Ricostruzione post sisma, Esposito:
«La mia casa demolita, so cosa si prova.
Il Parlamento può fare molto»

ELEZIONI - L'ex rettore Unicam, candidato del Pd al collegio uninominale della Camera, ha incontrato il commissario straordinario Giovanni Legnini: «Abbiamo la stessa visione su un tema importante. Siamo convinti che d'ora in avanti bisognerebbe avere una struttura stabile e permanente che si occupi dei disastri di origine naturale. E chi meglio di lui potrebbe dirigerla?»

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Fulvio Esposito

La ricostruzione post sisma, la sua complessità e i possibili interventi sono temi che stanno a cuore a Fulvio Esposito, indicato dal Pd per la coalizione di Italia Democratica e Progressista, candidato nel collegio uninominale di Macerata. L’ex rettore dell’Università di Camerino, dove risiede dal 1987, ha vissuto direttamente l’esperienza del sisma: «La mia casa è stata dichiarata inagibile dopo il terremoto del 1997 e demolita nel 2016. Il problema mi tocca personalmente ma al di là di questo, più della metà dei miei concittadini non è ancora riuscita a presentare i progetti».
Esposito ha scelto di dare un segnale del suo impegno su questo fronte e ha incontrato nei giorni scorsi il commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini.
«Con il commissario Legnini abbiamo la stessa visione su un tema importante. Siamo convinti che d’ora in avanti bisognerebbe avere una struttura stabile e permanente che si occupi dei disastri di origine naturale per evitare di partire ogni volta da zero o quasi. E chi meglio di Legnini potrebbe dirigerla?».

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La casa di Fulvio Esposito a Camerino è stata demolita dal terremoto del 2016

Professore, qual è lo stato dell’arte?
«Il 24 agosto abbiamo ricordato che sono passati 6 anni da quando una ferita profonda ha cominciato a squarciare i nostri territori, una ferita che si estesa nello spazio e nel tempo fino al successivo mese di ottobre ed oltre. E non è ancora prossima alla cicatrizzazione.
Pochi giorni prima, il 19 agosto, la struttura commissariale ha pubblicato il rapporto 2022 sullo stato della ricostruzione nei territori colpiti dal sisma Rapporto a Giugno 2022_Commissario Sisma 2016_def .
L’idea, tanto semplice quanto intelligente, del Commissario Legnini – la persona che, con la sua struttura, ha determinato, per unanime riconoscimento, una vera ‘svolta’ nel processo di ricostruzione – di chiedere alle persone che ancora non avevano potuto presentare i progetti, di trasmettere una semplice (fosse sempre così semplice la burocrazia!) “manifestazione di volontà”, ha consentito finalmente di mappare l’entità del danno ancora da sanare».

Nel dettaglio quali sono i numeri?
«A fine 2021, sono state oltre 28 mila le manifestazioni di volontà a presentare la domanda di contributo, relative a 74.233 singole unità immobiliari. È presumibile che all’interno di questo numero figurino molti di coloro che ancora sono beneficiari del contributo di autonoma sistemazione (CAS) o delle soluzioni abitative di emergenza (SAE); si tratta di circa 15.000 famiglie, oltre 33.000 persone ancora fuori di casa».

fulvio_esposito-1-300x400Cosa pensa della regolamentazione del riuso delle materie?
Un provvedimento quest’ultimo di grande lungimiranza. A fronte di problemi di trasporto e stoccaggio, con pesanti ripercussioni negative sull’ambiente, che sarebbero derivati dal consueto smaltimento, gli incentivi per le imprese che recuperano e riusano stanno determinando crescita di occupazione e sviluppo di tecnologie innovative che rimarranno patrimonio del territorio anche dopo la fine (speriamo presto!) dell’emergenza.

Dov’ il vero problema per la ricostruzione?
C’è un collo di bottiglia sul quale il futuro Parlamento potrebbe ottenere risultati che la struttura commissariale, da sola, non può raggiungere. Si tratta del nodo della progettazione.
L’enormità della distruzione comporta, ad oggi, circa 75mila unità immobiliari da ricostruire per le quali ancora non è stato presentato il progetto. Di queste, più della metà (il 60% circa) sono nelle Marche, gran parte nella Provincia di Macerata».

Che ruolo ha il Superbonus 110% in tutto questo?
«Il numero insufficiente di professionisti che operano nel cratere, legittimamente preferiti dai proprietari per ‘prossimità’ territoriale, si combina con la concomitante presenza di altre sollecitazioni, determinate dal ‘superbonus 110%’, che, con le sue scadenze, spinge i proprietari alla ricerca di progettisti ed imprese, ‘sottraendoli’ alla ricostruzione che appare – paradossalmente – meno urgente».

Cosa può fare il futuro Parlamento?
«Il ruolo del futuro Parlamento, che uscirà dalle elezioni del prossimo 25 settembre, per intervenire sul collo di bottiglia, potrebbe essere duplice: da una parte introdurre una programmazione scadenzata per la progettazione, con obiettivi quantitativi e temporali ragionevoli per i professionisti, ma anche per chi troppo a lungo è rimasto senza la propria casa; dall’altra dare una delimitazione ed una progressione ‘geografica’ al superbonus, circoscrivendolo, nella prima fase, alle aree a forte rischio sismico, per poi estenderlo al resto del Paese, con date certe per la prima e la seconda fase.
C’è un altro provvedimento sul quale il prossimo Parlamento dovrà con priorità esercitare il suo ruolo: l’istituzione di una struttura permanente che operi nel campo della prevenzione e mitigazione dei rischi derivanti da eventi di origine naturale (terremoti, inondazioni, incendi, frane, siccità…).
“E’ un frutto maturo” dice il Commissario Giovanni Legnini. Il futuro Parlamento dovrà coglierlo alla svelta. Sarà per me un impegno prioritario».

(a.p.)

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