Riaperta in direzione Macerata la SP 78
Polemiche sulla gestione dell’emergenza

La Picena è percorribile per chi proviene da Sarnano in direzione del capoluogo. Restano chiuse la San Liberato, la Sarnano Sassotetto, la San Maroto Fieni, la Corridonia Colbuccaro e la Pievebovigliana Cicconi di Fiastra. La Provincia chiede allo Stato di allentare il Patto di Stabilità. Pettinari: "Ci consentano di intervenire". Il consigliere del Pd Marco Menchi: "Gli enti si mettano le mani in tasca"

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La rotatoria di Passo del Bidollo

La rotatoria di Passo del Bidollo

La pioggia sembra aver dato una tregua alla provincia di Macerata ma gli strascichi dei danni accumulati in questi giorni continuano a farsi sentire e il ritorno alla normalità è lento.
E’ stata riaperta oggi al traffico, ma solo parzialmente, il tratto della SP 78 Picena, rimasto chiuso nei giorni scorsi , a causa della piena del Chienti che ha reso impraticabile la rotatoria di Passo del Bidollo a Sforzacosta.  Il traffico è stato parzialmente consentito, ma solamente a senso unico ed esclusivamente da Sarnano in direzione di Macerata.

LA SITUAZIONE DELLE STRADE PROVINCIALI – E’ stata riaperta la Muccia Camerino mentre sono ancora chiuse la San Liberato, la Sarnano Sassotetto, la San Maroto-Fiegni e la Corridonia Colbuccaro. Ieri è stata chiusa anche la Pievebovigliana Cicconi di Fiastra per problemi legati alle pareti rocciose
Ancora chiusa la 112 San Liberato, la Sarnano Sassotetto dove nel corso della prossima settimana saranno effettuati i lavori provvisori di riapertura.

PETTINARI: “LO STATO CI METTA NELLE CONDIZIONI DI AGIRE” – Ingenti i danni che richiedono immediati provvedimenti. «Spazi finanziari, non vincolati dal Patto di stabilità, per far fronte agli interventi più stringenti  – si legge in una nota della Provincia di Macerata – e riparare ai gravissimi danni provocati dalla forte ondata di maltempo. È la richiesta inoltrata oggi d’urgenza dalla Provincia di Macerata al ministero dell’Economia e delle Finanze, come previsto da uno specifico decreto legge. Pesantissime sono, infatti, le ripercussioni su tutto il territorio provinciale, sia nelle aree in prossimità dei fiumi Chienti, Potenza e Fiastra, con allagamenti di estese aree agricole e anche di nuclei abitati, sia sulle strade provinciali e comunali con numerose frane e l’interruzione perfino dei servizi essenziali. “Di fronte a tutto questo – dichiara il presidente Pettinari – non possiamo rimanere a guardare: lo Stato ci metta nelle condizioni di agire per ristabilire la sicurezza lungo la rete stradale e in prossimità degli alvei fluviali”. L’Amministrazione provinciale sta percorrendo tutte le possibili vie, oggetto stamattina di una Giunta straordinaria, per cercare di reperire i fondi necessari a sostenere lo stato di emergenza, anche in seguito alle prime quantificazioni dei danni.

Il presidente della Provincia Antonio Pettinari

Il presidente della Provincia Antonio Pettinari

Contemporaneamente va avanti il lavoro per perfezionare il controllo di questo tipo di situazioni, con una collaborazione ancora più stretta ed efficace con la Regione e i vari settori coinvolti, compresa una diversa e migliore gestione degli invasi. È di ieri pomeriggio il sopralluogo effettuato dal presidente Antonio Pettinari con Roberto Oreficini, capo dipartimento per la Protezione civile delle Marche, nei punti più colpiti del Maceratese, a cui è seguito un vertice nella sala operativa di Protezione civile, al quale hanno preso parte anche il viceprefetto Tiziana Tombesi, il comandante dei Vigili del fuoco, Dino Poggiali, e della Forestale, Giuseppe Bordoni.
Qui sono stati esaminati tutti gli aspetti relativi all’emergenza in corso e, in particolare, all’annunciata ondata di maltempo prevista nel fine settimana».
Nel pomeriggio il presidente Pettinari ha incontrato a Pievebovigliana e a Pioraco,  i sindaci delle zone dell’entroterra più duramente messe alla prova.

Finita l’emergenza scatta l’ora delle polemiche e delle rivendicazioni.

Gian Luca Chiappa, presidente della Comunità Montana di San Severino

Gian Luca Chiappa, presidente della Comunità Montana di San Severino

CHIAPPA: “ASSURDO CHE SUL LETTO DI UN FIUME SIANO QUATTRO GLI ENTI COMPETENTI” – Passata l’emergenza, si fanno sentire con insistenza le polemiche.  “Le emergenze meteo, che arrivano puntuali ogni fine settimana, non possono continuare a mettere in ginocchio il nostro territorio. I cambiamenti climatici in atto impongono anche cambiamenti negli interventi da parte delle autorità e delle istituzioni”. Ne è convinto il presidente della Comunità Montana di San Severino , Gian Luca Chiappa, che per venire incontro alle necessità del momento, soprattutto dopo l’ondata di maltempo che ha flagellato in questi giorni la Val Potenza, ha convocato un incontro con sindaci e Protezione Civile. “Fronteggiare le emergenze non è solo un problema di carattere economico – spiega Chiappa – Vanno pianificate azioni e rispettate competenze. Ai convegni siamo sempre in tanti, quando servono i fondi poi non si trova mai nessuno. Servono per questo seri piani intercomunali di Protezione Civile che siano in grado di mettere insieme, al momento del bisogno, tutte le forze in campo: volontari, tecnici dei Comuni, imprese private, se servono anche i cittadini. Si devono siglare accordi con i Consorzi di Bonifica, le Province, l’ex Genio Civile, la Regione. Come Comunità Montana abbiamo già provveduto in passato all’acquisto dei mezzi necessari, non ci tireremo indietro neanche questa volta. Se serviranno le idrovore le acquisteremo ma chiederemo anche la prossimità dei mezzi per affrontare a monte le emergenze. Tanto per rimanere in tema le idrovore non possono stare sulla riva del mare, ma dove nascono i fiumi. E’ lì che servono per evitare che le acque si spingano a valle con forza seminando panico e distruzione. Va poi pianificato – conclude Chiappa – il controllo del territorio. Lungo i fiumi Potenza ed Esino, dove siamo intervenuti negli ultimi mesi con lavori di risistemazione, gli argini hanno retto e bene. Operativamente ci dobbiamo calare nella realtà per evitare anche che su di un letto di un fiume abbiano competenze quattro enti diversi”.

Marco Menchi

Marco Menchi

MENCHI (PD) :”RITARDO NEGLI INTERVENTI, ORA PROVINCIA E CONSORZIO SI METTANO LE MANI IN TASCA ” – E’ il consigliere comunale del Pd di Macerata Marco Menchi a farsi portavoce di quanti hanno subito danni nella frazione di Sforzacosta.
Guarda caso un po’ per sfortuna un po’ perche Sforzacosta è il crocevia di tre ex strade statali, noi abitanti di questa zona siamo ancora una volta al centro delle cronache regionali e nazionali per il maltempo di questi giorni, non del tutto eccezionale ma gestito secondo il mio parere in maniera superficiale e con scarsa preparazione da parte dei tecnici incaricati e dagli enti preposti al controllo.
La causa principale del danno causato dall’acqua al ponte del fiume Chienti , che collega Sforzacosta con l’entroterra è l’acqua. Enel Produzione e ASSM Tolentino gestiscono tre invasi, che oltre che a produrre energia servono a regolare il flusso delle piene quando i fiumi si ingrossano, ma questo non è stato fatto.
Basti pensare che nei giorni scorsi gli invasi scaricavano un totale di 270 metri cubi secondo sul fiume. E’ come se si volesse far passare un elefante nella cruna di un ago e per di più pioveva quindi il fiume raccoglieva anche tutti gli scarichi lungo il percorso. Ci rendiamo conto della gravità di questa azione dato che ha creato disagi e danni lungo il tragitto ed ad oggi nessuno dei dirigenti di questa società che fa capo al Gruppo Enel ha dato una risposta sull’accaduto. Fa bene il Presidente della Provincia di Macerata Pettinari ad arrabbiarsi ma non basta. Non si possono aspettare due giorni per far rientrare il fiume nell’alveo, oggi esistono mezzi ed attrezzature di facile reperibilità ( bulldozer, escavatori girevoli ) e quant’altro si voglia per ricondurre il fiume nel suo sito naturale, questo è stato fatto in ritardo e soltanto dopo due giorni che il fiume erodeva la rotatoria di Colbuccaro e per poco non travolgeva anche il ponte. Questa polemica per sottolineare che quando si rompe un tubo si ripara prontamente la falla, non si sta a guardare come in questo caso dal guard-rail l’acqua che distrugge tutto.
E’ facile dire che non ci sono i soldi ora occorre che la Provincia e il Consorzio di Bonifica si mettano le mani in tasca velocemente, da qui si vedono i bravi amministratori intervenendo in maniera rapida e puntuale.
I residenti di questa zona e parlo di Sforzacosta , Colbuccaro hanno già dato tanti negli anni sono stanchi e stufi di sopportare la puzza, l’Inceneritore che per anni ci ha avvelenato e ora ci volevano anche affogare . Per concludere annuncio che si sta organizzando una associazione che tutelerà gli interessi di chiunque ha avuto danni da questa vicenda ,cittadini, commercianti ,agricoltori e non si esclude una Class Action contro chi ha causato tutto questo e contro chi non ha saputo gestire bene l’emergenza e il post emergenza».

NUOVA SALVAMBIENTE: “NECESSARIA LA MANUTENZIONE ORDINARIA DEI CORSI D’ACQUA” – Critica anche l’associazione Nuova Salvambiente:  «In merito ai tanti episodi di danni ambientali  causati dal maltempo sentiamo il dovere di  dire che le istituzioni (in primis la Provincia di Macerata) si devono occupare di prevenzione ambientale e rivedere – alla luce del pericolo del dissesto idrogeologico – i piani regolatori e di pianificazione territoriale ampliando le conoscenze del territorio relative a climatologia e geomorfologia, necessarie per una migliore comprensione dei fenomeni, piuttosto che muoversi dietro la spinta emotiva dell’evento calamitoso con interventi costosi e difficili, spesso mal progettati e perfino controproducenti. Bisogna avere il coraggio di spiegare bene ai cittadini che spesso una calamità naturale non si può impedire, ma se ne possono limitare gli effetti, come ad esempio per una esondazione del fiume. Occorre a tale scopo una manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua seguendo alcune semplici regole:  evitare interventi di sistemazione idraulica dei corsi d’acqua nell’intero reticolo idrografico naturale ad eccezione della messa in sicurezza dei ponti e delle aree urbane fortemente antropizzate,  consentire la massima divagazione dei corsi d’acqua,  prevedere la realizzazione di “vasche di colmata” nei punti adatti,  conservare la massima naturalità delle rive fluviali, soprattutto mantenendo la vegetazione spontanea ma garantendo nel contempo il libero passaggio delle acque,  sviluppare le potenzialità offerte dalla ingegneria naturalistica. Tutto ciò non sarà risolutivo finchè fabbriche, impianti sportivi, case, campeggi e parcheggi continueranno ad occupare terreno specialmente lungo le fasce fluviali esondabili rendendo ancora più economicamente gravoso realizzare interventi per contrastare le leggi fisiche naturali. Resta pertanto compito della politica dare concretezza alla prevenzione affinché non siano poche ore di pioggia battente a mettere in ginocchio una provincia anche economicamente».

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coldiretti marcheLE MAREGGIATE DIMEZZANO LA PRODUZIONE DI COZZE – E’ un conto salatissimo quello dei danni causati dal maltempo e della mareggiate agli impianti di acquacoltura delle Marche. Secondo una prima analisi di Coldiretti Impresapesca, la produzione di cozze è stata praticamente dimezzata, con punte dell’80 per cento di perdita in alcune aree. Da Gabicce Mare a San Benedetto del Tronto, la violenza del mare non ha risparmiato praticamente nessuna delle imprese attive, che contano quasi un centinaio di occupati e un buon indotto.

“Per una stima economica completa bisognerà attendere il ritorno del bel tempo – sottolinea Coldiretti Impresapesca – ma ora occorre attivare immediatamente tutte le procedure per sostenere le imprese colpite”. A tale scopo Coldiretti ha chiesto alla Regione l’apertura di un tavolo per affrontare la crisi con la opportuna presenza dell’ Agenzia delle Entrate, degli Enti previdenziali ed assistenziali e dell’Abi, l’associazione degli istituti di credito, per giungere ad una temporanea sospensione dei pagamenti e una loro rateizzazione fino a 120 mesi. Serve, inoltre l’attivazione della Cig in deroga. Tutti provvedimenti indispensabili per salvare le aziende di allevamento ittico marchigiane, salvaguardando produzione e occupazione.

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