«C’è tanta preoccupazione per il nostro futuro che si aggiunge al difficile momento che vedeva il prezzo dell’oro, prima dell’emergenza Coronavirus, sfiorare i 50 euro al grammo e un calo delle vendite del 35% per l’anno 2019» dice il presidente del comparto Orafo di Confartigianato imprese Macerata-Ascoli-Fermo, Giuseppe Verdenelli. Una situazione che viene aggravata dal Coronavirus: «Ora, con la chiusura dei nostri laboratori stimiamo, per il primo trimestre 2020, una perdita di fatturato pari al 95%. Se ovviamente è stata doverosa la chiusura dei nostri laboratori nel corso di questa emergenza, quello che i nostri orafi chiedono adesso è poter essere tra i primi a riaprire le proprie botteghe. Circa l’80% degli orafi lavora nei laboratori da solo e pertanto solo il 20% ha collaboratori, soci o progetti di Botteghe Scuola attivi. Di certo si dovrà lavorare con tutte le misure di sicurezza previste e solo su appuntamento, considerando comunque che grandi affollamenti nelle nostre oreficerie non si vedono da decenni, neanche in concomitanza di festività natalizie o di ricorrenze come matrimoni, comunioni, cresime o San Valentino. Sarà inoltre necessario che ognuno di noi pensi al mercato in maniera differente e coerente alle nuove richieste, perché è impensabile non adattarsi ai nuovi scenari che ci attendono.
Dovremo per forza modellare il nostro modo di lavorare, sia in termini di organizzazione che di produzione, altrimenti il nostro antico mestiere sarà destinato ad estinguersi. Lo studio delle nuove creazioni dovrà essere finalizzato a ricostruire una clientela che riprenda il concetto di bene durevole e di qualità, un oggetto che possa accompagnare la vita di ognuno di noi racchiudendo i ricordi e i momenti più belli. Dato il forte ed inarrestabile valore dell’oro i nostri maestri si stanno già organizzando con nuove creazioni, combinazioni di metalli preziosi come, l’argento, oro, bronzo e di pietre naturali colorate dalle mille sfaccettature». Secondo Verdenelli è importante per le imprese che riprendano le fiere «come ad esempio l’Artigiano in Fiera, con il fondamentale contributo regionale e camerale che da anni sostiene la partecipazione delle aziende. Ricordo infatti che alcune delle griffe a livello mondiale si avvalgono delle collaborazioni di alcuni dei nostri Maestri Artigiani per le produzioni dell’alta oreficeria, collaborazioni che possono nascere appunto in occasione di fiere nazionali e internazionali. Mi preme ringraziare quello che la nostra Regione e la Camera di commercio regionale hanno messo in essere per le nostre imprese dell’Artigianato Artistico e tradizionale in questi anni – conclude Verdenelli. Auspichiamo comunque il moltiplicarsi di queste attività a favore di un comparto come quello dell’oro che, seppur numericamente più piccolo, è comunque esempio di eccellenza e di sapienze professionali riconosciute in tutto il mondo». «Confartigianato – ha aggiunto Paolo Capponi – anche in questo caso è in prima linea nell’assistenza alle proprie imprese orafe, interpretando le esigenze e fornendo supporto nella gestione burocratica inerente all’emergenza coronavirus. La nostra Associazione inoltre sta già lavorando sulle prossime sinergie tra comparto moda e oreficeria, creando presupposti di importanti collaborazioni stilistiche e di prodotto tra le imprese. Sotto il profilo della promozione e vendita, molti i progetti in cantiere, come ad esempio la vendita online su piattaforme qualificate, incontri con buyer nazionali ed esteri e promozione del 100% Made in Italy. Non sarà infine trascurata la formazione specifica e qualificata attraverso incontri con specialisti di settore sulle diverse dinamiche del mondo dei gioielli e delle imprese produttrici».
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E’ difficile credere ad una perdita del 95%. Infatti il blocco comincia a marzo. Allora, stimando una perdita dello 0% a gennaio, dello 0% a febbraio e del 100% a marzo, la perdita nel 1° trimestre, facendo la media aritmetica, non dovrebbe essere maggiore del 33%: (100+0+0):3.