L’ingresso dell’area container
di Francesca Marsili
Tre settimane alla chiusura definitiva dell’area container di via Cristoforo Colombo, a Tolentino, ieri sera la polizia municipale ha notificato ai nuclei familiari che vi alloggiano dal 2017, terremotati e non, il documento con il quale il Comune invita a liberare i moduli abitativi entro il prossimo 31 dicembre. Un passo conseguente alla volontà della nuova giunta Sclavi che con un atto di indirizzo del 4 agosto scorso aveva fissato per la fine dell’anno la cessazione dell’utilizzo del villaggio container allestito dalla precedente amministrazione per far forte all’emergenza abitativa legata al sisma del 2016.
Nel documento firmato dal sindaco Mauro Sclavi e dall’assessore alla Ricostruzione Flavia Giombetti, notificato dalla Municipale agli ospiti dell’area, si legge: «Si invita a liberare il container assegnato asportando i propri effetti personali entro e non oltre il 31 dicembre, precisando che, in difetto, il Comune, si vedrà costretto ad adire all’autorità giudiziaria chiedendo, se necessario, di dare esecuzione coattiva all’atto di indirizzo». Scadenza improrogabile quindi. Come anticipato dall’assessore Giombetti nell’ultimo Consiglio comunale dello scorso 29 novembre quando, in risposta all’interrogazione del consigliere di minoranza di centrosinistra Massimo D’Este con la quale domandava se la data di chiusura non fosse troppo ravvicinata, la stessa ha risposto: «Resta il 31 dicembre». Non tutti d’accordo sulla scelta della chiusura, gli ospiti dell’area container.
L’avvocato Riccardo Scagnetti
Lo scorso 28 novembre infatti, tre famiglie ospiti nei container, due terremotate e una con disagio sociale, hanno fatto depositare in Comune altrettante diffide attraverso il loro avvocato Riccardo Scagnetti in cui intimavano «di provvedere entro quindici giorni alla consegna degli alloggi sostituivi alle sae e a sospendere immediatamente qualsiasi operazione e procedura volta alla chiusura e allo sgombero dell’area perché illegittima e contraria ai diritti costituzionali dei soggetti residenti».
Lo stesso legale fa sapere che «le stesse sono state ricevute e protocollate, ma nessuna risposta è pervenuta». Le motivazioni che hanno condotto la Giunta, ad agosto, a scegliere di chiudere l’area container era stata spiegata nei mesi scorsi «E’ una pesante eredità che ci portiamo dietro dalla precedente amministrazione» aveva detto Sclavi. «Una fotografia che dopo sei anni non poteva più protrarsi oltre» aveva aggiunto Giombetti.
Alla base dell’operazione c’è innanzitutto la suddivisione delle famiglie ospiti dei container: chi aveva i requisiti per ottenere un alloggio sostitutivo della sae e chi invece aveva la necessità di essere seguito dai Servizi sociali a causa di disagi economici. Nella seduta consiliare dello scorso 29 novembre, l’assessore alla Ricostruzione Giombetti aveva aggiunto: «Vogliamo ridare dignità alle persone. Io e l’assessore alle Politiche sociali Elena Lucaroni abbiamo fatto colloqui con tutti gli abitanti del villaggio per comprendere la storia di ognuno di loro tenendo conto di figli minori, situazioni disagio lavorativo e sanitario. Di contro però ci sono anche nuclei dove lavorano cinque persone su cinque, sane e robuste, e li abbiamo invitati a trovare un’altra sistemazione. Ad ogni modo tutto sarà fatto nel rispetto delle norme della Protezione civile». Il sindaco Sclavi aveva aggiunto «L’idea che è tutto gratis, per chi vuole approfittare della situazione, è finita».
Bravo Sindaco
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