd confermano che, per loro, gli interessi del partito vengono prima di quelli della comunità marchigiana. Si è concluso l’imbarazzante balletto, il sipario è chiuso e solo una bordata di fischi può essere a loro indirizzata. Un ruolo come quello di assessore non è una targhetta che si appunta al risvolto della giacca da togliere secondo la convenienza, ma un impegno assunto con la comunità che va rispettato fino in fondo. I bisogni dei cittadini non sono regolati dai calendari elettorali e ancora ci sono atti da assumere e risposte da dare, nel rispetto delle norme. E come ho risposto ai cittadini che in questi giorni hanno chiesto garanzie sulla presenza del Governo regionale, con il presidente Spacca, confermo che noi ci siamo, con lo stesso impegno che ha sempre caratterizzato la nostra azione».
Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca ha preso atto stamani, in apertura della riunione di giunta, delle dimissioni degli assessori del Pd Antonio Canzian, Sara Giannini, Marco Luchetti, Pietro Marcolini e Almerino Mezzolani. La Giunta ha approvato il Patto di stabilità verticale. «Abbiamo mantenuto l’impegno – ha detto il presidente Gian Mario Spacca – di approvare il Patto anche per quest’anno, nonostante le gravi difficoltà di bilancio dovute ai drammatici tagli da parte del Governo nazionale contro le Regioni. Trenta milioni vanno alle Province e ai Comuni in possesso dei requisiti ‘obbligati’ dalla normativa nazionale (rispettivamente 7,5 e 22,5 milioni di euro). Si tratta di un ulteriore, eccezionale sforzo di solidarietà verso gli enti locali, che testimonia come sino all’ultimo giorno di questa legislatura il Governo regionale sia vicino ai cittadini delle Marche, con responsabilità e serietà. Grazie alla concessione della capacità di spesa della Regione agli enti locali, questi ultimi riusciranno a venire incontro alle esigenze del territorio, soprattutto potendo procedere con i pagamenti alle imprese. I 30 milioni approvati oggi si sommano agli oltre 300 complessivamente garantiti dalla Regione a Comuni e Province con il Patto di stabilità verticale nel corso della legislatura: un impegno enorme a favore della comunità marchigiana».
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Erano diversi mesi, forse quasi un anno, che si sapeva che Spacca avrebbe corso per la terza volta…
E solo adesso si dimettono??
Io penso che se dal palazzo regionale venissero cacciati tutti fuori, chiudendo bene le porte per impedire che qualcuno degli attuali occupanti potesse rientrare, il popolo Marchigiano avrebbe molto, ma molto da guadagnare. Meno tasse, uguale più possibilità di lavoro per tutti.
Si è dimesso anche l’assessore esterno, nominato e mai eletto. Gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini delle Marche che in questi cinque anni hanno dovuto sostenere una notevole spesa aggiuntiva.