di Gianluca Ginella
“La situazione è molto delicata. Dire che è sottocontrollo è una battuta di spirito, stiamo intervenendo dove possibile” dice il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, facendo il punto sulla situazione del maltempo. Il quadro è nero: perché “le frane sono in atto, la terra continua a scendere, appesantita dalle precipitazioni dei giorni scorsi e dalla neve. Siamo tutti impegnati per fare il necessario e principalmente per evitare danni alle persone. Tutti i sindaci sono preoccupatissimi – continua Pettinari –. La situazione è peggiore dell’altra volta, gli argini dei fiumi sono tutti a rischio. Il Potenza dove eravamo intervenuti, tra Sant’Egidio e Sambucheto, sta passando sopra agli argini. Il Potenza sta aumentando la piena, cresce di 18, 20 centimetri all’ora, ha rotto gli argini a Chiarino di Recanati, San Firmano, un po’ ovunque”. Ma Pettinari, dopo gli ennesimi enormi disagi causati dal maltempo, attacca la Regione. “Basta con le promesse e con gli annunci – dice il presidente della Provincia –, non si può più rinviare la legge regionale che consenta agli enti locali di intervenire sul’alveo dei fiumi per abbassarli portando via la ghiaia. Non se ne può più, ci sentiamo impreparati ad affrontare simili situazioni. Ora la Regione faccia il suo compito, oppure se non vuole affidare i lavori agli enti locali li faccia. I cittadini non sono più disposti ad accettare queste cose. C’è amarezza e rabbia”. Intanto la Regione ha fatto la stima dei danni sul maltempo che ha colpito le marche in novembre: 258 milioni di euro.
Il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, dice: “Le avverse condizioni meteo del mese scorso hanno inferto ferite profonde al territorio, alle infrastrutture e alle attività produttive. La macchina dei soccorsi ha funzionato bene e tutto il sistema della protezione civile è stato all’altezza della situazione. Ma l’entità e la durata delle precipitazioni hanno lasciato una scia di devastazioni che richiedono l’intervento dello Stato per poter assicurare un ripristino delle infrastrutture e delle attività compromesse. Ci attiveremo subito a Roma per sollecitare un pronto recupero, tenendo comunque conto che anche in queste ore la situazione presenta criticità per le nuove perturbazioni in atto”. Dei 258 milioni, 3 milioni e 416mila euro sono quelli spesi per far fronte all’emergenza, mentre i danni ammontano a 227 milioni e 694 mila per il ripristino dei corsi d’acqua, della viabilità, di immobili e infrastrutture. I danni ai privati sono di 13 milioni e 526 mila euro, le attività produttive (escluse quelle agricole) hanno registrato danni per 13 milioni e 365 mila euro.
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Ogni volta che accadono queste situazioni sento sempre ripetere le stesse frasi: …..è colpa degli ambientalisti che non fanno tagliare le piante nell’alveo….. bisogna togliere la breccia nei fiumi perchè gli alvei dei fiumi sono più alti!?!
Premesso che se tali situazioni possano sussistere riguardano rari casi da misurare con appositi studi, i veri motivi purtroppo sono ben altri.
Per molte ragioni che non stò qui ad elencare ma che “tutti conoscono” abbiamo ristretto i naturali alvei di piena e i fiumi hanno acquistato velocità sempre maggiori che non sono più compatibili con le geometrie in cui li abbiamo relegati. Se poi ci sommiamo gli effetti della tropicalizzazone del clima , i tempi di corrivazione delle acque che si sono dimezzati per tutte le cementificazioni eseguite, le pulizie del reticolo minore che velocizzano i tempi in cui le acque arrivamo nel reticolo maggiore, la conduzione agricola dei terreni ecc..ecc….. tutte queste cose hanno aumentato le altezze delle piene che sopraggiungono in tempi sempre più brevi.
Togliere il materiale dai fiumi oltre ad essere un azione che non ha nessun fondamento scientifico (neanchè più la bibliografia ingegneristica consiglia tali interventi; in taluni casi dietro a uno studio approfondito al massimo il materiale in eccedenza è stato tolto da un’area e spostato in un altra , ma mai tolto del tutto dall’area fluviale), produce esattamente l’effetto inverso; la riduzione dell’apporto solido fa aumentare ancora di più la velocità dei fiumi ovverosia il male che si deve combattere. Peraltro la velocità a cui abbiamo costretti a scorrere i principali fiumi, ha portato negli ultimi 50 anni a una incisione di anche 5-6 metri facendoli ormai scorrere nel substrato argilloso (che contribuisce all’aumento della velocità).
Purtroppo medicine semplici non esistono e men che meno rimedi semplicistici. 50 anni di gestione del territorio che ha sempre considerato importanti solo le questioni economiche e mai dico mai quelle ambientali hanno prodotto queste situazioni che ricadono poi su tutti noi. Un pò di autocritica dovremmo prima poi farla e non dare sempre la colpa ad altri……
mconso, condivido.
Embheeeeeeeeeeeeeeeeeeee il sole 24 ore dice che siamo tra i primi di che cosa non si sa…. Ma sempre primi siamo l’importante è partecipare…
e bravo Pettinari….
Ma come, non era il binomio perfetto Provincia / Regione – Pettinari / Spacca?
Visto e considerato che pur approvvigionandosi alla stessa mangiatoia litigano, la cosa più sensata e’ abolire province e regioni, per quello che producono non si sentirà sicuramente la mancanza. Mi piace oltretutto l’affermazione finale CI ATTIVEREMO SUBITO A ROMA (insomma lo dico a babbo e mamma), e’ la conferma plateale della inutilità di province e regioni.
Torno a ribadire cio’ che ho detto pochi giorni fà.. troppe poltrone, troppi incaricati, troppi consiglieri, assessori, maghi e saltinbanchi…Iniziamo a tagliare non le poltrone ma le gambe delle poltrone, cosi’ cadranno tutti giu’ per terra…e quando si troveranno seduti a terra capiranno che non ce nè piu’..Ci tassate in modo spropositato per poi venirci a dire che la copla è di qualcunaltro..
BASTAAAAAAA !!!!!
Adesso voglio proprio vedere cosa si inventeranno con l’ente bonifica… dove sono le opere che avrebbe dovuto eseguire?? Perchè mandano cartelle equitalia esigendo la tassa sui fossi…e poi quei fossi tracimano???
L’ente bonifica non doveva essere abolito??
Le provincie non dovevano esere abolite??
O forse preferite abolire Noi cittadini ??
FATE SCHIFO !!
Mi ha molto colpito l’intervento di mconso ma allora non si puo fare nulla? Perchè è un dato di fatto che il letto del fiume si sia alzato,come è un dato di fatto che le piante che sono nate nell’alveo possano insieme ai detriti di varia natura ostruire le campate dei ponti provocando danni. Forse una corretta manutenzione e la creazione di casse di compensazione ove il fiume possa allagare tali casse sarebbero le opere necessarie da fare.
Mi piacerebbe avere il parere illuminato e senza preconcetti di chi se ne intende, le case e i ponti come tutte le opere dell’uomo possono e devono essere salvaguardate, le polemiche non servono a nulla,ricordo che circa 80% dell’territorio è a rischio idrogeologico ciò non vuol dire che non si può fare nulla ma semmai che bisogna operare per la messa in sicurezza.
E’ vergognoso che la regione impieghi due anni per redigere una legge, inoltre gli alluvionati del 2011 non hanno ricevuto un € d’indennizzo all’indomani della legge promulgata dall’allora governo che passava la competenza delle calamità naturali alle regioni.
@giorgioaller
in realtà pare non sia ancora risolta, in ambito scientifico, la diatriba tra chi affronta il problema da un punto di vista strettamente idraulico (e che tende a preferire soluzioni – ampiamente praticate tra l’altro – che favoriscono l’aumento della velocità dell’acqua) e chi affronta il problema con un approccio multidisciplinare. In entrambi i casi non esistono soluzioni semplici. personalmente trovo molto interessante il lavoro che sta svolgendo il Cirf, di cui ho avuto modo di ascoltare interventi in varie sedi, sul sito ci sono molte informazioni, ecco alcune sintesi:
http://www.cirf.org/italian/menu2/causedegrado/#Idro
http://www.cirf.org/italian/menu2/Lineeazione/#idro
…da notare che tra le cause principali del degrado idrogeologico sia elencata proprio quella pratica che oggi si invoca come la soluzione del problema…Estrazioni di sedimenti in alveo: realizzate in modo massiccio negli anni 50-60′ ma presenti ancor oggi sotto il nome di interventi per la riduzione del rischio idraulico hanno effetti devastanti sulle condizione idromorfologiche dei corsi d’acqua.Sono infatti responsabili:
dell’innesco di fenomeni (anche imponenti) di incisione a monte (regressiva) e valle dell’intervento;
instabilità laterale dell’alveo, con il manifestarsi di bruschi fenomeni di variazioni di larghezza e l’innesco di fenomeni di erosione spondale e migrazione laterale dell’alveo in tratti precedentemente stabili;
abbassamento della falda conseguente all’abbassamento del pelo libero dell’acqua e della falda ad esso connessa;
Sono inoltre responsabili anche di altri fenomeni quali in particolare instabilità delle infrastrutture e accentuamento o attivazione dell’erosione costiera per il mancato apporto di sedimenti veicolati dal corso d’acqua.
passa la palla..la-la
Presidente Pettinari a suo tempo seguendo quanto da Lei suggerito sui giornali non ho pagato le quote del consorzio di bonifica. Adesso ho ricevuto due intimazioni da Equitalia; che mi consiglia di fare?? Lei come si è regolato? Ha fattu annullare il tutto??
Aspetto suoi suggerimenti grazie
Se non ho letto male nel bilancio della Provincia sono stati messi in preventivo la bellezza di € 20.000 per la manutenzione dei fossi e simili. Frechete Presidente una cifra così importante l’ha vinta ai Fatti Vostri?
Ma a fadicà a che età pensa di andarci?