«Stanziati 30mila euro
per le spese di chi non ha i requisiti
ed è rimasto nell’area container»

TOLENTINO - L'assessore Flavia Giombetti: «E’ una copertura temporanea per pagare le bollette, la vigilanza e la pulizia nel frattempo che gli occupanti dei moduli abitativi che non sono terremotati inizino a versare la quota di affitto di 540 euro al mese retroattiva dal primo gennaio»

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L’area container

di Francesca Marsili

Destinato un apposito capitolo di spesa del valore di 30mila euro per sostenere i costi relativi alla chiusura dell’area container e rispondere alla necessità di trovare un’adeguata copertura finanziaria: è quanto deliberato dalla Giunta Sclavi che ha deciso di approvare il prelievo al fondo di riserva per la competenza e la cassa e la variazione al Piano esecutivo di gestione.

La necessità nasce dal fatto che dei circa 50 occupanti dei moduli abitativi ad oggi ancora presenti nell’area, solo una quindicina ha perso temporaneamente l’uso della propria abitazione a causa del sisma; i restanti, la maggior parte, non ha i requisiti per usufruire della struttura emergenziale i cui costi non sono riconosciuti dalla Protezione civile e quindi a carico del Comune.

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Flavia Giombetti

«Iniziamo a fare capire quanto questa soluzione dei container sia onerosa per la collettività tolentinate – spiega l’assessore alla Ricostruzione Flavia Giombetti – . E’ una copertura temporanea per pagare le bollette, le spese di vigilanza e di pulizia nel frattempo che gli occupanti dei moduli abitativi che non sono terremotati inizino a pagare la quota di affitto di 540 euro al mese retroattiva dal primo gennaio, ovvero dal giorno successivo alla data di chiusura dell’area: il 31 dicembre scorso – precisa -, soldi che devono rientrare nelle casse comunali».

Nelle scorse settimane infatti, la Giunta, ha definito l’importo a copertura delle spese di gestione per coloro che, non avendo i requisiti per avere un alloggio sostitutivo alle sae, intendono continuare a vivere nell’area. 540,64 euro al mese, per la precisione. «In questi giorni stiamo notificando le lettere ai circa trenta non aventi diritto con cui si comunica che devono provvedere al pagamento della quota – aggiunge – alcuni hanno protestato, ma sono costi che diversamente graverebbero sui cittadini».

container-tolentinoPer coloro che invece sono terremotati: «Continuiamo a lavorare ogni giorno affinché possano avere una soluzione alternativa», prosegue. La Giombetti non nasconde il suo rammarico per alcune situazioni venutesi a creare. «Ad alcuni terremotati – dice – abbiamo trovato delle soluzioni che non sono state accettate perché a quel punto le utenze, fino ad oggi gratuite, avrebbero dovuto pagarle». E’ questa l’accusa che principalmente l’assessore muove nei confronti di chi, nel 2017, ha scelto la soluzione dei container: «Questo genere di assistenzialismo ha portato ad uno scollamento con la realtà». Varato, nei mesi scorsi, anche un regolamento per coloro che vivono nell’area.

«In questa settimana partiranno le notifiche verso coloro che non lo hanno rispettato, ad esempio cucinando all’interno dei moduli abitativi – spiega – alla seconda lettera verranno cacciati. Da quando abbiamo messo a pagamento i buoni pasto per coloro che non sono terremotati, nella mensa i pasti si sono ridotti: oggi a pranzo c’erano tre persone, a cena saranno quindici. Va da sé che qualcuno, pur di non pagare il buono, si cucina da solo, ed è proibito. Per questo motivo sono in atto i controlli della Polizia municipale». Giombetti conclude rispedendo al mittente la accuse di non aver rispettato la data del 31 dicembre per la totale dismissione dell’area. «Noi abbiamo dimostrato che se c’è volontà di fare un’azione si fa’. Da cento occupanti siamo passati a 50 – evidenzia – non era un’operazione semplice. Ogni passo è stato valutato con la Prefettura e la Questura perché il nostro obiettivo non era buttare in mezzo alla strada le persone, ma dare a ognuno di loro la giusta sistemazione».

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