di Claudio Ricci
«Credo che l’ambientalismo debba confrontarsi con tutte le forze politiche senza guardare alle ideologie». Gianfranco Borgani candidato alle regionali con Altre Marche Sinistra Unita butta le basi della crociata ecologica da portare in regione. Un impegno che prende le mosse dalle battaglie condotte da Borgani a partire dalla fondazione di Legambiente Marche che l’avvocato maceratese fondò insieme ad altri 30 anni fa. « Un esperienza lunga e intensa – dice Borgani – La gestione pubblica dello smaltimento dei rifiuti e l’attivazione del porta a porta, la chiusura e la bonifica della discarica di Collevario, la chiusura dell’inceneritore di Sforzacosta, la battaglia contro la centrale Turbogas di Tolentino e l’impedimento del megaimpianto fotovoltaico al boschetto Ricci». Un curriculum che oggi presenta all’elettorato in nome di ulteriori emergenze ambientali a cui porre rimedio dagli scranni dell’assemblea legislativa regionale. «In regione non è necessario un assessorato all’Ambiente – spiega- ma avere un agenda verde che pervada tutti gli ambiti di competenza. Nel manifatturiero occorre incentivare la qualità della produzione, bloccando la costruzione di nuovi insediamenti. Occorre ripensare la gestione dei parchi e delle aree protette. Altra priorità è quella del riequilibrio territoriale, con manovre che incentivino la residenzialità nei borghi dell’entroterra e pedemontani per contrastare la spropositata conurbazione dei centri della costa. In questo senso va incoraggiato il turismo. Le strutture ricettive come gli agriturismi vanno dotati di mezzi, il personale e gli operatori vanno formati per accogliere i visitatori stranieri con, ad esempio una conoscenza della lingua adeguata». Riforme anche nei modelli di gestione delle risorse ambientali.
«E’ necessario superare la frammentazione del sistema integrato di gestione dell’acqua – dice Borgani – Altra priorità è la realizzazione di un impianto di compostaggio di qualità per un fertilizzante che sia certificato e possa essere una risorsa pubblica». Attenzione particolare alla mobilità sostenibile e al contenimento dell’inquinamento elettromagnetico: «Invece di puntare solo alla realizzazione della bretella di collegamento con la superstrada, si potrebbe pensare ad una via percorribile a piedi o in bici che da Macerata arrivi fino all’abbazia di Fiastra. La vecchia statale 77 può essere rivalutata come via di collegamento tra i centri dell’entroterra esclusi dalla grande circolazione della superstrada. Potendo legiferare in materia di emissioni elettromagnetiche potremmo poi ripercorrere il modello già intrapreso qualche anno fa con Valerio Calzolaio per smantellare le antenne per telefonia in zone come il colle del Redentore o a Colbuccaro di Corridonia». Infine lo slogan: «Non facciamoci asfaltare. Nè per gli argomenti da sviluppare, nè per la qualità della vita a cui possiamo aspirare».
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quando ci sono le elezioni tutti hanno a cuore tutto ……prima e dopo non si trova uno che gliene frega della citta e abitanti connessi..
perchè non si è svegliato prima di farci sommergere da centri commerciali e coop?
Come si fa a non essere totalmente d’accordo con i commenti di Accorresi e Pieroni.
Acciaresi ( scusi )
Acciaresi ( scusi )
Acciaresi ( scusi )
Caro Gianfranco,
i tuoi obiettivi sono di certo condivisibili, così come sono innegabili il tuo lungo impegno ambientalista ed i risultati conseguiti in questo percorso.
Però mi sarebbe piaciuto leggere almeno qualche parola di autocritica sul ruolo complice e subalterno di Legambiente Marche su tutta la squallida vicenda del biogas speculativo marchigiano e degli impianti fotovoltaici a terra che hanno deturpato le nostre campagne, vicenda simbolo della commistione tra politica e affari portata avanti in questi ultimi anni da Spacca & Company, con la sudditanza del PD marchigiano.
Ancora i post-ex-new-old comunisti, ora vestiti in salza tartara ed ambientalista….
Come era tutto più semplice, prima della globalizzazione: i comunisti mangiavano i bambini e dio ti vedeva ma Stalin no nella cabina elettorale… 🙂