Centenario Rata, l’assist di Baldassarri:
«Public company con 60% alla dirigenza
e il resto in un azionariato diffuso»

MACERATA - Il presidente Istao e noto economista ha lanciato la proposta questa sera durante il convegno all’auditorium di UniMc. Tra gli intervenuti anche il rettore John McCourt, i giornalisti Carlo Cambi ed Enrico Maria Scattolini, gli ex calciatori Alessandro Porro e Paolo Siroti

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di Mauro Giustozzi

Tanta voglia di una Maceratese passata capace di suscitare emozioni non solo e soltanto allo stadio ma in un’intera città che l’ha seguita e sostenuta lungo cento anni fatti di gioie e di delusioni nei tanti spareggi promozione o salvezza perduti ed anche di occasioni mancate come l’aver sfiorato per due volte la promozione in serie B non riuscendo ad ottenerla dopo l’unica presenza nel campionato cadetto risalente al 1941.

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L’intervento di Mario Baldassarri

Ma anche uno sguardo al futuro con l’idea lanciata da Mario Baldassarri, presidente Istao e noto economista italiano dalle radici maceratesi, di riavvicinare i tifosi e la città alla Rata costituendo una sorta di public company societaria tra dirigenti, tifosi e simpatizzanti. Oltre due ore di dibattito moderato dal giornalista Maurizio Verdenelli che hanno fatto rivivere aneddoti, ricordi ma anche uno sguardo al futuro di un calcio e di una città che è molto cambiata. L’occasione è stata l’iniziativa organizzata dall’associazione ‘Amici della Rata’ presso l’auditorium di UniMc dal titolo emblematico ‘La Maceratese e…Macerata 1922-2022: cento anni di storia’ in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’università nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario della SS Maceratese 1922.

Incontro al quale hanno partecipato il rettore John McCourt, il direttore del dipartimento Stefano Pollastrelli, la professoressa Francesca Spigarelli, l’assessore Paolo Renna, con interventi di Mario Baldassarri presidente Istao, l’ex dirigente biancorosso e memoria storica del club Giancarlo Nascimbeni ed i giornalisti Carlo Cambi ed Enrico Maria Scattolini quest’ultimo tra gli autori del libro ‘Rata da scoprire’ uscito proprio in occasione del centenario. In platea molti protagonisti della Rata di questi anni tra cui l’ex presidentessa Maria Francesca Tardella, tornata per la prima volta ad un evento legato alla Maceratese dopo il suo addio al club nel 2016, Gianni Piangiarelli, Andrea Pallotto, Stefano Strappa e Gianluca Brizi, figlio di Pino recentemente scomparso, l’attuale presidente del club Alberto Crocioni, il sindaco Sandro Parcaroli e il consigliere regionale Romano Carancini e numerosi appassionati.

Dopo l’introduzione, nella quale gli esponenti dell’ateneo hanno sottolineato l’importanza del corso attivato per ‘Consulente giuridico per lo sport’ che offre sbocchi lavorativi interessanti agli sportivi che poi lasceranno l’attività agonistica ed in genere ai ragazzi che si vogliono avvicinare a questo settore professionale, il dibattito si è dipanato partendo dai più importanti momenti sportivi dei cento anni della società biancorossa analizzando il contesto socioeconomico che ha caratterizzato le diverse fasi storiche della città di Macerata. A portare i saluti è stato il rettore di UniMc che ha voluto fare gli auguri alla società. «Cento anni sono un bel traguardo e credo che la Maceratese abbia rappresentato da sempre un eccellenza e punto di riferimento per la città –ha detto McCourt-: io sono irlandese e il mio sport preferito è il rugby, nel calcio sono tifoso del Liverpool. L’università in impiantistica sportiva sta facendo molto ed i frutti si vedranno nei prossimi anni».

Lintervento-in-video-di-Alessandro-Porro

In collegamento Alessandro Porro

In collegamento video è intervenuto anche Alessandro Porro, ex giocatore biancorosso ed attuale tecnico delle giovanili, che ha ripercorso la sua carriera iniziata nella Maceratese da cui ha spiccato il volo verso società del calibro di Foggia e Bologna. «Quando ero giovane ed iniziavo nella Maceratese –ha ricordato- c’era un forte senso di appartenenza della città verso la squadra, cosa che sto cercando di trasmettere ai giovani che alleno. Se ho raggiunto livelli importanti nel mondo del calcio italiano lo devo alla Maceratese» mentre l’altro enfant prodige degli anni Ottanta, Paolo Siroti, ha ricordato il suo attaccamento al club sin dal derby del 1981 contro la Civitanovese e l’episodio del foulard che il presidente della Juventus, Giampiero Boniperti, regalò a sua madre quando volle conoscere la sua famiglia in vista della sua cessione ai bianconeri a fine stagione.

centenario-maceratese-convegno-7-325x183Dal canto suo l’assessore Paolo Renna ha rimarcato il fatto che «bisogna essere orgogliosi di quello che abbiamo, del percorso fatto perché se oggi si festeggiano i 100 anni è perché qualcuno in passato ha pensato in grande nel calcio e nella Maceratese. Bisogna riacquistare l’orgoglio di essere maceratesi, stiamo vicini a questa società che tanto sta investendo sui giovani e sul futuro». Durante l’incontro è stato ricordato come siano stati ben tre i senatori della Repubblica, Carelli, Ballesi e Tambroni, ad essere presidenti della Maceratese e di come questa squadra resti tuttora incompiuta avendo sfiorato il grande traguardo della serie B in almeno due occasioni, negli Sessanta nel duello poi vinto dal Perugia e negli anni Duemila con la Rata che si arrese al Pisa e di come troppo spesso ci siano state ricadute con periodi bui e retrocessioni fino all’anno sabbatico senza calcio biancorosso datato 2017-18 prima della ripresa dal torneo di Promozione. Particolarmente acuto l’intervento di Mario Baldassarri nel ricordare i tempi in cui lui viveva Macerata e la squadra di calcio in modo viscerale. «Quella mia Macerata e quella Maceratese non ci sono più –ha rimarcato-: dallo stadio di Pini ai pullman di Perogio che ci portavano al campo dopo che al mattino si era andati a messa e poi a passeggio lungo il corso. Dopo la partita c’era il cinema. La trasformazione dei club in società di capitali, spa o srl che sia, ha cancellato quel calcio romantico dei mie tempi. Se vogliamo guardare ai prossimi 100 anni c’è bisogno però di riportare la gente e la città attorno alla squadra. Magari promuovendo una public company, col 60% delle quote in mano alla dirigenza e il restante in un azionariato diffuso che faccia sentire tutti partecipi».

centenario-maceratese-convegno-1-325x183Curiosa l’esternazione di Carlo Cambi, maceratese acquisito da anni ma toscano di origine e guarda caso nativo proprio di Cecina che ai tifosi biancorossi porta solo cattivi ricordi. «Per i tifosi sono un nemico probabilmente -ha detto il giornalista- visto che in quello spareggio famoso la Maceratese retrocesse perdendo a Cecina ma in realtà il mio legame con questa città è di antica data, quando io tifoso sfegatato della Fiorentina andavo tutte le domeniche in curva Fiesole ed il mio idolo era il capitano di quella squadra, Giuseppe Brizi. Per noi ragazzini era un idolo, un semidio. Poi alla Maceratese mi sono appassionato nella stagione della presidente Tardella in serie C con mia figlia che ho portato allo stadio a sventolare la bandiera biancorossa. Una volta il calcio azzerava le differenze sociali e c’era una fortissima appartenenza al club per cui si tifava. La crisi di questo sport è figlia della disgregazione sociale delle città: una volta si giocava a calcio negli oratori, nelle piazzette, nelle strade oggi esistono quasi unicamente le scuole calcio. I colori sociali della Maceratese sono il rosso del sangue ed il bianco dell’anima che spero questa centenaria società ritrovi al più presto».

centenario-maceratese-convegno-5-325x183Siparietto finale che ha visto protagonista il patron attuale Alberto Crocioni che ha lamentato dopo il derby perso con la Civitanovese lo stadio semivuoto salvo poi 800 tifosi festanti solo alla fine a P.S. Elpidio, assecondato da Nascimbeni, che ha rievocato le contestazioni subite da lui ma anche la lungimiranza del senatore Carelli che fece donare palazzo De Vico alla Maceratese e, quando ci fu l’obbligatoria trasformazione del club in srl fu messo il palazzo a capitale sociale e Tambroni successivamente lo volle mantenere al servizio della città nel momento della cessione all’Ersu. Confortato anche da una emozionata Francesca Tardella che dopo tanto tempo ha riparlato di calcio, dicendo che lei non ha mai avuto più di 130 abbonati, tanti quanti ne ha adesso una squadra di Promozione. L’ex presidentessa ha pure esaltato il modello che ha consentito al Sudtirol di arrivare in serie B grazie al supporto di uno sponsor come la Provincia di Bolzano a cui ha ribattuto sia Parcaroli che Baldassarri sottolineando come quella sia una provincia a Statuto speciale che gode di benefici impossibili rispetto a realtà come quella di Macerata.

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