Il convengo di Forza Italia all’Hotel Miramare
“Le realtà migratorie nelle Marche. Dall’inclusione scolastica all’inserimento socio-lavorativo”. E’ il titolo del convegno he si è tenuto al Miramare Hotel di Civitanova. Si è trattato del quinto appuntamento del Dipartimento regionale politiche sociali di Forza Italia coordinato da Alessandra Di Emidio, che ha acceso i riflettori sulla questione degli stranieri presenti nella regione. Ha preso parte all’iniziativa anche Valentina Vezzali, sottosegretario di Stato con delega allo Sport e candidata alle prossime elezioni, la quale ha ricordato come l’Italia rappresenti un Paese di frontiera per quanto riguarda l’immigrazione, sottolineando il ruolo centrale che assume lo sport nelle politiche di integrazione.
«Il continuo flusso di persone di origini differenti – ha sottolineato la Vezzali – delinea ormai l’Italia come una società delle culture in itinere, in una quadro di mobilità europea e nazionale di non facile gestione: con circa 5 milioni e duecento mila cittadini stranieri (al primo gennaio 2021), che costituiscono l’8% della popolazione residente, oggi l’Italia è al secondo posto insieme al Regno Unito e dopo la Germania, tra i Paesi che, in Europa, ospitano il maggior numero in assoluto di immigrati. Oggi studiare l’immigrazione dunque è una questione ineludibile: lo sport ha il potere di cambiare il mondo, di suscitare emozioni e di unire le persone: esso consente infatti l’incontro fra culture, dunque può essere inteso come veicolo di valori positivi, esercizio di civiltà e umanità arena di socializzazione, ma anche di educazione e apertura verso l’altro. La promozione delle politiche di integrazione è un elemento prioritario per favorire la convivenza fra cittadini italiani e stranieri, ciò va inserito in quest’ottica di una migliore conoscenza delle dinamiche di interazione con l’economia, ma soprattutto con le politiche territoriali di inclusione sociale e culturale volte al benessere delle comunità locali».
L’evento ha preso il via dalle esperienze d’inclusione dei ragazzi stranieri a scuola attraverso gli interventi del prof Pierfrancesco Castiglioni, dirigente scolastico, che ha presentato dati e statiche regionali sull’andamento del ciclo di istruzione primario e secondario degli studenti immigrati nelle Marche e il contributo di Laura Carlomè, psicologa, la quale ha racconto la sua esperienza decennale con i ragazzi stranieri nell’ambito scolastico. Interessante anche la riflessione di Riccardo Sollini, direttore della Comunità di Capodarco, sulla morte dell’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu, avvenuta nella città civitanovese alla fine del luglio scorso: «Non siamo razzisti per il colore della pelle – ha detto Sollini – lo siamo di fronte a chi puzza di povertà», sottolineando come la causa di quell’omicidio non vada ricercata nel razzismo, ma nella paura della povertà, avendo fatto nostra la cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri.
In seconda istanza si è parlato del ruolo svolto dalle associazioni del territorio nell’ambito dell’accoglienza delle famiglie e dei lavoratori immigrati nelle Marche, attraverso l’esperienza di Giovanni Siena, psicologo dell’associazione Vivere Verde, il quale ha raccontato dell’importante iniziativa di cui è referente: «Si tratta – ha spiegato Siena – di un sistema di seconda accoglienza per immigrati, il Sai, il quale vede in prima fila le città di Jesi, Falconara e Osimo e costituisce il secondo progetto più importante di Italia, in grado di accogliere 537 stranieri nell’ambito di comunità residenziali e abbracciare 23 comuni; l’accoglienza ha un tempo limitato – ha concluso – va dai 6 ai 12 mesi, durante i quali si lavora sulle fragilità, sulle famiglie, sui minori, tutto questo creando rete e in sinergia con il territorio in vista dell’inclusione socio-lavorativa di queste persone».
In ultimo è intervenuto Roberto Cardinali, imprenditore e già vicepresidente comitato piccola industria di Confindustria Marche, che ha evidenziato come per gli stranieri la conoscenza della lingua del paese di accoglienza rappresenti uno strumento prioritario e di partenza per un buon inserimento. «Parimenti favorisce l’integrazione anche le politiche adottate dalle aziende – secondo Cardinali – l’azienda stessa è un’organizzazione con regole, diritti e doveri, dunque l’integrarsi all’interno dell’azienda, la cosidetta cittadinanza organizzativa, diviene preludio per un’integrazione nello stesso contesto sociale». «Il convegno ha costituito – ha sottolineato Alessandra Di Emidio, portando ai presenti i saluti del commissario regionale di Forza Italia Francesco Battistoni – l’incipit di un’analisi su un tema, come quello dell’immigrazione, che può e deve essere approfondito, così da arrivare a trovare politiche di integrazione sempre più adeguate alle esigenze della comunità marchigiana». Fra i politici presenti all’appuntamento Jessica Marcozzi, consigliere regionale, Claudio Morresi, vicesindaco Civitanova, Giulia Bulgini, responsabile Dipartimento politiche sociali FI province di Fermo e Ascoli Piceno, Donatella Forlini, responsabile Dipartimento giustizia FI Marche, Alessandra Petracci, coordinatrice regionale Azzurro Donna, Valerio Pignotti, responsabile Forza Italia Giovani Marche e Corrado Perugini, settore organizzazione FI Marche.
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Sig sollini lei di certo la povertà non la conosce come non conosce come è avvenuto l’omicidio,ma anche lei come tutti non ha il coraggio di accusare tutta la politica i media e i giornali del malessere causato da questi e da lei con una frase veramente puerile.
Probabilmente il signor Sollini, affermando che “non siamo razzisti per il colore della pelle, lo siamo di fronte a chi puzza di povertà”, riferendosi all’omicidio di Alika, non ha ancora ben chiaro come si siano svolti i fatti in quell’omicidio, quindi non gli è ancora chiaro che non si è trattato né di razzismo in nessun senso (nemmeno in quello da lui inteso), né di indifferenza, dato che in quei minuti sul corso non c’erano decine e decine di persone (come urlava a squarciagola la capofila del corteo antirazzista – quello autorizzato – i giorni susseguenti al delitto e chissà in base a quali convinzioni), ma c’erano pochissime persone e sicuramente non in grado di far fronte alla furia dell’omicida (chissà cosa avrebbero fatto altri, soprattutto coloro che hanno urlato all’indifferenza, compresi certi “grandi” quotidiani, ai quali chiederei i danni, come Comune, anche per averci trattati da razzisti), quindi prima di parlare di razzismo contro i poveri, si dovrebbe informare un pochino meglio e non fare solo giochi di parte, come credo stia facendo. Dopodiché vorrei aggiungere questo: ma veramente oggi ci sono ancora tantissime persone che credono che il cosiddetto “multiculturalismo” sia tranquillamente possibile, che sia tutto così facile, che i problemi possano essere minimi e facilmente risolvibili tra culture completamente diverse (basta volersi bene!!!), soprattutto con chi entra in Italia illegalmente, con chi non fugge da nessuna guerra, con chi non scappa dal suo paese, ma arriva clandestinamente, ha vent’anni e fisicamente in ottima salute e riesce a pagare migliaia di euro ai delinquenti scafisti, mentre potrebbe utilizzare quei bei soldini per stare ancor meglio nel proprio paese e quindi chissà che viene a fare in Italia!!? Dire di essere buoni, va bene, raccontarsi favole un po’ meno, ma per favore, Signori, non portateci troppo per il cxlo!!! gv
Di sicuro non puzzano di povertà tutti i gestori di comunità che hanno trovato l’america trasportati dal loro buon cuore sempre attenti a tutti i contributi da qualsiasi parte vengano, pubblici e privati.