Debora Serracchiani
porta il placet di Renzi
a Romano Carancini

MACERATA VERSO IL VOTO - La vicesegretaria nazionale del Pd richiama i suoi all'unità e ricorda di essere una portafortuna. Sponsorizzata anche la candidatura di Angelo Sciapichetti in Regione con attacco a Spacca: " O è schizofrenico o mostra grande amore per le poltrone"

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Debora Serracchiani con i candidati del Pd

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Il sindaco Romano Carancini con la vice segretaria del Pd, Debora Serracchiani

di Maurizio Verdenelli

(foto di Andrea Petinari)

«Votate Romano Carancini come se votaste me». Debora Serracchiani, europarlamentare, numero 2 del Pd, presidente della regione Friuli, lo ha segnalato ai “ragazzi del partito” (con qualcuno fuori quota come Renato Pasqualetti) che questa mattina gioiosamente l’hanno accolta nella sede elettorale del sindaco Romano Carancini in via Gramsci. A tamponare, probabilmente, qualche temuta possibile defezione che il ‘fiero’ ballottaggio delle primarie potrebbe portare nel corpo vivo del ‘suo’ elettorato la Serracchiani ha invitato tutti all’unità: «Ragazzi, vi devo avvertire: ho una media molto alta. Porto fortuna. Se non volete votare lui, votate me. Ed allora un enorme “in bocca in lupo” a Romano. Ed adesso subito fuori di qui, a lavorare per la campagna elettorale».

Poco prima, dopo aver ringraziato ‘di cuore’ la città per l’accoglienza, aveva detto significativamente: «Con Romano ho un rapporto ottimo, nato subito dopo la mia elezione nell’Europarlamento». A rendere robusto questo legame poi ci aveva pensato padre Matteo Ricci: «La bella mostra allestita con la collaborazione di Romano, dedicata all’anniversario del grande gesuita, a Bruxelles è considerato ancora il migliore evento mai organizzato da un eurodeputato – ha aggiunto Serracchiani,  il look consueto (t­shirt bianca, sopra il completo marrone) di bravissima ragazza ‘prima della classe’ che il gran pubblico televisivo ha imparato a conoscere.

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Apasseggio per le vie di Macerata Romano Carancini, Debora Serracchiani e il segretario regionale del Pd, Francesco Comi

Un appuntamento di sicuro glamour ed effetto per il sindaco uscente per il quale la presenza di Debora ha avuto il valore del riconoscimento con ‘sigillo renziano’. Un ufficiale placet che la Macerata di un certo Pd mormorante dovrà in ogni caso tener conto. Non a caso l’avvocato Carancini la chiama ‘scricciolo dolce’, la stessa che l’aveva illuminato intervenendo il 23 marzo del 2009 nella sede centrale del Pd dando così inizio ‘alla trasformazione del partito’ ­”sia chiaro, ancorato nei valori fondamentali” è la doverosa, successiva puntualizzazione. Parafrasando Carlo Verdone, Romano si è poi dichiarato ‘un sacco contento’, così tanto che non lo sarebbe stato, per assurdo, neppure per la visita del leader Renzi, ha fatto capire chiaramente. Invitato prontamente, però, alla giusta ‘moderazione’ da Angelo Sciapichetti. All’entusiasmo c’è un limite, politico, com’è noto anche se la gioiosa macchina ‘da guerra’ è sembrata questa mattina nel sole dopo la tempesta di ieri, contagiare un pò tutti non solo i bambini dei candidati consiglieri presenti in buon numero. Tra questi il figlioletto di Nicola Perfetti, che il padre tiene allegramente sulle spalle: “Per l’emozione non ha dormito”. In mano un coccodrillo di gomma, un dono che avrebbe forse voluto dare a Debora ma poi dopo averlo sbattuto sul tavolo, nell’attesa di lei mentre Carancini preparava la ‘scaletta’ dell’intervento (alla fine dovrà ammettere “sono andato un pò lungo”) non ha osato.

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Il candidato alle regionali Angelo Sciapichetti e la deputata Irene Manzi

All’appuntamento l’ospite tanto attesa è arrivata con 25 minuti di ritardo. Da Udine sempre insieme con il marito nelle Marche con tappa per la notte a Fano. Il tempo appena per incontrarsi con i carissimi parenti maceratesi, con i quali la frequentazione è regolare ed un salto al solito bar Mercurio, in galleria del Commercio. Tanto da essere riconosciuta al di là del bancone: «Onorevole, bentornata a Macerata. E’ venuta a sostenere anche questa volta Carancini?». Già, perchè Debora, anche cinque anni fa aveva portato fortuna al candidato del Pd che poi l’aveva spuntata sul filo di lana sul competitor Pistarelli.

Debora Serracchiani conferenza 3In sede, dove l’attende fremente come uno sposo sull’altare lo stesso Carancini, l’accompagnano il marito e Sergio Polenta, lo zio. «Sono il marito della sorella della madre: insomma Debora è una carissima nipote. Che andiamo a trovare regolarmente nella sua casa di Udine. L’ultima volta, due mesi fa. Tuttavia ci sente di frequente al telefono» dice Polenta, per tanti anni concessionario della Volkswagen a Macerata. «Qui a Macerata mi sento un pò come a casa mia» ha detto la vice di Matteo Renzi, e il sindaco ne approfitta per fare una foto di gruppo sotto la torre dei tempi anche se lei non ha tempo per aspettare mezzogiorno e il carosello dei magi (l’aspettano a Monte San Giusto, alla ‘Fabbrica delle idee’) ma soltanto quello per visitare rapidamente i musei di palazzo Buonaccorsi. Intorno alla presidente della regione Friuli, «La filiera istituzionale targata Pd», dice Angelo Sciapichetti seduto al suo fianco con Irene Manzi, e il “segretario comunale ad interim” Romeo Renis e regionale Francesco Comi al cui fianco prende posto il candidato consigliere Francesco Ciccarelli.

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Angelo Sciapichetti con Debora Serracchiani

Prima del ‘rompete le righe’ nella sede-ex atelier, tutta a vetri, c’è però un ‘invettiva piuttosto dura nei confronti di Gian Mario Spacca su assist del candidato regionale Sciapichetti in riferimento al ‘ciclone Spacca’, l’anti temutissimo Cerescioli. «Dopo essere stato forse per troppi anni alla guida della Regione, per cinque anni anni vice, poi altri dieci governatore per il centro sinistra, ora Spacca si è tolto la casacca e ha indossato quella di colore opposto. O è schizofrenico o mostra grande amore per le poltrone. Tutto ciò lo ritengo comunque inaccettabile» è il passo di maggiore enfasi di un intervento ritmato sui toni medi dove c’è posto anche per «Il coraggio mostrato da Carancini disponibile, come sindaco uscente, a primarie interne ‘mai così partecipate, un record a Macerata. I tempi nuovi dovranno vedere sindaci sempre più impegnati nel prendersi carico diretto di responsabilità attraverso decisioni importanti e riformatrici. Tagliando tempi, perché il Paese non può più aspettare.

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Romeo Renis e Francesco Comi

Da Macerata la vice Renzi dà pure una specie di via libera in direzione Salerno, per il  popolarissimo Vincenzo De Luca, indicato con nome e cognome. «Quando divenni a sorpresa presidente del Friuli, persone eppure autorevoli mi consigliarono di non fare niente, tanto c’è da rimetterci sempre al governo della cosa pubblica anche perché i tempi non appaiono mai quelli giusti. Mi sono ribellata a questo modo di pensare ad un Paese dove pare non sia  mai il momento. E’ il momento, suggeritore il solito Sciapichetti, di spendere due parole sulla folla dei candidati sindaci maceratesi. “Competitor che lasciano perplessi” dice la Presidente del Friuli. “Poi c’ una lista firmata CasaPound” ha affondato ancora Angelo. “In Friuli quando il centro destra è salito al potere ha cancellato provvidenze che sembravano tutte destinate agli extracomunitari, invece l’84% era per la povera gente” ha sottolineato Debora. Ed è stata l’ultima stoccata. Perchè a chiamarla, sul cellulare (pur silenzioso) sono davvero in tanti. E lei, il n.2 di Renzi, non può ignorare tutti quei nomi e messaggi che emergono continuamente dal display che ‘interroga’ appena i riflettori dell’attenzione si spostano da lei, anche se solo per un attimo o due perchè poi tutti tornano a rivolgersu a lei che peraltro non perde una battuta. Poi via di corsa, non c’è tempo per l’orologio meccanico, ultima meraviglia di Macerata.

 



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