di Alessandra Pierini
Luca Ceriscioli, candidato presidente del centro sinistra alle elezioni regionali (appoggiato da Pd, Uniti per le Marche e Udc), ha 49 anni, è professore di matematica, sposato con con due figli di 19 e 16 anni. Arriva nella redazione di Cronache Maceratesi con il maceratese Pietro Marcolini, uno dei suoi sfidanti alle primarie. Parlano fitto tra di loro, è difficile interromperli tanto sono concentrati nel loro scambio.
Sta portando avanti una campagna elettorale a ritmi serrati ma a quanto pare ha al suo fianco Pietro Marcolini e la sua esperienza amministrativa. Da nemici ad amici?
«Abbiamo fatto le migliori primarie d’Italia su due proposte differenti, una basata sul cambiamento, l’altra sulla continuità e l’esperienza. Dal giorno dopo le elezioni il Pd si è presentato unito, nessun ricorso, nessuna dichiarazione fuori posto, così fino ad oggi.
Da sindaco a candidato governatore, come vive questa esperienza?
«Per la prima volta, se sarò eletto, avremo un presidente di Regione che arriva dall’esperienza di primo cittadino. E’ un punto di vista interessante, sono abituato a stare in prima linea quindi grande disponibilità a essere presente e confrontarmi direttamente con la realtà. Affronteremo un momento di cambiamento con minori risorse».
Come lo farete?
«Con pochi ma fondamentali interventi. nella sanità concentreremo gli acuti e difenderemo i presidi sul territorio. Nell’economia sfrutteremo 1.200 milioni di fondi europei per l’internazionalizzazione e il credito. Punteremo sul mondo dei saperi e sul rapporto tra università e imprese. Altri settori fondamentali saranno il turismo, la green economy e l’economia digitale e l’agricoltura, molto dinamica e bisognosa di interventi».
La preoccupazione espressa da molti maceratesi è che un presidente pesarese possa far convergere risorse nel nord della regione, trascurando il Maceratese. Sarà così?
«Rispondo con due parole chiave, trasparenza e storia. Credo molto nella trasparenza che consentirà di vedere come vengono collocate le risorse e si garantisce la distribuzione su tutto il territorio. Per quanto riguarda la mia storia, come sindaco di Pesaro avrei potuto pretendere di avere la sede dell’Area vasta nel mio comune anzichè a Fano ma non l’ho fatto perchè non sono accentratore. Le Marche devono essere unite, abbiamo già poco potere contrattuale, basti vedere nel Trasporto pubblico locale, non possiamo smembrarci».
Ha parlato di green economy, ma con il biogas che le lasceranno in eredità anche diversi esponenti del suo partito come la mettiamo?
«Ormai il danno è stato fatto, in altri paesi le biomasse vengono considerate fondamentali ma ci deve essere alla base un’attività che produce scarti. Senza un correlato si chiama speculazione. Ci accolleremo questa eredità ma crediamo che in questo caso sia fondamentale la partecipazione dei cittadini attraverso il loro coinvolgimento».
La mancanza di lavoro è una delle principali preoccupazioni dei marchigiani. Cosa propone?
«Serviranno il rilancio del credito e finanziamenti per riqualificare, internazionalizzare e per una formazione finalizzata ai risultati, tutto questo per il rilancio del manifatturiero. Punteremo molto sul turismo, le Marche devono diventare un brand, non è possibile che ognuno promuova il suo pezzettino».
Il suo cavallo di battaglia?
«Propongo di eliminare la burocrazia e alleggerire la macchina amministrativa. Servono leggi più snelle e rapide perchè non c’è un settore che non lo chieda».
Passiamo a Macerata capoluogo, dove si voterà per le comunali. Cosa prevede e cosa propone per la città?
«Naturalmente vincerà Romano Carancini. Con lui ho rapporti strettissimi per la partecipazione all’Anci. Credo che per il capoluogo siano fondamentali la valorizzazione dello Sferisterio, della cultura e dell’università. Altro nodo sono le infrastrutture. La Quadrilatero è importante ma bisogna arrivarci bene. Infine il sociale nel quale bisogna continuare a investire».
Per finire, nei giorni scorsi la caduta a Porto Recanati della giunta di Sabrina Montali la quale, in rotta col Pd, le aveva chiesto di intervenire. Cosa è successo?
«Sono dinamiche locali che esulano da caratteri e indicazioni generali. Non possiamo che rispettare le scelte sul territorio che vengono da una lunga meditazione».
(Foto di Lucrezia Benfatto)
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Nessuna penaizzazione per il maceratese…
Se fosse uno scherzo mi verrebbe in mente la canzone Piru Pirulì (https://www.youtube.com/watch?v=U6GR6SW-1G8): Beati chi ci crede, noi non ci crediamo…
Siccome non è uno scherzo non mi meraviglio: è impossibile pensalizzare ancora il territorio maceratese, avendoci già cacciato il sangue, cosa altro cavolo voglioni penalizzare??
LE REGIONI TUTTE, DA 45 ANNI A QUESTA PARTE sono state il cancro del paese in ogni cosa utile al cittadino. Il loro costo è stata una salatissima cambiale che siamo stati costretti a pagare tutti i giorni. Sarebbe ora di dire basta, Vadano a lavorare dove la loro presenza è ricercata e lasciassero in pace i cittadini, per lo meno chi non gradisce la loro presenza.
Caspita, che programma interessante. Geniale, innovativo e sopratutto coraggioso. Addirittura vuole valorizzare lo Sferisterio, la cultura e l’Università. Parole simili non si erano mai sentite a Macerata. Ma mi faccia il piacere Ceriscioli, lei una cosa l’ha già vinta, il primo premio alla Fiera delle Banalità.
renziano di m.
Se non sbaglio da Sindaco non ha fatto nulla per impedire che la Val Marecchia si staccasse dalle Marche per annettersi all’Emilia Romagna. Ora, forse, favorirà il trasferimento dell’intero Pesarese all’Emilia e l’aggregazione della restante parte delle Marche con l’Abruzzo. Qualcuno dice anche che addirittura favorì quel demenziale referendum.