Famiglia terremotata dovrà pagare
l’affitto della sae:
chiesti anche gli arretrati

USSITA - Il Comune ha deciso di applicare una norma dell’ordinanza 614 del 2019: chiesti 92 euro al mese da marzo e 2.350 euro per il periodo precedente. L'associazione "La terra trema noi no": «E' stata applicata solo qui»

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Un’area Sae a Ussita

 

di Monia Orazi

Dovrà pagare da marzo prossimo 92,49 euro per la sae di 80 metri quadri ad Ussita una famiglia di cinque persone ed inoltre dovrà versare pure in forma rateizzata al comune 2.350 euro di arretrati per l’affitto della casetta dal 16 gennaio 2021 al 28 febbraio 2023.

Il tutto per non aver presentato all’atto della dichiarazione del possesso dei requisiti per restare nella sae, l’atto di impegno a proseguire il rapporto di affitto o di comodato per l’abitazione in cui viveva prima del terremoto.  Atto che deve essere firmato sia dall’affittuario che dal proprietario e senza il quale per la norma è come se si dichiarasse di voler restare per sempre nella sae.

In questo caso, il Comune di Ussita ha fatto scattare quanto previsto dall’articolo tre comma sei dell’ordinanza 614 del 2019, il pagamento dell’affitto della sae. Nella lettera ricevuta da alcune famiglie il Comune si riferisce a quanto stabilito la Regione Marche lo scorso settembre, in cui è stato fissato il canone di locazione delle sae, che è quello degli edifici di edilizia residenziale pubblica, diminuito del 30 per cento del valore.

Al momento è Ussita il primo comune in cui viene applicato questo provvedimento. In un altro caso ad Ussita, per un’abitazione di 60 metri quadri, è stato richiesto un canone di 69,37 euro mensili e arretrati per 2.196 euro, dall’undici luglio 2020 al 28 febbraio 2023. Anche in questo caso si fa riferimento all’articolo tre comma sei dell’ordinanza 614 del 2019, per la mancanza dell’impegno firmato tra il proprietario e l’affittuario, a proseguire nel rapporto di affitto, alle stesse condizioni antecedenti al terremoto. La denuncia viene da Diego Camillozzi e Ludvina Cinti dell’associazione “La terra trema noi no”: «Al momento è solo Ussita ad applicare questa normativa, altrimenti la Regione a quanto ne sappiamo, avrebbe invitato tutti i Comuni a farlo. Stiamo approfondendo la questione dal punto di vista legale, ma nei chiarimenti all’ordinanza 614 si parla del fatto che chi è in comodato d’uso o in affitto possa percepire, pur non avendo firmato l’impegno a rientrare nella propria abitazione in cui dimorava in affitto, una quota forfettaria del cas. Si potrebbe ipotizzare una disparità di trattamento, ma stiamo valutando tutti questi aspetti con un legale. Far pagare l’affitto delle sae in un caso come questo, porta a prevedere una cifra non contrattualizzata in precedenza. Non si capisce perché l’affitto sia retroattivo e non parta dall’entrata in vigore della normativa. Diverso il caso delle sae riassegnate anche qui con la stipula di un contratto. In questo caso il contratto non c’è e quindi non non si capisce perché debbano essere richiesti gli arretrati. È assurdo chiedere soldi a gente che non sapeva di doverli pagare, oltretutto senza aver fatto prima un contratto, approfondiremo tutti gli aspetti».

Un’altra proposta che viene da Camillozzi e Cinti riguarda il superbonus 110 per cento: «La Regione Piemonte, per evitare il blocco dei pagamenti dei crediti del 110%, ha riacquistato i crediti permettendo così alle imprese di andare avanti con i lavori. Questo si potrebbe fare anche nelle quattro regioni colpite dal sisma. Se le ditte non trovano credito si fermano, quindi se l’ente pubblico riacquista i crediti può far sbloccare i lavori e far ripartire i cantieri».

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