di Marco Cencioni
Ambra Ruggeri è uno dei sei candidati al consiglio regionale della circoscrizione elettorale di Macerata per la lista Altre Marche – Sinistra Unita. Ha 31 anni, vive a Tolentino, è laureata in relazioni internazionali ed esperta in comunicazione politica. Blogger, scrive di politica e società. E’ la più giovane della formazione maceratese che propone Edoardo Mentrasti come candidato governatore della regione Marche.
Perché ha scelto di candidarsi?
«Sono sempre stata un’attivista ma non mi sono mai esposta in prima linea. Ho sentito che arrivato il momento di mettere la faccia su un progetto ben preciso perché la politica ha perso la sua vera identità. Ho visto i politici in azione dentro e fuori dalle aule della regione e non hanno il minimo rispetto per il cittadino, ci vuole un po’ di coraggio per portare un vero cambiamento».
Cosa intende per “ho visto i politici in azione”?
«Nel 2012 ho avuto un incarico dalla segreteria della Federazione della sinistra, di cui poi sono diventata responsabile. Mi sono occupata di comunicazione politica ai gruppi consiliari regionali e cioè ho prodotto dichiarazioni, note e comunicati, supportando quindi l’attività legislativa. Ho seguito tutti i lavori del consiglio e delle commissioni. Quando sono arrivata ho pensato anche io che non ci fosse via d’uscita al compromesso, ma non è cosi. Nei vari passaggi delle leggi in commissione e all’interno del consiglio regionale c’è la possibilità di scegliere, di valutare la leggi. Voglio, e vogliamo, colmare il vuoto di etica e di onestà provocato da gente indegna di sedere in consiglio regionale».
Si spieghi meglio. A chi si riferisce?
«A tutte quelle liste che non sono state ripulite, che sono piene di indagati, gente che con i suoi comportamenti ha portato i cittadini ad allontanarsi dalla politica ed intimorito i giovani, i quali non si candidano per paura di essere giudicati “come tutti gli altri”. Certo, essere indagati non corrisponde ad essere colpevoli, la procura di Ancona valuterà se andare a processo, ma resta il fatto che ci sono delle spese assurde, molte delle quali totalmente ingiustificate: ci sono cifre che non rientrano nell’attività legislativa di un consigliere regionale».
Qual è la parola chiave che l’ha spinta a scendere in campo?
«Ho 31 anni, voto da quando ne ho 18: le persone sono le stesse, è giunta l’ora di cambiare. Cambiare. La mia generazione, quella che ha studiato, fatto sacrifici e guadagnato meno di mille euro al mese non si deve spaventare. Deve entrare in politica. Se hai la schiena dritta, sei competente, leggi le carte e ti informi, hai sani valori, giusti principi e non ti adegui all’andazzo generale, alla mancanza di etica e moralità, allora puoi riportare la politica sui binari che gli competono, sui binari del cittadino».
Quali sono le priorità che porterà avanti se sarà eletta?
«Due in particolare. La prima è restituire la fiducia nella politica ai cittadini, la seconda è ricostruire il tessuto sociale e lo si può fare solo coinvolgendo le parti attive della società, l’associazionismo per primo. Se sarò eletta buona parte del compenso da consigliere sarà messa in un fondo destinato alle associazioni del territorio di Macerata. Andrà a favore di quelle veramente attive, indipendenti e autonome che, messe in rete in un vero e proprio network, potranno fare in modo di creare progetti per far lavorare i giovani e anche gli over 35».
Fa parte della lista Altre Marche – Sinistra Unita. Ci parli del suo gruppo.
«Edoardo Mentrasti è il candidato governatore, è una figura di Sel. Sono contenta che ci siano anche partiti all’interno della lista ma la novità è che non sono in primo piano. Ricostruire il tessuto sociale maltrattato è uno dei nostri punti fondamentali ma dentro c’è tutto un progetto più ampio: sicuramente abbiamo un futuro oltre alle elezioni, abbiamo tanta voglia di costruire qualcosa. Insieme possiamo è il nostro motto, basta con la figura del politico servito e riverito, la nostra è una generazione che deve entrare nelle istituzioni al servizio della gente comune. Ho assistito a cinque anni in cui la politica regionale è diventata una fiction basata su intrighi e tradimenti. Negli ultimi mesi c’è stato un uso strumentale delle istituzioni all’interno di uno scontro pre-elettorale che ha tenuto in ostaggio l’intero consiglio regionale. Non interessava a nessuno il bene del cittadino e la prova è il bilancio. Una regione allo sbando, al collasso per mancanza di strategia politica: possiamo impedire a questa gente di governare e lo possiamo fare adesso».
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