Sette anni dal sisma,
l’ottimismo di Parcaroli:
«Diventiamo modello di ricostruzione»

ANNIVERSARIO - Il tempo passa ma i segni del terremoto restano. Il presidente della Provincia sottolinea l'accelerazione degli ultimi anni e la necessità di orientare gli interventi su principi di sicurezza e sostenibilità. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni lancia la sfida: «Ricostruire i territori non è solo un obbligo morale delle istituzioni, ma può rappresentare anche uno straordinario volano per l’economia nazionale». Il presidente della Regione Francesco Acquaroli: «Il nostro impegno è quotidiano»

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Sette anni dal terremoto e la ricostruzione è una incompiuta

Sono passati sette anni ma è ancora impossibile dimenticare. Il terremoto ha lasciato nel Maceratese e in tutta l’Italia centrale segni indelebili e profondi. Nella dimensione personale di ognuno, ma anche in quella sociale, nel modo di essere comunità, nei territori, ancora profondamente feriti.

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Sandro Parcaroli

C’è notevole ottimismo nelle parole del presidente della Provincia di Macerata Sandro Parcaroli in questo anniversario: «Dopo anni percorsi a rilento, stiamo assistendo a un’accelerazione che ci infonde nuova speranza. Prima con il commissario Giovanni Legnini e oggi con il suo successore, il senatore Guido Castelli che ringrazio per la grande spinta che ha voluto dare all’approvazione delle pratiche, stiamo vedendo un avanzamento decisivo anche nella ricostruzione privata. Il mese scorso, ad esempio, la Cabina di coordinamento ha approvato due ordinanze molto importanti per il nostro territorio: la prima riguarda Camerino con il programma delle cantierizzazioni del centro storico, l’interramento dell’elettrodotto nel quartiere Vallicelle e la demolizione, con indagini archeologiche, dell’Albergo Roma e la seconda che interessa il Comune di Macerata, con la demolizione e ricostruzione degli otto edifici inagibili che sia trovano in via Maffeo Pantaleoni che, una volta recuperati, permetteranno a 150 famiglie di tornare a casa. E demolizioni sono partite anche a Ussita, Visso e Castelsantangelo sul Nera. Il nostro territorio deve diventare un modello di ricostruzione, ispirato ai principi della sicurezza e della sostenibilità.

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Giorgia Meloni

Molto si sta facendo, tra tante difficoltà, perché non possiamo dimenticare come siamo ancora nel pieno della guerra in Ucraina e l’aumento del costo dei materiali edili sembra non volersi fermare. Ma il ritorno alla normalità deve rimanere una priorità, i nostri cittadini non devono sentirsi abbandonati, i nostri borghi, ancora transennati, devono poter tornare a rivivere appieno perché rappresentano la forza e la bellezza del nostro territorio. Alla ricostruzione fisica degli edifici e delle infrastrutture, si devono affiancare misure di sviluppo che vadano a sostenere le prospettive di vita e di lavoro dei giovani e delle famiglie, affinché anche chi in questi anni se n’è andato possa essere stimolato a tornare, mentre chi ha deciso di restare non veda vanificare il proprio impegno».

A ricordare quella terribile notte del 24 agosto quando, alle 3.36, cambiarono le vite di migliaia di persone, è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Quattro le Regioni colpite, più di trecento vite spezzate, centinaia di feriti, decine di migliaia di sfollati, borghi e città interamente distrutti o gravemente danneggiati. Meravigliosi “luoghi dell’anima” – da Amatrice a Norcia, da Accumoli ad Arquata, da Visso a Castelsantangelo sul Nera, da Ussita a Pescara del Tronto, e tanti altri – che sono nel cuore di tutti noi. Una vera e propria catastrofe che rimarrà per sempre nella nostra memoria collettiva. In questo anniversario rinnoviamo il nostro cordoglio per le vittime e la vicinanza alle loro famiglie e ai loro cari». Meloni non tralascia il tema della ricostruzione ancora incompiuta: «È una ferita che non si è chiusa e fa ancora male. Oltre quattordici mila famiglie vivono tuttora lontane dalle loro case, molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare.

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Guido Castelli, commissario straordinario Sisma 2016

Il governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri. Il lavoro di squadra tra il Ministro per la Protezione Civile Musumeci, il commissario Castelli e la Struttura commissariale, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere sta dando buoni risultati. In questi mesi, dopo gli anni della pandemia e lo shock dei prezzi dovuto all’inflazione, si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche. A questo lavoro si accompagna l’impegno prioritario per l’infrastrutturazione stradale delle aree dell’Appennino centrale, per troppi anni dimenticate e trascurate, con investimenti che raggiungono il miliardo di euro, e per porre le condizioni per nuove attività economiche e sociali. Da questo punto di vista, l’avanzamento puntuale e il riscontro al programma “NextAppennino”, finanziato dal Piano Nazionale Complementare del Pnrr per le aree sisma 2009 e 2016, sta dimostrando che è possibile mettere a terra le risorse pubbliche per stimolare investimenti privati e gettare le basi di un nuovo sviluppo».

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Francesco Acquaroli

La leader del governo lancia la sfida: «Molto rimane da fare per rispondere al desiderio dei nostri connazionali di continuare a vivere dove sono nati e cresciuti. L’Appennino centrale è il cuore d’Italia e chi lo vive è un popolo orgoglioso e capace di rialzarsi. Il nostro dovere è sostenere questo percorso di rinascita sociale ed economica con risposte concrete e interventi efficaci. Perché ricostruire i territori colpiti dal terremoto non è solo un obbligo morale delle Istituzioni, ma può rappresentare anche uno straordinario volano per l’economia nazionale. Una sfida enorme ma che, tutti insieme, possiamo vincere».

Ha ricordato questo anniversario anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli: «A sette anni ricordiamo le 300 vittime, 52 nella nostra regione, ad Arquata e Pescara del Tronto. Continua quotidianamente il nostro impegno per la ricostruzione, la messa in sicurezza, la ripresa socio-economica e la competitività di questo straordinario territorio, che merita di tornare al più presto alla normalità e riconquistare la sua piena potenzialità».

(a.p.)

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