di Cristina Grieco
Servono soldi per fronteggiare al più presto i danni del maltempo: è questa la richiesta che 47 sindaci dell’entroterra fanno al presidente della Regione, Gian Mario Spacca. Dopo le frane, le esondazioni e gli smottamenti si fa la conta dei danni e dei fondi (scarsi) disponibili per affrontare il dopo emergenza. A Pievebovigliana, per fare il punto della situazione, oltre al sindaco del paese Sandro Luciani c’erano anche i presidenti delle comunità montane dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti, delle Alte Valli Potenza-Esino Gian Luca Chiappa e di Camerino, Sauro Scaficchia. Insieme a loro i consiglieri regionali Angelo Sciapichetti, Francesco Comi, Francesco Massi e quarantasei sindaci del territorio.
Al termine della discussione è stato deciso, all’unanimità, di redigere un documento che la delegazione ha sottoposto questa mattina direttamente al presidente Spacca. Nel testo si chiedono interventi immediati per rilanciare lo sviluppo e i primi interventi per rispondere all’emergenza delle alluvioni dei giorni scorsi.
«Nella speranza di poter contribuire al rilancio dell’economia e dare un contributo per fronteggiare l’emergenza economica e ambientale che sta penalizzando le Marche – è scritto nel documento – proponiamo di verificare se i fondi non utilizzati per la programmazione Psr 2007/13 (circa 65 milioni di euro) possano essere da subito destinati ad interventi di manutenzione del territorio e di ripristino del dissesto idrogeologico, individuando le Comunità Montane e il Consorzio di bonifica quali beneficiari in quanto non soggetti al piano di stabilità». I sindaci propongono anche di riprogrammare i fondi Fas e di «avviare un grosso piano di dismissioni del patrimonio dell’Erap Marche, mettendo in vendita gli immobili vecchi di 20/25 anni e con queste risorse acquistare sul mercato l’edificato invenduto di molte imprese che sono in difficoltà per la crisi del mercato immobiliare».
Nel documento si chiede anche di dare attuazione alla Legge regionale 31 del novembre 2012, che prevede che prevede interventi di asporto del materiale dell’alveo dei fiumi (evitando il sovralluvionamento degli stessi) approvando il relativo regolamento che giace negli uffici da
oltre un anno e di istituire un fondo di emergenza per il pronto intervento nei Comuni. Alla Regione viene chiesto anche di verificare insieme all’Enel i protocolli di funzionamento delle dighe in caso di emergenza. Sandro Luciani, sindaco di Pievevogliana – tra i paesi più colpiti dal maltempo – ha detto che «non bisogna dimenticare che questi posti sono stati creati, nel corso degli anni, con molta cura dalla mano dell’uomo che ha cercato di renderli accoglienti. Ma l’assenza totale di manutenzione porta a conseguenze estreme. Non era mai successo ma alla fine la natura si riappropria di quanto gli è stato tolto. Abbiamo i bilanci bloccati – ha concluso Luciani -, manca la possibilità di stanziare qualsiasi cifra, anche se ve ne fosse la disponibilità, da destinare al risanamento in quanto sarebbero contabilizzati come debiti fuori bilancio e si rischia il dissesto finanziario. Ma io ho ancora una frazione completamente isolata e una semisolata».
Il presidente Spacca ha promesso di visitare Pievebovigliana e la vallata del Chienti il 24 novembre: «Domenica mattina, alle 9.30, sarò a per prendere atto dello stato dei luoghi ed essere a fianco delle popolazioni più colpite». Intanto, in base all’ultima ricognizione dei danni effettuata nel comune di Fiordimonte, il sindaco Massimo Citracca ha evidenziato che lungo la strada comunale di Taro, l’esondazione del Torrente La Valle ha causato il degrado e il crollo delle pareti laterali del letto del fiume, la scomparsa di una strada vicinale, il crollo in due punti della strada e l’occlusione dei ponti a valle. Il ponte sul torrente La Valle lungo la strada che conduce alla frazione Castello è in progressivo degrado; il piede dell’arcata di fondazione è scoperto e le acque lo hanno completamento scalzato, l’esondazione è arrivata a lambire la strada provinciale. In tutto il territorio sono state rilevate frane e smottamenti. Particolarmente lungo le strade comunali nelle frazioni di Taro, Castello, Arciano, Nemi e Marzoli. Nella frazione Castello la frana ha portata particolarmente preoccupante in quanto sottostante l’abitato. Peraltro era già stata segnalata come possibile area di degrado e frana affinché venisse inserita nella mappatura aree a rischio. Inoltre nella zona sottostante la frazione Villanova, si è creata tempo fa una zona di frana, segnalata al genio civile di macerata e monitorata per un anno. La situazione attualmente risulta preoccupante in quanto a valle insiste un abitato già fortemente colpito dall’esondazione.
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Perché il Patto di Stabilità (alias Stupidità) è stato sbloccato in Sardegna ? Certo che i danni sono stati più gravi… ma in Provincia di Macerata sono danni da serie B ? Qualche sapientone responsabile potrebbe dare una risposta esauriente… e non solo le solite chiacchiere… giusto per darci un contentino…????????????????