«Crescono i positivi in strutture no Covid,
vanno fatti i tamponi al personale
o saremo noi a diffondere il contagio»

CORONAVIRUS - Il sindacato degli infermieri, Nursind: «I colleghi sono preoccupati, perché il rischio senza gli adeguati presidi è davvero elevato. Il direttore Maccioni ci ha assicurato che sta predisponendo un piano organizzativo per fare i test agli operatori»

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I container pre triage installati fuori dall’ospedale di Macerata

 

«E’ sempre maggiore il numero di pazienti positivi nelle strutture no Covid, l’unico pronto soccorso rimasto pienamente funzionante in Area vasta 3, a Macerata, ha difficoltà a mantenere separato il percorso pulito da quello contaminato. I nuovi pazienti positivi rischiano di contagiare anche i presidi no Covid se non si interviene prontamente, nelle strutture dove ci sono stati i pazienti positivi i tamponi verranno fatti solo ai pazienti o ai dipendenti con i sintomi, come disposto dalle norme nazionali. Riteniamo che il tampone debba essere effettuato per fermare l’espansione del virus altrimenti saremo noi a diffonderlo». A denunciarlo in una nota è la segreteria del Nursind Macerata, Elisabetta Guglielmi.

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Elisabetta Guglielmi

«I colleghi sono preoccupati, perché il rischio senza gli adeguati presidi è davvero elevato. Come sindacato ci siamo attivati fin da subito su più fronti sia a livello provinciale che regionale, dalla richiesta dei dispositivi di protezione individuale, fino ad arrivare alla diffida, riguardo alla necessità di alzare il livello di sicurezza – prosegue Guglielmi -. La richiesta di effettuare i tamponi ai dipendenti venuti in contatto con i pazienti positivi, dalla necessità di aumentare la squadra degli infermieri che effettuano i tamponi, di salvaguardare i dipendenti con patologie gravi, come pure la richiesta di rimandare a settembre o addirittura essere esonerati dal pagamento della tassa Opi, o la richiesta fatta alla Regione per reperire degli alloggi temporanei per il personale sanitario coinvolto nell’emergenza». Prosegue la sindacalista: «Come coordinamento regionale il 9 marzo avevamo fatto richiesta estendere l’indennità di malattie infettive, insieme a quella di area critica, in tutte le unità operative che svolgono servizio ed attività per Coronavirus, come abbiamo chiesto di disapplicare le percentuali previste dal contratto. Con rammarico apprendiamo che è stata accolta dall’Asur Marche solo la richiesta del riconoscimento dell’indennità di malattie infettive, forse non si rendono conto che lavorare con i presidi richiede un impegno molto superiore alla routine. Ribadiamo inoltre la richiesta di aumentare di almeno 30 minuti in entrata o in uscita il riconoscimento orario per i dipendenti che prestano assistenza, nei presidi Covid». Per il sindacato Nursind è fondamentale tutelare gli operatori sanitari. «Abbiamo lavorato tanto – continua Guglielmi – poi la notizia di una collega ricoverata in rianimazione è stata disarmante, sapere che non ci sono i dispositivi di protezione a sufficienza per permettere di fare una pausa in un turno di 7 ore, perché vanno riservati a chi lavora con turni di dieci ore o sapere che le mascherine provocano lesioni anche di 3° grado o che dopo due tre ore si appannano e si formano goccioline, fare le normali attività diventa un impresa da titani senza parlare di quanto facciano sudare le tute o i camici protettivi. Siamo consapevoli che i dispositivi sono contingentati, che la Regione sta seguendo decreti ed indicazioni dell’Istituto Superiore della Sanità, ma se i sanitari non vengono salvaguardati o tutelati, saranno loro stessi degli untori ed inizieranno ad ammalarsi, poi chi combatterà questa battaglia?». Cruciale viene ritenuto l’avvio dello screening con i tamponi, sul personale sanitario.

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Il Covid Hospital di Civitanova

«Chiediamo il massimo sforzo per salvaguardare la salute dei colleghi, quindi abbiamo chiesto, come già attivato in Area vasta 4 l’avvio di sedute per effettuare tamponi anche ai dipendenti e come attivato in Area vasta 5 da oggi con 800 tamponi al giorno. Ho sentito il direttore di Area vasta 3 Alessandro Maccioni, il quale mi ha assicurato che sta predisponendo, insieme al servizio Prevenzione e Salute, tenuto conto della disponibilità regionale e dei tamponi, un piano organizzativo per far fronte alla richiesta di effettuare tamponi ai dipendenti. Ci sarà la priorità per i colleghi che sono stati a contatto con pazienti positivi, per evitare la diffusione del virus. Questa mattina abbiamo ricevuto da più ambiti lavorativi la segnalazione di mascherine fallate, abbiamo prontamente richiesto all’azienda l’immediata sostituzione». Conclude Guglielmi, che annuncia l’avvio di una raccolta di donazioni per aiutare i colleghi negli ospedali: «Siamo consapevoli che l’Asur e le Aree Vaste non gestiscono direttamente gli ordini dei dispostivi ma chiediamo che la salute e la tutela dei dipendenti sia una priorità in un questo momento. Sollecitati dalle nostre richieste abbiamo avuto la garanzia di un nuovo ordine in arrivo oggi. Intanto non siamo rimasti a guardare, ci siamo attivati cercando di reperire mascherine Fp2 e visiere protettive,vorrei ringraziare la ditta di Gp Garden di Tolentino ha risposto al nostro appello donando quanto aveva in magazzino e contiamo quanto prima di poterle distribuire. Siamo inoltre in contatto con altre aziende che vogliono dare il loro contributo. Chiunque voglia dare il proprio contributo, può contattare la redazione, sia aziende che privati che vogliano fare donazioni di materiali».

 

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