Un nuovo render del porto
di Laura Boccanera
«Una revoca delle concessioni demaniali con deroga al piano regolatore e un affidamento diretto dell’area per 98 anni all’imprenditore che realizzerà il maxi progetto del porto».
Ermanno Carassai, assessore ai lavori pubblici e al demanio
E’ questo l’iter procedurale che sarebbe stato ipotizzato dal privato per l’edificazione del “quartiere giardino” immaginato dall’imprenditore Umberto Antonelli e sottoposto al comune di Civitanova, per ora solo in forma verbale. In questi giorni in molti si sono interrogati su come fosse possibile costruire in area demaniale e in una mail anonima, la stessa che ha fornito i rendering del progetto, viene descritto l’iter ipotizzato per l’esproprio delle aree e l’affidamento alla compagnia che realizzerà il tutto. La stessa fonte (sedicente Francesco Storani che firma come portavoce di quello che chiama comitato ‘bloccate la speculazione’), indica anche che oggi avrebbe inviato un esposto all’Anac.
Un iter che viene confermato dall’assessore al demanio Ermanno Carassai, ma solo come ipotesi proposta dai promotori e non validata dall’amministrazione comunale, aggiungendo che non c’è niente di scritto. «E’ solo un pourparler – dice – che io sappia la proposta non è stata protocollata e all’ufficio tecnico non si sta lavorando assolutamente alla deroga al piano regolatore. Ogni valutazione va fatta coinvolgendo la città e anche la minoranza consiliare oltre che la maggioranza perché l’area che si andrà ad occupare è più estesa del borgo marinaro e quindi il progetto deve essere condiviso dal momento che per durata va anche oltre il mandato amministrativo».
Ma quindi l’ipotesi descritta, ovvero derogare al piano regolatore, revocare le 65 concessioni demaniali e riassegnare l’area per 98 anni ad Antonelli con affidamento diretto esiste? «Questa è la proposta fatta dal privato a livello verbale, nessuno l’ha accolta. Ma il progetto è troppo articolato e complesso e si deve andare nel dettaglio. Serve la condivisione della città. Anche in maggioranza ci sono dei dubbi e occorre parlarne e andare avanti. Ad esempio che fine faranno i pescherecci, quali sono i finanziatori e con quali investimenti si realizza il tutto, sono tutte domande lecite. Per ora c’è un pour parler e nulla di scritto. Bisognerà condividere con le categorie e con le forze politiche tutti i passaggi. Per ora la nostra priorità è la messa in sicurezza del porto. Per quello c’è un finanziamento per lo studio della simulazione che verrà fatto dall’Università per il prolungamento del molo est. Questa è una certezza, il resto è da discutere, da valutare in maniera approfondita».
Smentisce invece di aver avuto notizia di questo iter il sindaco Fabrizio Ciarapica: «non sono mai sceso nel dettaglio tecnico del progetto, di scritto non c’è nulla e non ho mai ascoltato quale è l’iter. Ma tutto ovviamente sarà fatto nella massima trasparenza. C’è un progetto che è un’iniziativa privata, se ne discute e poi tutto sarà messo a gara come prevede la legge, qui nessuno vuole forzare la mano, ma vogliamo fare solo gli interessi della città e non del privato che potrebbe anche essere qualcun altro che domani decide di inoltrare un altro progetto per il porto. Delle procedure non so niente, piuttosto vorrei conoscere l’anonimo che manda tutte queste cose, ci metta la faccia e confrontiamoci, per il resto sono un mucchio di fesserie. Per ora c’è un privato che ha presentato una proposta, siamo ancora molto indietro rispetto a quello che si vuol far credere, nessuno toglie posti di lavoro o revoca concessioni. Qui si vorrebbe far saltare tutto creando dubbi sulla procedura, ma non è così. Il porto è vero che è di chi ci lavora, ma è di tutta la città e il Comune ha come obiettivo solo il bene della città».
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