Porto, question time degli operatori
Il progetto divide: «Una svolta totale»
«Più spiagge, meno cemento»

VOCI DI CIVITANOVA - Le osservazioni degli addetti ai lavori saranno presentate in un documento al promotore Umberto Antonelli. Andrea Cittadini, portavoce dei cantieri navali: «Vogliamo raccogliere tutti i pareri e confrontarci di nuovo». Entusiasta Aldo Ascani: «Un sogno, magari si realizzasse». Dubbiosa Marusia Ciavattini dello chalet Veneziano, che sparirebbe: «Inutile fare Dubai lì se poi poco fuori è Calcutta». Mara Petrelli, presidente provinciale Abat: «Chi viene da noi cerca la natura non i palazzi»

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Da sinistra Aldo Ascani, Marusia Ciavattini, Mara Petreli, Andrea Cittadini e Umberto Antonelli. Sotto il rendering del progetto per il porto

 

di Laura Boccanera

Una serie di osservazioni e di quesiti per capire la reale fattibilità e chiarire i dubbi degli operatori e dei concessionari portuali. Questo il prossimo step concordato fra Umberto Antonelli promotore del maxi progetto portuale e Andrea Cittadini portavoce dei cantieri navali dopo l’incontro che si è svolto sabato e che aveva come obiettivo quello di capire le intenzioni e le finalità dell’ipotesi edificatoria a due passi dal mare. Un incontro durato un’oretta circa e alla quale hanno preso parte Umberto Antonelli, lo stesso Cittadini assieme a Corrado Perugini quale suo consulente e Gianfilippo Anconetani (titolare dell’omonimo cantiere). Presente anche il sindaco Fabrizio Ciarapica.

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Andrea Cittadini titolare del cantiere CYS

«Abbiamo ascoltato – racconta Cittadini – non abbiamo espresso opinioni né pareri, né tantomeno ci siamo posti in maniera critica o possibilista e costruttiva. Volevamo intanto capire, sentire e ascoltare dalla viva voce di colui che vorrebbe realizzare l’opera cosa c’era in programma. Ora abbiamo in programma un ulteriore incontro e stavolta assieme a tutte le partite iva e i concessionari demaniali. Abbiamo idea di stilare una serie di “osservazioni” e quesiti legati al progetto e che vengano da tutti gli operatori coinvolti per sollevare eventuali criticità e capire che tipo di soluzione verrà ipotizzata. Sicuramente un problema è legato al rinnovo delle concessioni demaniali e se come ho letto questo progetto va oltre il 2033 è come se parlassimo del nulla. Come imprenditori guardiamo a quello che succede da qui alla fine dell’anno. Ma questo è solo un aspetto, vogliamo raccoglierli tutti, credo saranno massimo una decina e poi confrontarci di nuovo».

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Aldo Ascani

Al di là dell’aspetto operativo però il progetto è stato l’argomento di discussione privilegiato in questi giorni e non mancano i commenti anche da parte di altre categorie come ristoratori e concessionari di spiaggia. «E’ un sogno? Ma magari venisse fatto dico io – risponde a Cronache Aldo Ascani, titolare dello Shada, discoteca sulla spiaggia e del ristorante La Serra – una struttura simile a livello portuale con destinazioni ricettive, alberghi, modifica l’assetto turistico della città e darebbe una svolta totale. Riesco a vedere i pro di una simile operazione, i contro che potrebbero emergere dal punto di vista burocratico sulla fattibilità non li conosco. Sicuramente è un progetto ambizioso che porterebbe lavoro, innovazione, ripresa commerciale. Da imprenditore dico magari diventasse realtà».

Al vaglio degli operatori del lungomare nord più che la nuova città giardino portuale del progettista Paolo Viola (leggi l’intervista) è l’ipotesi nuova darsena a nord. Come da progetto infatti tutta l’area attualmente occupata dai primi chalet del lungomare nord (il progettista ha valutato un impatto almeno fino ai primi due chalet ovvero La Contessa e Il Veneziano) verrebbe destinata a nuova darsena nello spazio attualmente occupato dal mare, mentre a ovest, dove ora ci sono spiagge, ombrelloni e chalet prenderebbe posto la cantieristica e i servizi legati alle imbarcazioni.

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Marusia Ciavattini – Il Veneziano

«La storia del porto turistico va avanti dal 1993 – minimizza scettica Marusia Ciavattini dello chalet Veneziano – e già lì compariva il porto turistico e la nuova darsena. Ricordo che noi dovevamo fare un investimento sulla struttura dello chalet e andammo in Comune io e mio padre per capire a che punto era e che tipo di prospettive vi fossero. Al momento comunque non sono per niente preoccupata per questo, anzi, mi preoccupano di più altri aspetti. In linea di massima dico che va bene riqualificare, ma preferirei una riqualificazione più basica. Ok, il porto va rivisto, ma la città andrebbe vista nella sua interezza e complessità. Inutile fare Dubai al porto se poco fuori c’è Calcutta». Non hanno fatto valutazioni in merito neanche i titolari dello chalet La Contessa, da sempre della famiglia Bartolini e di Vilma Mazzante: «Se ne parlava anche 20 anni fa – afferma Carlo Bartolini – abbiamo saputo e letto di questa cosa, ma al momento non ci ha contattati nessuno, ne parleremo fra noi e poi vedremo il da farsi».

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Mara Petrelli, presidente provinciale Abat

Mara Petrelli, presidente provinciale Abat, ancora non si è confrontata con gli operatori sull’argomento, ma la sua visione di accoglienza e balneazione è differente: «A livello personale posso dire che non sono contenta della cementificazione. Chi viene da noi, per il tipo di turismo che ha Civitanova, vuole la spiaggia, il contatto con la natura. Anche da turista ho viaggiato molto, perfino a Dubai, ma non per andare al mare. Chi vuole le spiagge non vuole il cemento». Nei prossimi giorni anche Marco Scarpetta, referente Abat di Civitanova interverrà sull’argomento. Al momento si trova negli Emirati arabi per seguire l’Uae tour 2021 di ciclismo e…studiare da vicino Dubai.

 



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